Isterie controllate da Wall Street

Giovanni Lapidari Giovanni Lapidari - 23/03/2018 10:07

Fed non ha voluto calcare la mano più di tanto sull’aumento dei tassi (che dovrebbero essere tre e non di più per il 2018),  ma gli investitori più attenti hanno anche notato che sarebbe bastato un solo voto in più a favore di misure più restrittive per superare il 51% dei votanti in questa direzione.
 
Va poi anche evidenziato che i rialzi previsti per il 2019 non sono due ma tre, e che le previsioni di crescita dell’economia e dell’inflazione - nonostante l’atteggiamento di Trump - sono in rialzo, soprattutto per la seconda che viene vista al di sopra dei livelli di guardia della Banca centrale per il 2019 e 2020.
 
Quindi Powell alla fin fine non è stato colomba, ma “falco fra le righe”.
 
Se da un lato il governatore ha dichiarato il consueto ottimismo sul controllo dei prezzi al consumo e sul fatto che vi sono pochi rischi per la stabilità finanziaria, al tempo stesso però gli operatori si sono già mossi in anticipo impostando atteggiamenti molto più guardinghi, perché torna a pesare la problematica dei dazi, ma soprattutto in Europa abbiamo visto dati macro economici su Pmi di Marzo assai deludenti, e quindi la rottura di 12.200 sul Dax e di 3288 su Eurostoxx (minimo del giorno 19) tecnicamente si è fatta molto sentire, soprattutto perché accompagnata da nuova incursione ribassista sul comparto bancario europeo.
 
È ovvio che in un quadro congiunturale dove BCE non può aumentare i tassi e contemporaneamente la congiuntura non tira, il primo settore che ne risente è proprio quello delle banche, cui manca il propellente del costo del denaro e della domanda di esso per creare utili.
Banche che, non dimentichiamo, in Italia sono sempre poi sotto il mirino di Ue per gli Npl.
Ultimamente poi c’è stata la faccenda di Facebook e ricorrenti avvisi sui problemi di Deutsche Bank, istituto che mai si è distinto per chiarezza sulle sue politiche di sviluppo e su trasparenza del bilancio.
 
In sintesi il quadro macro, non solo tecnico/grafico, si sta sviluppando in negativo e di questo tutti gli investitori ne devono tenere conto. Dobbiamo accettare che il meglio delle borse è da tempo alle loro spalle e che il trend di base dell’azionario non è rialzista.
 
Lo si vede anche dal fatto che lo yen si sta progressivamente rivalutando su tutte le valute, e questo significa uscita di denaro dalle borse.
 
Entro certi limiti, quando il focus è sull’incremento dei tassi di interesse, si va a perdere la correlazione borse giù/Bond su. Questo perché se i tassi aumentano, ci perdono le borse in quanto già salite in precedenza solo grazie a denaro a costo zero ma ci rimettono pure i bond, che per via del tasso fisso temono i rialzi come non mai.
 
Se invece il focus è su notizie macro e congiunturali negative per l’appetito per il rischio, come è avvenuto ieri sera quando Trump ha di nuovo chiarito il discorso sui dazi, allora l’obbligazionario torna a essere interessante per posizionarvi liquidità in uscita dai listini.
 
Tecnicamente, la rottura di 2670 su SP 500 è elemento chiave per spiegare questi ribassi su Wall Street. Dazi doganali prima o poi portano a contrazione dell’economia, e i mercati si muovono sempre in anticipo.
 
Sarà bene pertanto che possano arrivare istanze di recupero, ma devono essere visibili già nella chiusura di questa settimana e anche potenti nei loro volumi. Altrimenti il mese andrebbe a concludersi male e inaugurerebbe la stagione meno propizia per l’azionario in modo non favorevole per gli investitori rialzisti.
Sono tutte cose di cui parlerò il 12 apirle al Golf Club di Montecchia (Pd) in un incontro organizzato da Infinox Italia e nel quale affronterò argomenti legati alla gestione profittevole della volatilità tramite trading systems e il lavoro che facciamo su My Trader Club 
 
I prezzi di equilibrio per oggi sono:
 

  • 12.000 per il Dax
  • 3.235 per Eurostoxx
  • 158.71 per Bund
  • 21.835 per Ftsemib40
  • 2.642 su SP500
  • 6.695 per Nasdaq
  • 23.947 per Dow Jones
  • 1.2324 per Eur Usd
  • 104.97 per Usd Yen
  • 1.331 per Oro

 
Nota tecnica: qualora i suddetti prezzi siano superiori alle attuali quotazioni sono da interpretare come resistenze, se inferiori sono da interpretare come supporti.
 
Buon trading.
 
Giovanni Lapidari

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