Per le borse gli esami ora non finiscono mai

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 31/08/2015 11:53

Alla fine la maggior parte degli indici mondiali, fatta vistosa eccezione per quelli asiatici, ha terminato la settimana in territorio positivo; ma con quale volatilità! La reazione ad un certo punto era inevitabile non foss'altro che per la legge dei grandi numeri, se si considera che a Wall Street in termini di scostamento dalle medie mobili era stata raggiunta la condizione di ipervenduto più estrema addirittura dal 1940, quando i panzer tedeschi viaggiavano verso Parigi.

Non si vuole certo dire che è in atto una guerra mondiale, ma il sentiment ha svoltato finalmente verso il pessimismo, agevolando il rimbalzo. La scorsa settimana sono stati registrati deflussi dai fondi azionari mondiali per quasi 30 miliardi: un dato che supera l'emorragia sperimentata nel 2008 o nel 1998. Piazza Affari non si è sottratta, una volta formalizzata una capitolazione: pattern che, come si ricorderà, è coinciso con i minimi di ottobre, e più recentemente di inizio luglio. La reazione conforta, ma era condizione necessaria seppur non sufficiente per mantenere in piedi l'uptrend di lungo periodo, formalmente in essere ininterrottamente dalla fine del 2012. Della borsa italiana ci occupiamo più approfonditamente nel rapporto di oggi.

Tornando a Wall Street, la preferenza relativa ad essa riservata dalla scorsa primavera in avanti trova conforto non solo in una perdita più contenuta, nell'ambito di una asset allocation fattasi da tempo più cauta, relativamente agli standard di aggressività che per anni ci hanno caratterizzato; ma anche in termini di capitalizzazione relativa, passata da aprile in poi da meno del 34 a più del 37 percento delle borse mondiali. Evidentemente ha giocato a favore un flusso di dati macro che sistematicamente da allora sorprende gli economisti, come si può apprezzare dal Laboratorio settimanale.

Wall Street però fa i conti con gli effetti indotti dalla recente impennata della volatilità, nonché dal death cross fatto registrare dallo S&P: trattasi di setup tecnici che pongono una seria ipoteca nel breve periodo, come abbiamo rilevato sul Rapporto Giornaliero la scorsa settimana.



Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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