Quella che si sta avviando alla conclusione è stata una settimana di passione per le criptovalute, che cercano di recuperare terreno dopo i forti ribassi registrati tra martedì e mercoledì.
Queste forti oscillazioni sono state causate anche dalle notizie che arrivano dall’Asia. Il governo cinese si sta apprestando a bloccare il trading su questi strumenti, ma starebbe anche iniziando a limitare l’enorme quantità di energia elettrica necessaria ai miners, i “minatori” che estraggono le criptovalute tramite una serie di elaborazioni.
Oltre alla Cina, anche la Corea del Sud starebbe pensando di adottare misure di contrasto all’attività delle criptovalute, nonostante le rassicurazioni di Seul. Queste informazioni hanno causato un timore tra gli investitori, alimentando di fatto il netto calo a cui abbiamo fatto riferimento.
In settimana, prima del recupero, la quotazione del Bitcoin era scesa sotto i 10.000 dollari. La criptovaluta non si trovava sotto questa soglia dalla fine dello scorso novembre, quando era partito il rally che l’avrebbe portata a sfiorare quota 20.000 nel giro di qualche giorno.
La flessione ovviamente non ha colpito solo il Bitcoin, ma anche le altre monete virtuali principali, alcune delle quali hanno però un quadro grafico differente. Se analizziamo per esempio l’andamento di Ethereum, notiamo come i massimi storici siano stati toccati proprio lo scorso sabato, mentre quelli del Bitcoin risalgono a un mese fa.
Il recupero dallo shock asiatico è visibile un po’ su tutte le criptovalute inclusa Ripple, che si sta conquistando la sua fetta di mercato in termini di visibilità e capitalizzazione.
Nel frattempo si segnala la chiusura di una piattaforma d’investimento, BitConnect. Essa era stata accusata dai suoi detrattori di agire secondo il cosiddetto schema Ponzi, ovvero un meccanismo a struttura piramidale che premia i livelli più alti a discapito degli ultimi arrivati.
Redazione Traderlink
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