Il certificato del mese – Ottobre 2016 un ottimo modo per recuperare le minusvalenze in scadenza

Staff GBinvesting Staff GBinvesting - 13/10/2016 12:38

Si avvicina la fine dell’anno e, come tutti gli anni, ci arrivano innumerevoli richieste di aiuto su come compensare le minusvalenze maturate nel 2012, quelle che verranno completamente perse allo scadere del 31/12, ammesso che non si applichino delle strategie per recuperarle o, quanto meno, spostarle in avanti.

Le minusvalenze ricordo che sono le perdite subite nell’investire il proprio denaro sui mercati finanziari; in poche parole, si tratta della differenza negativa tra il prezzo di acquisto e quello di vendita di un prodotto finanziario.

Ricordo che la normativa vigente prevede che le minusvalenze dal punto di vista fiscale possano essere compensate nell'anno in cui si realizzano e nei 4 anni successivi, attraverso la compensazione con plusvalenze (guadagni) successivamente maturate.

Superato questo arco temporale, si perde irrecuperabilmente la possibilità di utilizzare questo credito d'imposta.

E' bene precisare che è possibile compensare le minusvalenze generate sul mercato azionario, obbligazionario, dei derivati e le minusvalenze derivanti dal rimborso di Sicav e Fondi Comuni d'Investimento (SGR), mentre non è possibile compensare minusvalenze con plusvalenze derivanti dalla vendita di Sicav e SGR, perché il fisco italiano distingue i prodotti finanziari tra quelli che producono “reddito di capitale” e “reddito diverso”.

I prodotti finanziari che generano "reddito di capitale", e che quindi NON sono utili per compensare minusvalenze, sono gli ETF, i fondi comuni di investimento ma anche le cedole delle obbligazioni e i dividendi delle azioni.

I prodotti finanziari che invece generano "reddito diverso", e che quindi permettono di recuperare minusvalenze, sono le azioni, le obbligazioni, gli etc e i certificates.

Chi ha in portafoglio minusvalenze in scadenza, dal momento che sono state contratte, non è il caso che le lasci scadere, soprattutto perché i modi per recuperarle legittimamente ci sono ed in questo caso vi spiegherò come farlo appunto con l’utilizzo dei certificates.

I certificati di investimento risultano essere gli strumenti fiscalmente più efficienti,dal momento che tanto l’imposta maturata sul capital gain, quanto quella sul premio derivante da cedole condizionate, risultano integralmente compensabili con le minus accantonate nello zainetto fiscale.

Vedendo quello che c’è sul mercato, ho pensato che era doveroso sollecitare qualche Emittente a fare di meglio, magari proprio prendendo spunto da quello creato da Exane ad aprile 2016 ed oramai un po’ datato, soprattutto considerato che uno dei sottostanti è sceso del 16.78% rispetto allo strike iniziale.

Analizziamo quello di Exane per poi vedere come è stato facile fare meglio:

ISIN: FREXA0001273

Emittente: Exane

Scadenza 9/5/2019

Sottostanti: Eni, Telecom, Eurostoxx50 e Leonardo Finmeccanica

Barriera a scadenza e trigger cedola: 55%

Maxi cedola al 5/12/2016 : 10%

Cedole mensili successive : 0.5%

Autocallable: sì, da maggio 2017

Prezzo attuale: 935

 

Performance dei sottostanti il 11/10/16

Nome

Valore iniziale

Prezzo di chiusura

Performance dall'emissione

ENI SpA

14,07 EUR

13,34 EUR

-5,12 %

EURO STOXX 50

3096 EUR

3010 EUR

-2,77 %

Leonardo-Finmeccanica SpA

11,06 EUR

10,08 EUR

-8.70 %

Telecom Italia

0,87 EUR

0,722 EUR

-16,54%

 

Vediamo ora quello che ritengo essere il certificato del mese:

ISIN: DE000CZ44U27

Emittente: Commerzbank

Scadenza: 10/10/2020

Sottostanti: Eni, Telecom, Fca, Generali

Barriera a scadenza: 65%

Trigger cedola: 75%

Maxi cedola al 10/12/2016: 22%

Cedole trimestrali successive: 1.5%

Autocallable: sì, da aprile 2017

Prezzo attuale: in quotazione il 12 ottobre 2016

 

Performance dei sottostanti il 11/10/16

Nome

Valore iniziale

Prezzo di chiusura

Performance dall'emissione

ENI SpA

13.60 EUR

13,34 EUR

-1,91 %

Generali Ass.ni

11.37 EUR

11.36 EUR

-0,09 %

Fca

5,91 EUR

5,91 EUR

0 %

Telecom Italia

0,74 EUR

0,722 EUR

-2,43 %

Cosa emerge dal confronto?

Il secondo, quello emesso da Commerzbank:

1. RICHIEDE UN MINOR IMPEGNO DI DENARO PER OTTENERE LO STESSO SCOPO GRAZIE AL CEDOLONE DEL 22%.

In pratica, per recuperare ipotizziamo 10.000€ di minus, basta comprare 49.000€ di certificati di Commerzbank mentre, comprando quello di Exane, si dovrebbe mettere sul piatto il doppio della cifra;
2. HA MAGGIORI PROBABILITA’ DI RIMBORSO ANTICIPATO: i titoli del certificato di Exane sono già scesi tra il 3 e il 17%, per cui risulta difficile ed alquanto improbabile sperare nel rimborso a 1000 a maggio 2017 (data in cui il certificato di Exane diventa autocallable). Se riuscirà a rimborsare quello di Exane, a maggior ragione si otterrebbe il rimborso su quello di Commerzbank, che ha strike fatti il 10 ottobre ed in linea coi prezzi attuali di mercato. Inoltre, l’opzione autocallable è posta un mese in anticipo (aprile e non maggio), pertanto si otterrebbe un ritorno del 23.5%, che in realtà è ben superiore, se si pensa che l’investito non è 1000 ma 780, in quanto si incassa subito il cedolone del 22%, per cui il ritorno massimo dell’investimento è di circa il 30% e lo si può ottenere senza neanche dover sperare in un rialzo dei prezzi !!
3. LA QUALITA’ DEI SOTTOSTANTI: due sono identici per cui poco cambia. Per il resto, FCA penso sia meglio di Leonardo, in quanto è prezzata bene (5.90€ è un prezzo relativamente basso) e potrebbe reggere meglio una discesa del mercato e Generali è un finanziario, ma molto meglio del settore bancario di cui è pieno l’Eurostoxx50.
4. LA POSSIBILITA’ DI RIVENDERLO GIA’ A FINE ANNO in buon guadagno

Per cui, quando andate a comprare uno strumento finanziario, anche se quello che vi propongono è abbastanza bello, andate sempre a vedere se sul mercato ce ne sono di analoghi, ma con caratteristiche migliori !!

In questo esempio, balza all’occhio che vince il secondo su tutti i fronti perché, anche chi ritiene che la barriera nel primo è più bassa e posta al 55%, col fatto che Telecom è già scesa del 17% rispetto allo strike del primo certificato, alla fine anche le barriere del secondo sono meglio.

Il raffronto andrebbe fatto una volta staccata la cedola:

-      se si compra il primo a 935 e si incassa 100 per via della cedola, è come se lo si avesse pagato 835;

-      se si compra il secondo a 1000 e si incassa subito 220 per via del cedolone,
       è come se lo si avesse pagato 780.

A questo punto, i rendimenti sono simili a livello di cedole, ma le probabilità di rimborso anticipato del secondo sono al 50%, mentre sul primo non arrivano al 10% e su questo fattore c’è tanta differenza, perché sul secondo, se dopo lo stacco c’è una fase rialzista del mercato (esempio il rally di fine anno che serve a tutti per abbellire i bilanci, il classico window dressing), se i titoli saranno sopra strike, ad inizio anno difficilmente il certificato sarà ancora inchiodato al prezzo di carico di 780.

Il certificato prezzerebbe la buona probabilità di venire rimborsato 1015 dopo tre mesi (30% sul prezzo dopo stacco di 780!), per cui il certificato potrebbe anche valere 880-900 ed essere quindi venduto anticipatamente avendo ottenuto 3 ottimi risultati:

-      innanzitutto il suo scopo di COMPENSAZIONE MINUSVALENZE;

-      cosa non da poco, un RENDIMENTO in meno di 3 mesi (ipotizzandone l’acquisto a metà ottobre)
       del 10-15%;

-      altra cosa non da poco, il RIENTRO DELLA LIQUIDITA’ dopo poco tempo, senza essere costretto
       a stare dentro con basse cedole per anni.

In conclusione, vi invito a conteggiare al più presto le vostre minusvalenze, perché il momento di agire è ADESSO; non rimandate ulteriormente che ormai l’anno sta finendo e occasioni così valide per recuperare le minusvalenze ce ne sono poche in giro.


Giovanni Borsi - EDUWEB SRL
www.eduwebcertificates.it

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