Flash sui mercati

Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche - 26/01/2015 16:10

Da seguire:

Area Euro

Grecia

. Le elezioni politiche si sono concluse con un largo successo della sinistra radicale di Syriza. In base ai risultati quasi definitivi, Syriza avrebbe ottenuto il 36,6% contro il 27,8% di Nuova Democrazia, conquistando probabilmente 149 seggi (2 in meno della maggioranza assoluta). SYRIZA, per quanto premiata dalla polarizzazione del voto, dovrà perciò formare una vera e propria coalizione di governo o ottenere l’appoggio esterno di qualche piccolo partito di centro. L’incarico al leader di Syriza, Tsipras, per la formazione del governo dovrebbe essere conferito già oggi.

Il nodo delle prossime settimane sarà il livello di pragmatismo che Syriza mostrerà una volta giunto al potere. Il nuovo governo, infatti, non avrà molto tempo per prepararsi ai negoziati con i creditori internazionali, il cui sostegno rimane essenziale per evitare un nuovo tracollo finanziario e l’uscita dall’Unione Europea, e per valutare quali promesse elettorali siano concretamente attuabili considerati i vincoli finanziari.

Gli investitori sembrano al momento puntare su qualche soluzione di compromesso, considerando anche l’interesse dei creditori internazionali a non perdere tutti i crediti concessi alla Grecia dal 2010. Il quadro potrebbe però essere complicato dal calcolo politico, con alcuni Stati membri dell’Eurozona preoccupati per le conseguenze che un cedimento alle richieste della Grecia potrebbe avere su altri paesi, e altri, al contrario, intenzionati a utilizzare l’evento a sostegno di una maggiore flessibilità delle regole fiscali. Non dimentichiamoci che questo è anche l’anno delle elezioni in Spagna, dove il nuovo partito radicale Podemos, che ha legami stretti con Syriza, è in testa ai sondaggi.

Germania. L’indice IFO è visto in aumento a gennaio a 106,9, da un precedente 105,5 in linea con le indicazioni dallo ZEW della scorsa settimana. Si tratterebbe di un massimo da luglio scorso e del terzo aumento consecutivo per l’indice sintetico, che generalmente segnala un’accelerazione ciclica. Ci aspettiamo un aumento dell’indice sulle aspettative a 103,2 da un precedente 101,4, nuovamente al di sopra della media di lungo termine (100,1). L’indice sulla situazione corrente è visto a 111,4 da un precedente 109,8. La riunione odierna dell’Eurogruppo comprenderà anche uno scambio di opinioni sullo stato delle cose in Grecia.


I market mover della settimana

Nell’area euro, l’indice IFO è visto in recupero a 106,9 da 105,5. L’indice di fiducia economica elaborato dalla Commissione UE dovrebbe tornare a salire dopo tre mesi di stallo fino a 101,6. La fiducia sia delle imprese che delle famiglie è attesa in ripresa in Italia. L’ulteriore calo del prezzo del petrolio nell’ultimo mese dovrebbe spingere l’inflazione a gennaio -0,3% da +0,1% in Germania, a -1,8% da -1,1% in Spagna e a -0,5% da -0,2% nella media area euro. In Spagna, la prima stima sul PIL del 4° trimestre dovrebbe mostrare una crescita di 0,5% t/t, stesso ritmo dei mesi estivi.

La settimana ha diversi dati importanti in uscita negli Stati Uniti, ma il focus sarà sulla riunione del FOMC. La prima stima del PIL del 4° trimestre dovrebbe registrare una variazione di poco superiore al 3% t/t ann., spinta da un’ampia accelerazione dei consumi. L’Employment Cost Index del 4° trimestre dovrebbe segnalare un aumento moderato del costo del lavoro. Gli indici di fiducia dei consumatori di gennaio dovrebbero essere in aumento, su picchi del ciclo precedente, grazie al mercato del lavoro positivo e al calo del prezzo della benzina. I dati di novembre dovrebbero essere favorevoli, con ordini di beni durevoli e vendite di case nuove in aumento.


Venerdì sui mercati

L’euro, che aveva chiuso la settimana a 1,1207 dopo essere sceso fino a 1,1113, questa mattina è quasi invariato a 1,1198, ma ha sperimentato oscillazioni che si sono estese al ribasso fino all’area 1,10. L’euro ha ceduto terreno anche contro sterlina e yen. L’apprezzamento del dollaro come cambio effettivo è accentuato dalla discesa del dollaro canadese e del renminbi cinese.

La reazione post-BCE dei mercati obbligazionari è stata all’insegna del calo dei rendimenti, fenomeno che si è esteso anche agli UST, mentre gli spread pagati dalla periferia europea sul Bund si sono riallargati dopo il forte calo del giorno precedente. Questa mattina, dopo le elezioni greche, la tendenza all’allargamento degli spread prosegue – un po’ più intensa sulla Spagna che sull’Italia.

Petrolio in lieve calo anche venerdì, ma il Brent Crude rimane in area 48 dollari e la volatilità si è molto ridotta.


Area Euro

Il PMI composito è salito a 52,2, da un precedente 51,4, più delle stime di consenso. L’indice per il manifatturiero è salito a 51,0 da un precedente 50,6 grazie al recupero di due punti dell’indice francese a 49,5; in Germania, però, è calato di due decimi a 51 da 51,2. L’indice per i servizi è salito a 52,3 da 51,6, in questo caso il miglioramento è concentrato in Germania dove l’indice è salito di 0,7 punti a 52,7, bilanciando il calo di quello francese a 49,5 da 50,6. Il recupero dell’indice PMI composito è un segnale moderatamente positivo, ma l’indice rimane ancora su di un livello coerente con una crescita del PIL soltanto in modesta espansione.

A fronte del recupero del PMI area euro, l’indice di fiducia della Banca del Belgio è calato a gennaio a -8,8 da un precedente -6,9. Il dettaglio settoriale mostra un peggioramento del clima nel manifatturiero di un punto a -10,5 e di oltre tre punti nel commercio al dettaglio. Il calo di fiducia nel manifatturiero è da ricondursi in particolare a minori commesse dall’estero, un segnale che la vicina Germania non ha ripreso a crescere a ritmi più sostenuti.
Stati Uniti

Il PMI Markit flash del settore manifatturiero a gennaio è poco variato, a 53,7 da 53,9 di dicembre. Gli ordini correggono a 54,7 da 55,4, l’occupazione aumenta ancora rispetto a dicembre. L’indice composito è sui minimi da gennaio 2014, ma rimane in territorio chiaramente espansivo e si riporta su livelli coerenti con una crescita più sostenibile rispetto a quanto visto nella seconda metà del 2014.

Le vendite di case esistenti a dicembre aumentano a 5,04 mln di unità ann., da 4,92 mln di novembre. L’aumento è concentrato nel settore delle case unifamiliari (+3,5% m/m), mentre le unità multi-familiari, più volatili, vedono un calo di -5% m/m. Le scorte di case invendute calano a 4,4 mesi, da 5,1 mesi di novembre, e toccano il minimo da gennaio 2013. I prezzi medio e mediano sono in aumento sia su base mensile sia su base annua. I dati confermano il trend moderatamente positivo del settore immobiliare residenziale visto nella seconda metà del 2014.

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