1/8/2019 h 9.30
E insomma ieri abbiamo avuto Powell, che ha tagliato i tassi dello 0,25%.
Nulla di nuovo direte voi, e avete perfettamente ragione. La cosa più interessante forse stata linguaggio del corpo della voce nell’intervista del governatore.
Sottoposto al fuoco di fila delle domande della stampa specializzata, Powell mi è sembrato nettamente fare la parte di uno che risponde in base all’emozione che prova in quel momento, e l’idea che mi sono fatto è che gli operatori professionisti abbiano venduto abbastanza pesantemente - sia pure con una certa “dignità” - i listini di Wall Street quando lo hanno visto un po’ incerto nel contraddirsi una domanda si e una pure, ad esempio quando gli è stato chiesto se poteva spiegare meglio che cosa volesse dire con “solo un piccolo aggiustamento sui tassi."
La sensazione che mi ha dato quell’uomo era che al posto suo, come ho scritto ieri in un post su Facebook, ci fosse una roba tipo Ambra quando le frasi gliele dettava Boncompagni.
Mettendomi nei panni dei money manager, premere il tasto sell mi è sembrata una reazione corretta.
È stato infatti dichiarato che il calo del costo del denaro è un aggiustamento in base ai dati economici più preoccupanti, giustificato poi anche dal tentativo (parole sue) di “prolungare il ciclo economico attuale”. Atteggiamento ondivago che infatti si riflette su una decisione che non è stata unanime, dato che 2 membri su 21 non erano d’accordo.
La Fed non nasconde che l’inflazione sale meno del previsto, e quindi questo potrebbe suggerire di leggere meglio i prossimi dati sui consumi. Viene anche affermato che c’è un po’ di rallentamento mondiale - questo lo sapevamo - e in ultimo la Banca centrale comunica che ha qualche perplessità sulla guerra commerciale fra Cina e Stati Uniti.
Questa è stata l’unica frecciata indiretta verso i comportamenti di Trump, ma si è notata fin troppo bene, tanto infatti che Powell (excusatio non petita, accusatio manifesta) ha voluto precisare che lui non critica minimamente l’operato del governo, dicendo anche che la decisione di tagliare tasse non è arrivata su pressione della politica. Questo tipo di risposta standard secondo me ai mercati è piaciuta nella misura in cui, poiché sono state al contrario assai palesi le pressioni di Trump su quest’ultimo meeting.
Dax e compagnia bella si sono ovviamente mossi all’unisono, grazie anche alla compressione di volatilità delle ore precedenti di contrattazione della giornata, scaricando un po’ di volumi sotto 12.100. Analizzando i grafici con un time frame ad esempio a 10 minuti, gli scambi più rilevanti sono sulla candela che va dalle 20:50 alle 21:00.
È una candela tipo Hammer, anche se un po’ esagerata, che stanotte ha aperto proprio in questa zona di prezzo, che vedo testata nel momento in cui sto scrivendo queste note.
La reazione delle borse europee comunque appare convincente, trainata molto anche dal settore bancario, che in questo momento sta performando oltre 1,5%. Questo upside, nonostante lo spread di nuovo brutto, trascina anche il nostro mercato (qui resistenza a 21.625 e supporto 21.335).
In ogni caso credo che una maggiore quadra e linearità dei comportamenti la si possa vedere nel pomeriggio, osservando come Wall Street vorrà interpretare la riunione di ieri. Se diamo uno sguardo ai grafici comunque una certa legnata l’hanno presa
Uno sguardo anche alla price action evidenza soprattutto sul Dax, comportamenti molto opportunisti e di breve respiro da parte di tutti gli operatori.
Siamo anche a inizio mese e non credo che proprio oggi chi muove il denaro pesante scoprirà le sue carte.
La mia idea è che Powell non sia comunque una persona dotata di grande carisma, e su questa faccenda prima o poi i mercati dovranno emettere un giudizio più approfondito.
Buon trading
Giovanni Lapidari
www.lapidari.it
Trade Yourself.
Il mio primo libro: Trader si diventa.
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