L'attesa pre-elettorale sta lacerando gli investitori

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 07/11/2016 15:12

L'incertezza legata al rinnovo della poltrona più prestigiosa del pianeta, ha lentamente lacerato gli investitori di tutto il mondo. La scorsa settimana hanno chiuso in territorio negativo ben 23 dei primi 25 mercati azionari al mondo per capitalizzazione, con perdite pesanti soprattutto per le borse europee. Piazza Affari ha illuso, ma la passata ottava ha lasciato sul campo oltre il 5% del proprio valore, chiudendo mestamente sotto al long stop settimanale. Ben 38 società su 40 del paniere del FTSE MIB si collocano in downtrend di breve periodo, avendo in tempi diversi chiuso sotto ai rispettivi long stop giornalieri.

Paradossalmente, mentre lo scivolone della borsa italiana è iniziato con il Sell Sequential setup di giovedì 27, a Wall Street la sequenza negativa promette di concludersi con analogo setup ciclico, ma di natura specularmente opposta. Curioso rilevare come l'ultimo episodio di negatività per nove sedute di fila, sullo S&P sia stato registrato alla fine del 1980, quando l'esito elettorale negli Stati Uniti sorprese i più. Da quando esiste lo S&P500 si contano appena 12 precedenti simili, e soltanto nella metà dei casi l'indice ha invertito segno il giorno successivo. Non vi è dunque alcuna garanzia che la successione si interrompa questa sera.

Ma gli investitori sembrano aver preso i dovuti provvedimenti. Anche tenuto conto della virtuale certezza ormai raggiunta sul fronte dei tassi di interesse, venerdì è stata registrata una corsa all'acquisto di opzioni put. Non si sa mai. Curiosamente anche le put sul VIX hanno registrato un notevole interesse, per usare un eufemismo: con oltre 740 mila contratti passati di mano, si tratta di un nuovo record storico; e il dato tipicamente non va letto in ottica contrarian.

Riuscirà dunque il mercato a reagire? la domanda è di pressante urgenza, specie dopo che lo S&P500 ha chiuso sotto la Bollinger Band inferiore per ben quattro sedute di fila. Obiettivamente, più che ai più recenti episodi di giugno e settembre, questa reiterata debolezza ricorda quanto sperimentato lo scorso inverno: quando fu necessario pazientare, prima di raggiungere un minimo definitivo.


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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