Le sorprese macro iniziano a produrre crepe a livello micro

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 04/06/2018 14:55

Equilibrio perfetto. A venerdì, la performance di questo 2018 per l'indice MSCI ACWI, si attesta al -0.05%. Su 75 indici mondiali, 40 conservano un saldo positivo, 35 si collocano in territorio negativo. Soltanto tre piazze vantano una performance a doppia cifra (Ucraina, Bermuda, Arabia Saudita), mentre nel G7 la Francia ha sopravanzato l'Italia.

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? le discussioni divampano. Negli Stati Uniti, che pur non brillano in modo particolare, si sottolinea l'eccellente andamento degli utili aziendali: +26% per le compagnie dello S&P500 rispetto ad ad un anno fa, grazie indiscutibilmente alla sforbiciata alle aliquote fiscali. Ma con riferimento a tutte le aziende USA, al lordo delle imposte il bilancio del Q1 rispetto ad un anno fa è clamorosamente negativo: -6%. Le sorprese negative a livello macro iniziano a produrre crepe a livello micro. Non è un caso che le aspettative di aumento del Fed Funds rate, prezzate da Morgan Stanley, sono passate da 2.8 nei prossimi dodici mesi, a 1.4: in altre parole, a giugno è scontato che la Fed aumenti i tassi, per settembre siamo a 50-50, mentre per dicembre ormai non se ne parla più.

In questo contesto difficile entriamo in un mese, quello di giugno, che negli ultimi vent'anni non è stato particolarmente generoso per Wall Street, con una performance media negativa prossima al punto percentuale. Come abbiamo rilevato la scorsa settimana, Piazza Affari non ha granché da festeggiare: l'indice All Share Italia Total Return non è condiziato dallo stacco dei dividendi, ed è sceso questo mese in ben 8 degli ultimi 9 anni. Sarà bene tenerlo a mente.

La borsa italiana ha sperimentato un generoso rimbalzo, partendo da condizioni di pesante pessimismo (Panic Index a 180 punti), ma è legittimo dubitare circa la capacità di proseguire su questa strada. Le prime rotture si sono già concretizzate, e in ottica di breve e medio periodo l'onere della prova spetta adesso ai Tori. Nel lungo periodo la situazione è ancora in equilibrio: provvidenzialmente, sull'indice Comit ha retto questa soglia spartiacque che da 45 anni delimita e descrive efficacemente le tendenze di fondo. Scendervi sotto, a questo punto, avrebbe il sapore della definitiva conferma. I rialzisti incrocino pure le dita.


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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