Quando si può disporre del 94% di probabilità a proprio favore...

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 11/12/2017 12:04

Possiamo tirare un sospiro di sollievo: Bloomberg ha ricalcolato la capitalizzazione globale dei mercati azionari, riducendola di 20 trilioni a 79 trilioni di dollari: appena il 100% del PIL della Terra. Il dato risultava artificiosamente gonfiato a causa dell'iperinflazione che sta flagellando il Venezuela, e che fornisce un'immagine del listino borsistico locale tutt'altro che realistica. Adesso ci toccherà sentire gli strali dei soliti, immancabili complottisti...


Nel frattempo le borse manifestano la chiara volontà di ripartire, incoraggiate da una ripresa economica globale che mancava da anni. È sempre la solita storia: analisi tecnica e analisi fondamentale sono quasi sempre in disaccordo, tranne a ciclo borsistico maturo: quando iniziano ad emergere i primi sintomi di affaticamento, a fronte del ritrovato entusiasmo di chi si occupa di bilanci e profitti.


Quest'anno ad esempio il Price/Earnings è quasi ovunque calato, grazie ad una dinamica dei profitti più brillante di quella dei corsi azionari. A Wall Street, come già rilevato, il ventilato taglio delle imposte sul reddito d'impresa promette di far lievitare gli utili netti, prodigiosamente riducendo il P/E forward a 16.7 volte: pressoché in linea con la media storica.


Non che questo fattore modifichi la nostra linea strategica. Abbiamo esorcizzato la minaccia degli anni che finiscono in 7, e lo spauracchio del 30esimo anniversario del Lunedì Nero del 1987, grazie a due fattori di cui ci siamo occupati tre mesi fa: 1) la constatazione che nessun crash si è materializzato, in autunno, con un VIX inferiore ai 18 punti; 2) un fattore ancora più credibile: lo S&P500 ha conseguito un nuovo massimo storico a settembre; mese solitamente difficile, per usare un eufemismo. Come rilevammo tre mesi fa, dal 1930 la circostanza è stata sperimentata 17 volte, e nel quarto trimestre Wall Street è salita ulteriormente in ben 16 occasioni.


A Piazza Affari nel frattempo l'indice MIB capitalizza al meglio il segnale bullish scattato il 17 novembre, quando formalizzò un setup di inversione di tendenza noto come Buy Sequential setup, e venerdì ha chiuso oltre lo short stop settimanale, ripristinando l'uptrend di medio periodo. In effetti la paventata rottura verso il basso non ci aveva mai convinto granché.


Certo, come accennato in alto, non mancano gli elementi che inducono alla riflessione, se non alla cautela (la nostra asset allocation di dicembre lo riflette nell'esposizione raccomandata in azioni). Uno di questi ad esempio è la crescente divergenza fra lo spread sui corporate bond dell'Eurozona, in netta ripresa, e il profilo dell'Eurostoxx: una minaccia per l'uptrend? ne parliamo in dettaglio nel Rapporto Giornaliero di oggi.


A cura di Gaetano Evangelista
Fonte: www.ageitalia.net

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