Quantomeno la seduta di ieri ha sgomberato il campo da una visione controversa del confronto fra l'indice S&P500 e la propria media mobile a 200 giorni: abbattuta da tempo, nella versione esponenziale; non ancora, appunto fino a ieri, in quella semplice. Quel che è peggio è il fermo ritorno dell'indice all'interno del canale ascendente di lungo periodo, di cui ci siamo già occupati, e che Wall Street sfondò imperiosamente verso l'alto lo scorso autunno: tale circostanza pone la parola fine alla crescita esponenziale inaugurata ad inizio 2016, e obbliga l'analista a ricercare nuovi punti di controllo.
Quasi 2300 miliardi di dollari di capitalizzazione, sono stati "bruciati" dalle azioni americane fra febbraio e marzo; con lo S&P che finisce mestamente per chiudere in territorio negativo il primo trimestre 2018. Ripresa economica sincronizzata globale, utili aziendali in crescita a doppia cifra e generoso taglio delle imposte: nulla hanno potuto per incoraggiare gli investitori. Certo, il sell-off che ha investito il settore tecnologico ha avuto la meglio, ma non si può fare a meno di rilevare come, a ieri sera, lo S&P Technology resti l'unico fra gli undici settori principali di Wall Street, che vanti un saldo per il 2018 tuttora positivo.
Il tonfo di ieri sera è pesante da digerire, ma non si può dire che sia giunto del tutto a sorpresa. Una settimana fa ci siamo soffermati su un setup battezzato "Down Friday, Up Monday": rilevammo come, per il benessere tecnico del mercato, fosse opportuno che la debolezza registrata a fine settimana, fosse confermata all'apertura dell'ottava successiva. Quando invece, ad una perdita di venerdì di almeno l'1.5% segue, come occorso di recente, un lunedì in rialzo di almeno pari ammontare; il seguito è benigno soltanto fino al termine della settimana: con lo S&P che invece perde terreno di lì a breve, scavando e conseguendo nuovi minimi. Questo messaggio è coerente con le indicazioni aggiornate del modello di asset allocation, che per il mese di aprile procede ad un'ulteriore limatura della componente Equity del portafoglio ideale.
Gaetano Evangelista
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