Italia: condivisione rischi europei o bail-in fatale

Trading Room Roma Trading Room Roma - 25/07/2016 13:12

La casa europea è stata portata ad esempio positivo fino al 2007 per poi trasformarsi, a seguito della crisi finanziaria del 2008 propagatasi velocemente all’economia reale, in attuale benchmark negativo di come si amministra e gestisce un’unione di Stati. Otto anni di gloria, dal 2000 al 2008, otto anni di miseria, dal 2009 al 2016: ed ora? Il mercato ha già riassorbito in vantaggi dell’intervento di Draghi annunciato nel luglio 2012 e del lancio del QE portando recentemente i prezzi azionari dei maggiori istituti di credito europei a toccare nuovi minimi storici.

Un paper della Banca D’Italia dal titolo“La governance economica nell’area dell’euro: equilibrare la riduzione dei rischi e la loro condivisione” mette in evidenza luci e ombre della situazione europea: La crescita incontrollata degli squilibri macroeconomici e finanziari nel corso degli anni 2000 ha esposto l’area dell’euro a rischi significativi, che si sono improvvisamente manifestati tra il 2009 e il 2010 con conseguenze amplificate dall’assenza di istituzioni adeguate. Da allora, l’Unione europea ha intrapreso un profondo processo di riforma della propria governance economica.

Il lavoro passa in rassegna le misure intraprese, sia dal lato dei sovrani sia da quello delle banche, e discute le proposte di ulteriore riforma su entrambi i fronti. La tesi sostenuta è che, malgrado i progressi conseguiti siano significativi, molto resta ancora da fare. 
In generale le riforme effettuate hanno privilegiato la riduzione dei rischi piuttosto che la loro condivisione. Di conseguenza, in presenza di circostanze eccezionali, l’area dell’euro non possiede i necessari strumenti di bilancio per la stabilizzazione macroeconomica; all’unione bancaria manca un sostegno finanziario pubblico europeo. Soltanto una ulteriore condivisione dei rischi (e della sovranità) possono evitare una spirale di eccessi pro-ciclici.

 

spread



L’allarme circa l’urgenza di intervento pubblico sul sistema bancario europeo è evidenziato dal nuovo aumento degli spread governativi del 2015 tra alcuni paesi europei e soprattutto dall’accelerazione della volatilità dei corsi azionari, a seguito dell’introduzione del bail-in nel 2016, del settore bancario italiano con i massimi di marzo, corrispondenti ai minimi di prezzo. La situazione sembra momentaneamente rientrata ma tra sette giorni verranno diffusi i risultati degli stress test bancari del 29 luglio. Sarà un agosto di fuoco? Tempo al tempo, la soluzione è sotto gli occhi di tutti, ad eccezione della Germania:

1)   Istituzione della bad bank con intervento statale

2)   Maggiore flessibilità dei parametri europei

3)   Sospensione bail-in fino a fine 2016

4)   Maggiore integrazione fiscale e gestione unica del debito pubblico europeo centralizzato (sottoscrivere il debito unico dell’Europa e redistribuirlo tra i singoli stati con criteri equi e meritocratici, no emissioni dei singoli stati per quantità e tassi diversi)

Sicuramente la solidarietà dovrà essere bilaterale: chi è in difficoltà e riceve maggiori aiuti deve essere disposto a maggiori futuri sacrifici già prestabiliti a priori. I problemi Brexit e Turchia forse possono rappresentare il giro di boa verso una maggiore determinazione e collaborazione tra stati. Estate 2016: punto di non ritorno o inizio di una nuova Europa? In entrambi i casi le banche italiane segneranno il destino europeo e l’andamento nei prossimi mesi dei mercati azionari a livello globale
 

Guido Gennaccari
info@tradingroomroma.it

Fonte: www.tradingroomroma.it

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