Soltanto gli Stati Uniti vantano un'economia in salute

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 07/05/2018 17:00

Malgrado il vistoso, e convincente rimbalzo di venerdì, Wall Street chiude la settimana in territorio negativo, ostentando tuttora una contrazione rispetto alla chiusura del 2017. Un andamento che fa aggrottare le sopracciglia agli investitori, persuasi a mantenere le posizioni a fronte di un contesto generale idilliaco: gli utili per azione crescono del 21%, almeno sei punti oltre le rosee aspettative della vigilia; la ripresa economica rallenta, ma si mantiene ancora robusta; e i fattori geopolitici avversi incominciano a diradarsi, nel momento in cui c'é chi candida Donald Trump a premio Nobel per la pace, grazie agli sviluppi benigni in Corea del Nord e Iran.

Tagli alle imposte, boom degli utili per azione, ripresa economica sincronizzata, deregulation, geopolitica: sono però temi del passato. Su cui peraltro ci sarebbe da fare alcuni rilievi. Sorvolando per amor di brevità, sono i fattori che spiegano la bella performance dei mercati del 2017; non quelli che indicano la strada al 2018. Ora i temi su cui gli investitori dovrebbero soffermarsi, sebbene naturalmente appaiano riluttanti a farlo, sono il Quantitative Tightening globale, che provocherà una contrazione dei bilanci delle banche centrali mondiali fra meno di un anno; la prospettiva di ulteriori aumenti dei tassi da parte della Federal Reserve, sempre meno attenta alla stabilità finanziaria e più incline a curarsi dell'inflazione; e il rallentamento dell'Eurozona, e non solo. L'Economic Data Change Index, calcolato da Citi, converge mestamente verso lo zero. Fra le principali aree globali, soltanto gli Stati Uniti vantano dati macro superiori alla media, a questo punto dell'anno; tutte le altre aree essendo precipitate in territorio negativo.

Bizzarro come, a fronte di simili incertezze, la sicurezza su cui poggia Wall Street produca un saldo annuale per ora negativo, mentre le piazze europee tutto sommato si mantengono sopra la linea dello zero: quasi trainate da un indice FTSE-MIB in grande spolvero, con un saldo a doppia cifra che fa di Piazza Affari il secondo mercato per performance, nel G25, dietro l'Arabia Saudita. E dire che negli USA, venerdì sera, si celebrava la piena occupazione ufficializzata da un tasso di disoccupazione sceso finalmente sotto il 4.0%. Un dato, peraltro, su cui sarebbe parimenti opportuno spendere qualche riflessione...


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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