Beati gli investitori che hanno impostato le adeguate strategie

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 08/02/2016 12:51

Una combinazione di fattori tossici, di enorme portata, e denunciati da tempo, costringe le borse ad un ulteriore ripiegamento. Il 2016 Yearly Outlook, pubblicato ad inizio anno, è stato tempestivo nel risuonare un ulteriore campanello d'allarme, che ha consentito agli investitori di impostare le adeguate strategie. Fra i primi 25 indici al mondo per capitalizzazione, soltanto la borsa di Jakarta ostenta un saldo annuale positivo. Piazza Affari, reginetta del 2015, è seconda per peggiore performance soltanto al listino di Shanghai; entrambi perdendo in cinque settimane circa un quinto del proprio valore. Wall Street, che pur si difende meglio, sacrifica al momento l'8%, e torna a flirtare minacciosamente con quello che possiamo definire l'ultimo supporto valido in ottica bearish.

A fattori noti da tempo, si aggiunge un continuo deterioramento del quadro economico. L'indice delle sorprese macro degli Stati Uniti risulta questa volta il più depresso al mondo: le notizie che quotidianamente sopraggiungono, risultano pressoché sistematicamente peggiori delle aspettative. Ma fa scalpore il crollo del CESI Italia, scivolato in tre mesi di oltre 150 punti: è la migliore spiegazione dell'analogo tonfo dell'indice MIB.
Il quale risulta insensibile al massiccio ipervenduto raggiunto su scala settimanale; anzi, come denunciato una settimana fa, questo aspetto denuncia la fragilità del mercato, e storicamente profetizza ulteriore debolezza; come puntualmente si è manifestato. In queste condizioni vanno a nozze i fondi hedge tradizionalmente trend follower: come si rileva dal rapporto settimanale, il saldo netto short complessivo su tutti i future azionari sfiora (fonte: CoT Report) i 50 miliardi di dollari. Prima d'ora, l'unico episodio analogo risale a fine agosto 2007.

Non aiuta l'operato delle banche centrali; al contrario. Questo vale in modo particolare per il Vecchio Continente, ove si assiste ad una persistente correlazione inversa fra l'andamento dell'Eurostoxx50 e il volume degli asset nel bilancio della BCE, in espansione dalla fine del 2014. Draghi è risoluto a raggiungere quanto prima i livelli di attivi di metà 2012; il che getta comprensibilmente gli investitori nello sconforto...


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

Condividi

Newsletter

Newsletter settimanale

Ricevi ogni venerdì notizie e approfondimenti sui principali argomenti di borsa e finanza della settimana, comodamente nella tua casella di posta.