La solita storiella della volpe e dell'uva...

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 27/11/2017 17:12

Inizia dunque la prima delle ultime cinque settimane di questo entusiasmante anno. Se il 2017 fosse finito venerdì, il MSCI World avrebbe portato a casa una performance vicina al 18%: il miglior risultato degli ultimi quattro anni, il secondo migliore degli ultimi otto anni. Osservando un grafico di lungo periodo, si nota e apprezza come la fiammata degli ultimi dodici mesi sia stata favorita dalla clamorosa negazione del testa e spalle ribassista che sull'indice citato si è pazientemente formato fra la fine del 2013 e l'inizio del 2016: una figura fra le più squalificate eppure al tempo stesso più popolari fra i piccoli investitori.

Sarà problematico, per i gestori, motivare dopo la fine dell'anno performance eccessivamente distanti dai saldi riportati dai benchmark. Facile prevedere una massiccia opera di window dressing nelle prossime settimane. D'altro canto un anno fa di questi tempi il sentimento prevalente era improntato a diffuso scetticismo: le elezioni presidenziali americane ci consegnavano una sorpresa clamorosa - questa colonna però previde l'elezione di Trump - e gli esperti di mercato si lasciavano andare a previsioni strampalate. È andata invece che Wall Street ha inanellato una sequenza di ben 12 mesi consecutivi di fila, se si eccettua il frazionale ribasso (-0.04%) dello S&P a marzo: una stringa benigna riuscita in precedenza soltanto nel 1936. E se la borsa americana non perderà più dell'1% fino a giovedì sera, Trump potrà vantarsi di aver "fatto meglio" di Roosevelt: unico presidente nella storia ad aver celebrato un mercato salito per 13 mesi consecutivi!

Nella sequenza degli eventi di un bull market, i primi a mollare sono naturalmente i gestori: gente pagata per produrre performance. I media riportano nelle ultime settimane nomi prestigiosi di guru del ribasso costretti a gettare la spugna dalle performance misere conseguite. Seguiranno i piccoli investitori, indulgenti verso sé stessi grazie ad una applicazione in campo finanziario della vecchia storiella della volpe e dell'uva.

Una volta risolta la pratica del consuntivo, bisognerà mettere mano alle previsioni per il 2018. Gli economisti assicurano che la crescita economica (macro e micro: del PIL, come degli utili aziendali) sincronizzata globale, ci farà compagnia anche per i mesi a venire; e gli analisti tecnici? è ragionevole assumere che le belle performance messe a segno quest'anno, si riproporranno nei rendiconti degli investitori anche per l'anno nuovo? A questo interrogativo risponderemo, all'inizio del nuovo anno, con il nostro 2018 Yearly Outlook, a cui stiamo ufficialmente iniziando a lavorare.


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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