Non si può certo sostenere che manchino le cattive notizie, a disturbare il sonno degli investitori. La Corea del Nord rilancia la sfida nucleare, la Casa Bianca è impantanata, fra veti incrociati e riforme che stentano a ripartire, mentre sullo sfondo il raggiungimento del tetto del debito federale, minaccia un clamoroso shutdown del governo. C'é chi paventa una riedizione del 1987 - e, perlomeno come tempistica, ci siamo: vedasi quanto commentato nel Rapporto Giornaliero di oggi; e ora ci si mette anche l'uragano Harvey. È naturale che gli operatori temano il peggio.
Tuttavia, non si deve trascurare la possibilità che, lungi dall'impattare sulla tendenza di fondo del mercato, questa impressionante sfilza di notizie possa incidere soprattutto sulla volatilità. Nell'ultimo anno a Wall Street le sedute terminate con una variazione in valore assoluto superiore al punto percentuale, sono state appena 16, pari al 6% del totale: il mercato è crioconservato, se si considera ad esempio che, un anno e mezzo fa, il conteggio delle sedute volatili raggiunse le 83 unità (una su tre) nell'anno precedente.
Un contenimento simile della vitalità di mercato è eccezionale. Lo conferma appieno lo studio proposto oggi, che mostra il contatore di sedute effervescenti, in valore assoluto, nell'arco di un anno. L'aspetto che vorremmo mettere in evidenza, riguarda proprio l'abbozzata inversione di tendenza che si va registrando: la statistica in questione promette di svoltare verso l'alto, dopo aver raggiunto un infimo valore in piena estate. Si andrebbe incontro ad un mutamento epidermico: il concetto è neutro, una ripartenza definitiva della volatilità è tanto probabile quanto neutra per la tendenza di fondo, in linea di principio. Ciò che sappiamo, è che quando l'inversione si formalizza appieno, il trend in essere muta: si inverte, o accelera. L'afa estiva sta per essere archiviata.
Gaetano Evangelista
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