Quando la barriera sembra tanto lontana

Staff GBinvesting Staff GBinvesting - 08/04/2016 17:09

Sono in contatto con molti Emittenti di Certificates, che mi informano del traffico che circola sui Certificates, sia su quelli in circolazione già da un po’ e che spesso hanno toccato la barriera, sia su quelli di nuova emissione.

Anche ieri ero al Salone del Risparmio e mi stavo confrontando con alcuni di loro, che mi hanno confermato quanto già avevo appreso dalle considerazioni che mi arrivano per mail da parte di tanti Investitori e che si riassumono in 2 fenomeni:

1) Chi ha in portafoglio un certificato che ha toccato la barriera, è INGESSATO e aspetta, aspetta, aspetta… di tornare a pari… quindi aspetta un bel po’!
2) Chi ha saggiamente conservato della liquidità ed EVITATO LE BARRIERE, adesso ha le mani libere per fare delle grandi belle mosse

Ribadisco un concetto già espresso nei precedenti articoli:

NON E’ IMPORTANTE LA BARRIERA DI PROTEZIONE,
MA LA SCELTA DEL SOTTOSTANTE
E ANCORA DI PIU’ QUANDO COMPRARLI E SOPRATTUTTO QUANDO VENDERLI


Cosa è successo a chi è stato ingolosito mesi fa da certificati che presentavano barriere che sembravano lontanissime?


A parte che in Borsa, il concetto di “lontanissime” è davvero molto relativo, avere barriere poste anche al 40-50% non serve a rassicurare, a maggior ragione se poi queste sono fatte su sottostanti come BMPS, BANCO POPOLARE o UNICREDIT, non si è al riparo da brutte sorprese ed i prezzi dei certificati in questione possono continuare a calare, anche se la barriera è lontanissima.

Oggi come oggi, credo sia bene stare molto alla larga dal settore bancario: pochi giorni fa è uscita la notizia che Banca Monte dei Paschi potrebbe aver bisogno di nuovi mezzi freschi e questo è avvenuto solo tre giorni dopo la comunicazione dell’aumento di capitale da 1 miliardo di Banco Popolare. Tutto questo non poteva che affossare il listino con Unicredit che dal dopo Draghi ha già perso oltre 1 euro!

Capite bene che, con un contesto del genere, barriere che sembrano apparentemente lontane oggi, potrebbero essere spaventosamente vicine tra poche settimane quando rientreremo nel vivo delle ricapitalizzazioni.

Ecco perché quest’anno il fai da te è decisamente pericoloso: bisogna sapersi destreggiare nella scelta ottimale dei sottostanti, che non devono mai essere troppo volatili, privilegiare barriere discrete e lontane e bisogna saperli soprattutto gestire, cosa che purtroppo non vedo fare da altri professionisti, che li comprano e li tengono fino a scadenza. Non è questa la logica che utilizzo io: si può anche scegliere di portarli a scadenza, ma solo se non c’è niente di meglio in giro tra le nuove emissioni, altrimenti bisogna sapere scegliere ed agire di conseguenza. E questo vale anche e soprattutto quando le barriere sono state toccate, altrimenti il portafoglio si ingessa e le possibilità di recupero crollano vicine allo zero.

Da inizio 2016, sono riuscito a mantenere la performance del servizio Alert Certificates del www.eduwebalert.it positiva di oltre il 2%, pur avendo liquidato l’unico certificato Bonus che aveva violato la barriera ed ora ho in portafoglio certificati solo con barriere discrete, che sto coprendo con opzioni call vendute molto bene, tanto che su alcuni ho abbassato notevolmente il prezzo di carico, tanto che posso anche per quest’anno ambire ad una buona performance, anche perché ora sono liquido e posso mettere in portafoglio certificati nuovi.

Oggi non basta conoscere tecnicamente come funziona lo strumento, occorre conoscere anche il mercato, la sua direzione e non lasciarsi ingannare dalle barriere che possono essere più vicine di quanto potete immaginare!


La cosa più sorprendente è vedere come, in un periodo in cui si potrebbero fare cose egregie sui certificati, non c’è molto materiale a disposizione che mi entusiasmi e che mi dica “buy”!
Ad esempio, i certificati a cedola mensile emessi da Unicredit con scadenza 17/02/17 vedono già alcuni prodotti quotare 82 (Pop Milano) o 66 (Banco Popolare), mentre quelli su sottostanti buoni beneficeranno ancora di due cedole e poi rimborseranno, essendo autocallable da giugno per cui, se le cose vanno male, si ha comunque un rischio elevato mentre, se le cose vanno bene, si portano a casa solo tre mesi di cedole.

Questo vale anche per i certificati emessi da Exane, che ha pensato bene di emettere anche certificati che potessero garantire il capitale (e su Intesa gli è andata molto bene, grazie a Draghi), ma sempre discutibili dal punto di vista del rapporto rischio/rendimento.
Vediamo ora quello che è, per me, uno dei migliori certificati in quotazione oggi al SEDEX e che è nato proprio con un confronto tra me ed il relativo Emittente.


CODICE ISIN: DE000CZ44R06
Tiplogia: Worst Of su ENI  ENEL e FERRARI
STRIKE   ENI         13.52€                       ENEL          4,00€                FERRARI  37,22€
SCADENZA 1-4-2019
CEDOLE TRIMESTRALI  3.93%   PROSSIMA CEDOLA 1/7/2016
BARRIERA DISCRETA : 70%
Autocallable solo una volta all’anno nelle rilevazioni di aprile


L’opzione autocallable (che l’Emittente predilige, per non vedersi costretto a pagare cedole generose per tutta la durata del prodotto), anziché farla da subito, è attiva da dopo un anno e questo è molto importante perché così, anche se i titoli dovessero salire, non si subirebbe la beffa di essere subito rimborsati, ma si porterebbero a casa comunque ben 4 cedole trimestrali del 3.93% ciascuna.

Oggi 7 aprile si compra a meno di 1.000 per cui, se tra un anno si fosse rimborsati, si avrebbe comunque un ottimo rendimento, di circa il 20%, che difficilmente si potrebbe ottenere dall’investimento diretto in azioni.

Questo è un certificato che va bene sia per l’investitore a caccia di buoni rendimenti, ma con un rischio sotto controllo, sia per il risparmiatore che magari si accontenta anche di molto meno, ma la scelta dei sottostanti non è casuale e l’incasso delle prime cedole dovrebbe garantire un buon paracadute anche in caso di discesa delle quotazioni dei 3 titoli, per cui mi sentirei di inserirlo sia in un portafoglio prudente (un 5-10%) sia in un portafoglio più aggressivo (20%), proprio perché il flusso cedolare di quasi il 4% trimestrale consente di abbattere decisamente i rischi nel giro di due o tre trimestri.

Al prossimo articolo

Giovanni Borsi & il Team Eduweb
info@giovanniborsi.it

Fonte: www.eduwebcertificates.it

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