La cautela sui mercati azionari è risultata premiante

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 27/06/2016 15:34

A quest'ora, tutto è stato scritto circa la drammatica performance dei mercati finanziari di venerdì. Vorremmo soltanto aggiungere che l'emorragia di capitalizzazione delle borse mondiali, pari a 2500 miliardi di dollari, costituisce 200 volte il contributo britannico al bilancio comunitario; più materialmente, è stato l'equivalente della fornitura a mezzo mondo di un iPhone6. E, da venerdì, 380 miliardi di bond governativi mondiali offrono un rendimento negativo (i ministeri del Tesoro sentitamente ringraziano). A proposito di tassi, venerdì sera la probabilità di un clamoroso taglio dei Fed Funds a gennaio 2017 supera per il mercato a termine la probabilità di un secondo aumento. Con buona pace della residua credibilità delle banche centrali...

In questo contesto eccezionalmente negativo, è naturale che ad averne avuto la peggio sia stato il nostro mercato azionario: semplicemente perché alla vigilia il più fragile fra tutti i listini mondiali. Non bisogna dimenticare che Piazza Affari è in downtrend di medio periodo (non parliamo di quello di lungo e lunghissimo periodo...) ininterrottamente da dicembre, quando sull'indice MIB fu abbattuto il long stop settimanale a 21700 punti: tutti i successivi e ripetuti tentati di rovesciare questa condizione, essendo falliti miseramente.

Due settimane fa ci siamo soffermati analiticamente sul crollo del 10-13-14 giugno: una sequenza di declini rispettivamente maggiore del -3.5/-2.5/-1.5 percento. È stato rilevato come simili circostanze, nel passato, siano intervenute o in presenza di un massiccio e oggettivo ipervenduto di lungo periodo (marzo 2009, luglio 2012; ma non è questo il caso); o in precisi punti di una tendenza discendente, che in seguito ha conosciuto nuovi ribassi. Il rimbalzo fino a giovedì sera, e il crollo di venerdì, portano a comparare efficacemente l'esperienza recente a quelle raffigurate nel grafico in prima pagina del Rapporto Giornaliero di oggi.

Sarà interessante a questo punto verificare venerdì, se il modello di asset allocation - decisamente scarico di azioni, eccezion fatta per una rilevante presenza di auriferi - rileverà la presenza di ritrovato valore dal ridimensionamento dei listini azionari; o se all'opposto manterrà la presenza virtuale in Equity che lo contraddistingue da tempo. Inutile dire che questa cautela è risultata finora premiante, e tale da permetterci di battere ampiamente il benchmark.






 

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