Gli investitori snobbano il migliore dei mondi

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 30/04/2018 13:10

Investitori ingrati. Vivono negli Stati Uniti il migliore dei mondi: quando il 36% delle società dello S&P ha riportato i dati trimestrali, l'80% di esse ha battuto le stime di profitto degli analisti, con gli EPS che decollano del 21% rispetto ad un anno fa. L'economia cresce in modo ancora soddisfacente, e non a caso il CESI Usd è l'unico nell'emisfero occidentale a collocarsi in modo convincente oltre l'asticella dello zero. I fattori geopolitici sono in diradamento, con la crisi nordcoreana, che un anno fa impensieriva gli operatori, e che invece ora lascia il posto a sorrisi e strette di mano mediaticamente molto convincenti.

E cosa fa Wall Street? fa fatica persino a conseguire un saldo annuale positivo. Se stasera lo S&P dovesse eventualmente chiudere sotto i 2640 punti, si tratterebbe del primo caso, dal Dopoguerra in poi, in cui un mese di gennaio positivo sarebbe stato seguito da tre mesi negativi. Magari la borsa americana riuscirà ad evitare fra 24 ore una contrazione di simile entità, ma si affronta l'impegnativo appuntamento del semestre maggio-ottobre, con un bilancio non del tutto esaltante. Per fortuna la media mobile a 200 giorni, sottoposta ad ennesima sollecitazione, regge; ma fino a quando? ogni test di questo argine ne riduce la capacità contenitiva; e in ogni caso permane un problema di qualità di mercato, di cui ci siamo già occupati.

Per trovare listini che mostrino prove di salute, dovremmo orientarci altrove; con sempre maggiore fatica. Dei primi 25 indici al mondo per capitalizzazione, soltanto 11 vantano un saldo positivo; e 7 sono emergenti. Spicca il notevole recupero del CAC francese, che da tempo preferiamo alla borsa di Francoforte; ma la medaglia di bronzo spetta ancora a Piazza Affari, con l'indice MIB che è riuscito a migliorare il massimo di gennaio, seppure di misura. Adesso però il nostro listino è chiamato a confermare decisamente questa forza relativa: la prossimità delle quotazioni al precedente picco, fanno insorgere il sospetto che si possa trattare di un doppio massimo; oltretutto avallato da quel "doppio minimo interno" formatosi fra febbraio ed aprile. Le resistenze che contano, ad evidenza, sono ancora lì.


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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