Il Trump Rally ha prodotto seimila miliardi di ricchezza

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 16/02/2017 15:06

L'indice MSCI delle borse mondiali consegue un nuovo massimo storico. I listini planetari hanno guadagnato 6.000 miliardi di dollari di capitalizzazione da quando Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti: una cifra pari al prodotto interno lordo di Germania e Regno Unito. Naturalmente la parte del leone è stata fatta da Wall Street, dove i tre indici principali hanno migliorato i massimi assoluti per cinque sedute consecutive: una stringa eccezionale, registrata soltanto altre due volte in tutta la storia combinata di Dow Jones, Nasdaq Composite e S&P500.

A proposito di questo indice, ben 24 società ieri hanno conseguito un nuovo massimo storico; capeggiate da Apple, tornata a brillare assieme a tutto il settore tecnologico USA. Evidentemente la crescente prospettiva di un inasprimento del costo del denaro non scoraggia gli investitori: complice la prevedibile fiammata dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di gennaio - l'effetto base prodotto dal confronto annuale delle quotazioni del petrolio raggiunge ora lo zenit - ieri le probabilità di nuovo intervento da parte del FOMC sono salite al 44% per il mese entrante, e al 63% per la riunione di maggio. Auspicheremmo una maggiore cautela da parte della signora Yellen.

D'altro canto, però, una evoluzione imperiosa come quella dei mercati azionari degli ultimi tre mesi non giunge a sorpresa. Fra il 2014 e il 2015 il MSCI World ha disegnato un perfetto testa e spalle, peraltro pienamente validato dalla penetrazione della linea del collo: c'è stato persino un pullback da manuale. Ma quella figura di inversione, che per quanto ci riguarda gode di scarso credito, è stata successivamente messa in discussione, e definitivamente neutralizzata sul finire dello scorso anno, quando come si ricorderà fu superato il picco della spalla destra: un comportamento tipicamente bullish, che spiega in modo esemplare la straordinaria performance delle borse mondiali degli ultimi tre mesi. Nel 2017 Yearly Outlook ci siamo appunto soffermati sui target di lungo periodo conseguibili grazie allo scenario bullish venutosi a delineare lo scorso anno.


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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