La corposa allocazione in borsa è stata finora premiante

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 03/05/2017 13:50

Gli Stati Uniti continuano a fornire emozioni estreme. Da un lato, registriamo la nuova avanzata degli indici azionari, capitanati con sicurezza dal Nasdaq, salito ieri ad un nuovo massimo storico. Protagoniste indiscusse le grandissime capitalizzazioni del listino tecnologico, se si considera che le prime cinque (Apple, Alphabet, Microsoft, Amazon e Facebook) capitalizzano congiuntamente 2.8 trilioni di dollari: quanto il PIL del Regno Unito.
Non che questo possa indurre a parlare di bolla: rispetto al 2000, i fondamentali sono decisamente migliori; rispetto a 17 anni fa, la performance media annualizzata non supera l'1.5%. Nulla di memorabile, se si considera che i 17 anni terminati nel 2000 videro il Composite apprezzarsi in media del +18.5%, sempre annualizzato: un galoppo sfrenato, al confronto della passeggiata degli ultimi tre lustri.

D'altro canto, però, i dati economici negli Stati Uniti continuano a deludere. L'ISM Index, reso noto ieri, ha prodotto la discrepanza fra previsioni e realtà più accentuata da settembre. Ne risente ancora una volta il CESI, l'indice delle sorprese macro, che già venerdì è scivolato clamorosamente in territorio negativo, per la prima volta dallo scorso autunno. Clamoroso oltretutto il divario fra il CESI degli Stati Uniti e il CESI globale, tuttora ampiamente positivo: una divergenza che merita di essere esplorata analiticamente. Il Rapporto Giornaliero di oggi individua tutti i precedenti simili, illustrando il seguito che ci possiamo aspettare da Wall Street per i prossimi mesi.

Finora l'asset allocation dettata dal nostro modello mensile ha premiato senza esitazioni l'investimento in borsa: pari al 75% del totale, in questi primi quattro mesi dell'anno. Si comprende bene come l'attenzione dei nostri lettori sia rivolta adesso all'aggiornamento, appena reso disponibile in area utenti del sito, onde comprendere se questa aggressività sarà confermata, rafforzata, o ridimensionata.
Nel frattempo le borse europee fanno i conti con le resistenze: l'Eurostoxx50, come testimonia la figura, sta sollecitando adesso l'ultima resistenza, sotto i 3600 punti, prima del massimo di due anni fa.


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

 

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