La medaglia ha sempre due facce

Giovanni Lapidari Giovanni Lapidari - 07/02/2018 10:01

BUBBLE GUM
 
Iniziano a palesarsi più chiaramente le motivazioni reali del crash di lunedì sera.

Detto che resto della mia opinione, e cioè che buona parte della responsabilità di quanto è avvenuto è da attribuirsi a macchinette che hanno lavorato sui volumi e sugli stop loss degli indici Usa, pare siano intervenute liquidazioni forzate di posizioni ribassiste di volatilità da parte di investitori speculativi sul VIX.

Noi, che siamo modesti operatori, é dalla fine dell’anno scorso che avvisiamo i nostri lettori di stare in guardia sulla volatilità, perché sarebbe stata la protagonista del 2018.
 
Vi fornisco però alcuni dati.
 
Il 25 gennaio l’indicatore Lapidari Sentiment - linea blu, e la sua trendline di supporto rialzista -  segnala il comportamento dei professionals - segnalava acquisti di volatilità da parte di mano primaria per 0,22. Alle 14:00 del 31 gennaio gli acquisti si attestavano a 0,70. Matematicamente è una crescita di oltre 3 volte.

Tra il giorno 1 e il 2 febbraio si chiude con l’indicatore a 1,30, in continuazione il trend rialzista dei buy, che prosegue PER TUTTO IL GIORNO 5, quindi segnalando che la richiesta di protezione del rischio era già da diverse sedute in essere.

Alle 14:00 del giorno 5 febbraio gli acquisti di Vix da parte di investitori istituzionali erano per 1,73, contro vendite di protezione da parte di retailers per 0,98.

Questo sta palesemente a significare  che la manovra di rientro dall’esposizione azionaria da parte dei professionisti era già in essere molto prima che i suoi effetti si manifestassero, e quindi sarebbe bene che tutti coloro che oggi gridano contro la finanza deviata e i sistemi automatici si facessero un onestissimo esame di coscienza: sono questi stessi sistemi automatici che gli hanno consentito di guadagnare senza rischio per tutto il 2017.

Se poi studiare certe cose costa...... il mercato ci ha insegnato il prezzo dell'impreparazione.

Detto questo, l’andamento della seduta di ieri è stato caratterizzato da buonissimi rimbalzi vista l’apertura potentemente ribassista delle principali borse. Occorre però dire che il comportamento degli investitori è stato saggio. In Europa si è tornati a testare i prezzi di chiusura di lunedì (punto più, punto meno) per poi ripiegare intelligentemente dopo aver toccato resistenze tecniche rilevanti, quali ad esempio la zona che va fra 12.620 12.635 per il Dax.
 
L’Asia stanotte è stata piuttosto prudente, come è giusto che sia: i forti ribassi di lunedì hanno comunque rovinato la bellezza tranquilla dei grafici borsistici dell’ultimo anno, e anche se potremmo essere vicini a minimi importanti, gli operatori sanno leggere entrambi i lati delle statistiche su eventi di questo genere.
 
Statistiche che ci dicono che di norma, dopo ribassi analoghi e ovviamente accompagnati da livelli inversamente rialzisti del VIX, nei mesi successivi le borse hanno dato luogo a recuperi interessanti.
 
Il problema è che però i gestori devono far conto anche di due aspetti.
 
Primo: le performance si costruiscono facendo copia incolla anche dei tanti momenti di breve, e quindi non puoi non lavorare anche di breve.
Il secondo tema è invece psicologico: non oso immaginare le telefonate dei clienti abituati a non vedere mai ribassi e già pronti a disinvestire.
 
Pertanto, come fino a l’altro ieri si sottovalutava il rischio, adesso non si parlerà altro che di questo e quindi è probabile vedere politiche di trading anche delle sale istituzionali caratterizzate dal braccino corto.
 
L’apertura di stamattina è in tono dimesso, anche se lo strappo finale delle borse americane crea nel momento in cui scrivo una performance relativamente positiva. Direi pertanto di monitorare per Dax, Eurostoxx e dintorni i prezzi ufficiale di chiusura delle 17:30 di ieri, in area 12.380 per il derivato tedesco e 3400 per l’indice delle più importanti capitalizzazioni europee.
Monitoreremo inoltre il comportamento dei titoli di Stato che mi sembrano di nuovo desiderosi di recupero. Resistenza del Bund in zona 159 e del T Bond a 146.50.

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