Flash sui mercati

Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche - 03/08/2015 13:09

Da seguire:

Dati contrastanti dall’Asia: in Giappone, il PMI manifatturiero è salito da 50,1 a 51,2 (due decimi meno della stima preliminare di 51,4), con segnali positivi sul fronte degli ordinativi domestici ed esteri. In Cina, invece, il PMI manifatturiero Caixin/Markit è calato da 49,4 a 47,8, cinque decimi meno della stima preliminare; sia gli ordinativi, sia la produzione corrente sono sotto la soglia di 50. 

Area Euro

La seconda stima dovrebbe confermare il PMI manifatturiero area euro in calo a 52,2 da 52,5, per effetto di una moderazione di ordini e produzione corrente. Il PMI manifatturiero tedesco dovrebbe essere confermato in flessione a 51,5 da 51,9. In Francia, il PMI manifatturiero è atteso in calo a 49,6, come da stime preliminari. In Italia, il PMI manifatturiero è atteso in calo a 53,5 a luglio, in rallentamento dal 54,1 di giugno ma ancora su terreno ampiamente espansivo.

Stati Uniti

La spesa personale a giugno è prevista in aumento di 0,2% m/m. Le vendite al dettaglio di giugno hanno deluso, con un calo di -0,3% m/m, sulla scia di una correzione non solo nel comparto auto, ma anche in altri segmenti, dopo i dati forti di maggio. In termini reali, la spesa dovrebbe essere invariata, dopo +0,6% m/m a maggio. Il reddito personale dovrebbe essere in rialzo di 0,3% m/m, alla luce dell’incremento degli occupati rilevato con l’Employment Report di giugno, pur in presenza di debolezza della dinamica salariale; dall’autunno 2014, la crescita del reddito personale è stata sostenuta e a giugno la variazione tendenziale dovrebbe essere pari a 4,3% a/a. Il tasso di risparmio dovrebbe risalire a 5,2% da 5,1% di maggio, mantenendosi al di sopra del 5% per il 6° mese consecutivo.

Il deflatore a giugno dovrebbe ancora una volta aumentare meno del CPI, registrando una variazione di 0,2% m/m (0,2% a/a); il deflatore core dovrebbe aumentare di 0,1% m/m (1,2% a/a). I dati comunque dovrebbero mantenere ampiamente positivo il quadro di consumi; se le previsioni di stabilità della spesa reale saranno confermate, la crescita dei consumi nel 2° trimestre sarebbe di poco superiore al 3% t/t ann. , in accelerazione rispetto a +2,1% t/t ann. del 1° trimestre.

La spesa in costruzioni a giugno è attesa in crescita di 1,1% m/m, dopo 0,8% m/m a maggio. Le indicazioni dei cantieri e delle unità completate nei primi mesi del trimestre puntano a un altro rialzo solido nel segmento della spesa residenziale, rafforzato anche dalla dinamica sempre positiva dei prezzi. Anche il comparto non residenziale la variazione mensile dovrebbe essere positiva: i prestiti per l’edilizia commerciale restano positivi, mentre si sta esaurendo la correzione nel comparto estrattivo.

L’ISM manifatturiero a luglio dovrebbe aumentare a 54,5 da 53,5 di giugno. L’indagine a giugno aveva registrato un incremento dei nuovi ordini (a 56) e della produzione (a 54,5). A luglio l’attività nel manifatturiero è tipicamente volatile per via della chiusura degli stabilimenti automobilistici per manutenzione e per il riattrezzamento in vista della produzione dei nuovi modelli. Per ora le case produttrici segnalano minori interruzioni a luglio, per fare fronte all’aumento della domanda in alcuni segmenti (SUV). Pertanto, l’indagine dovrebbe riportare crescita dell’output più rapida e stabilizzazione su livelli elevati degli ordini, in linea con le informazioni delle indagini regionali. 

Le vendite di autoveicoli a luglio sono attese in rialzo a 17,5 mln, da 17,1 di giugno. Dopo la frenata invernale, il trend delle vendite di auto rimane in rialzo, al di là della volatilità mensile; le buone prospettive del settore sono confermate anche dalla crescita solida dei prestiti per l’acquisto di auto. I livelli elevati delle vendite di auto nel 2° trimestre danno indicazioni solide per i consumi.


I market mover della settimana

Nell’area euro i dati di giugno dovrebbero mostrare un aumento di produzione in Germania e in Francia, una stabilizzazione in Spagna e una correzione dopo il balzo del mese precedente in Italia. Il trend resta comunque positivo un po’ ovunque. Il saldo di bilancia commerciale tedesco dovrebbe stringere a giugno per effetto del calo dell’export dopo due mesi in forte aumento. Le vendite al dettaglio area euro sono attese in crescita di 0,2% m/m a giugno come nel mese precedente. Per il mercato dei titoli di stato continua il periodo di stagionalità favorevole, caratterizzato da emissioni inferiori alle scadenze, in particolare per l’Italia (-16 miliardi di emissioni nette in agosto).

La settimana ha molti dati di rilievo in uscita negli Stati Uniti. I dati dovrebbero essere complessivamente positivi. L’Employment Report dovrebbe riportare una crescita di occupati di 230mila, in linea con quanto visto nei mesi recenti, una stabilizzazione del tasso di disoccupazione a 5,3% e un moderato rialzo della partecipazione e dei salari orari. Gli indici ISM di luglio dovrebbero essere modestamente più elevati che a giugno, confermando espansione dell’attività su ritmi moderati. Le vendite di auto di luglio sono previste in rialzo contenuto su un trend positivo, dopo la volatilità degli ultimi mesi. Anche i dati di giugno dovrebbero confermare un quadro positivo, con incrementi di spesa in costruzioni e di spesa e reddito personale.


Ieri sui mercati

L’euro ha chiuso una giornata piuttosto volatile (range 1,0920-1,1113) in ascesa sul dollaro a 1,0987, ma comunque poco sopra i livelli di inizio settimana; l’euro ha recuperato anche sulla sterlina, ma nel bilancio della settimana è arretrato da 0,7075 a 0,7028; contro franco svizzero venerdì ha chiuso a 1,0615, un po’ sopra lo 1,0569 di lunedì. Pressoché invariato rispetto a inizio settimana il cambio dollaro/yen.
Il rendimento dei BTP decennali ha registrato un nuovo calo, che ha portato la variazione cumulata della settimana a -13pb, contro i -5pb del Bund. Il calo dei rendimenti ha interessato anche le scadenze intermedie e, in misura minore, anche quelle corte.
Nuova flessione delle quotazioni petrolifere. Il Brent Crude è sceso a $52,21, contro i $54,45 di inizio settimana, e metà del calo si è verificato nella giornata di venerdì.


Area euro

La disoccupazione a giugno è rimasta ferma a 11,1% di maggio per il terzo mese consecutivo, mentre le attese erano per un lieve calo. Il numero dei senza lavoro è di circa 17,7 milioni di individui, 31mila in più rispetto a maggio. Tra i principali Stati membri, il tasso più basso è registrato sempre in Germania (4,7%), Austria (6,0%) e Paesi Bassi (6,9%), mentre i paesi con il livello più alto rimangono Spagna (22,5%), Italia (12,7%) e Grecia (25,6%, ad aprile). La disoccupazione giovanile si situa al 22,5%, in calo rispetto a un anno fa (23,6%). La disoccupazione dovrebbe continuare a calare lentamente per portarsi in media annua sotto l’11% nel 2016.

La stima flash conferma il consenso e mostra che l’inflazione è rimasta stabile allo 0,2% a luglio dopo il calo del mese precedente. Sulla base dei dati preliminari, nel mese i prezzi dovrebbero essere scesi di 0,6% m/m dopo aver stagnato a giugno a causa del calo sia dei prezzi di alimentari e bevande sia della componente energetica. L’inflazione core invece ha accelerato di un paio di decimi, passando a 1,0% a/a da 0,8% a/a e toccando il massimo da un anno a questa parte, con i prezzi di beni e servizi entrambi in rialzo. L’inflazione nell’eurozona è attesa accelerare a partire dall’autunno per risalire verso l’1,5% a fine anno.


Stati Uniti

La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. del Michigan (finale) cala leggermente a 93,1 da 93,3 a luglio, contrariamente alle attese di consenso, toccando il minimo da otto mesi. Negli scorsi otto mesi, comunque, l’indice era sempre rimasto sopra il livello di 90 grazie alle notizie valutate positivamente dagli intervistati riguardo al mercato del lavoro e ai salari. La debolezza delle borse e i timori provenienti dalla Cina potrebbero aver influito nell’indagine di luglio, che rimane nel complesso soddisfacente per le prospettive dei consumi nei prossimi mesi, con la componente coincidente in miglioramento a 107,2 da 106,0, mentre le aspettative calano a 84,1 da 85,2 (e da 87,8 a giugno). Le aspettative di inflazione a un anno sono in aumento a 2,8% da 2,7% di giugno, così come quelle a 5-10, che passano a 2,8% da 2,6%. 

L’Employment Cost Index (ECI), un indicatore guardato con attenzione dal FOMC, registra una brusca frenata per il 2° trimestre a 0,2% t/t da 0,7% t/t. Si tratta di un minimo storico. La variazione annua è rallentata a 2% da 2,6% precedente. C’erano preoccupazioni che il dato potesse segnalare tensioni sul costo del lavoro più marcate di quelle sinora arrivate dall’indicatore mensile sui salari diffuso con l’employment report. Il dato ha smentito tali timori. La Fed avrà comunque a disposizione altri due rapporti sull’occupazione prima di decidere se effettuare già a settembre il primo rialzo dei tassi dal 2006.


Focus Italia – Risalgono i disoccupati, nuovo massimo tra i giovani. Poco variata l’inflazione

La disoccupazione è risalita a sorpresa a giugno, al 12,7% dal 12,5% di maggio (rivisto al rialzo da 12,4% della prima stima). Si tratta del valore più alto dallo scorso mese di novembre, quando era stato toccato il massimo storico dell’indagine (al 13%). I disoccupati sono 3 milioni 233 mila.

Nel mese gli occupati sono calati per il secondo mese consecutivo, di 22 mila unità (-0,1% m/m); peraltro, la flessione di maggio e giugno viene dopo che ad aprile si era registrato uno degli incrementi più forti su base mensile nella storia dell’indagine. In ogni caso, la variazione annua degli occupati è tornata in territorio negativo (a -0,2% a/a) per la prima volta da aprile dell’anno scorso, e il tasso di occupazione è sceso ancora, di un decimo, a 55,8% contro una media storica di 57,2% (per trovare un valore più basso occorre tornare indietro a quasi un anno fa).

Gli effetti del calo degli occupati sul tasso di disoccupazione sono stati amplificati dall’espansione delle forze di lavoro (+33 mila unità ovvero +0,1% m/m). Infatti, dopo la flessione a sorpresa registrata a maggio, gli inattivi hanno ripreso il trend di calo cominciato a inizio anno: nel mese, sono calati di 18 mila unità (si tratta di donne, mentre anzi gli inattivi uomini sono aumentati). Di conseguenza, il tasso di attività è salito di un decimo a 64,1%, tornando molto vicino al massimo storico di 64,2% toccato lo scorso autunno.

Il tasso di disoccupazione giovanile (nella fascia d’età 15-24 anni) non solo è salito per il secondo mese consecutivo, ma ha raggiunto un nuovo massimo storico a 44,2% (da 42,4% il mese precedente). Anche tra i giovani, l’aumento è dovuto in parte al calo degli inattivi.
In prospettiva, manteniamo la nostra idea che il mercato del lavoro sia destinato a migliorare man mano che la ripresa del ciclo si consolida e grazie anche agli effetti delle misure governative; tale tendenza sarebbe peraltro coerente con il trend positivo registrato dalle aspettative sull’occupazione desumibili dalle indagini di fiducia sia delle imprese che delle famiglie. 

Tuttavia, il dato di giugno conferma quanto notavamo il mese scorso e cioè che la discesa della disoccupazione sarà lenta e irregolare, per due motivi: 1) la ripresa del ciclo resta debole; 2) dovrebbe proseguire la tendenza al calo degli inattivi, per via sia degli effetti del continuo allungamento della vita lavorativa effettiva, che di una possibile attenuazione dell’effetto-scoraggiamento. Riteniamo che il tasso di disoccupazione possa rimanere superiore al 12% sia quest’anno che verosimilmente anche per la maggior parte del 2016.
          
I dati sull’inflazione non hanno invece apportato sostanziali novità allo scenario congiunturale. I prezzi al consumo a luglio sono calati di un decimo secondo l’indice nazionale e di -1,9% m/m in base all’armonizzato Ue (da +0,2% m/m a giugno). L’inflazione annua è rimasta invariata secondo il NIC (a +0,2%) ed è invece salita (a +0,4% da +0,2%) in base all’IAPC.  

La flessione dei prezzi nel mese è dovuta agli alimentari e alle comunicazioni (entrambi -1,2% m/m, una variazione ben più ampia di quella che poteva essere prevista sulla base della stagionalità di luglio). Come atteso, sono diminuiti anche i prezzi delle spese per l’abitazione (-0,2% m/m), per via del calo delle tariffe di gas ed elettricità. In discesa anche i listini per i servizi ricettivi e di ristorazione (-0,2% m/m), i mobili, articoli e servizi per la casa, e gli altri beni e servizi (-0,1% m/m).
Viceversa, si è registrato un aumento (in gran parte condizionato da fattori stagionali) nei trasporti (+1% m/m).

Le divisioni di spesa che mostrano una tendenza deflazionistica su base annua si confermano le comunicazioni (-3,2% a/a), i trasporti (-1,8% a/a) e le spese per l’abitazione (-0,3% a/a). Si tratta delle componenti più legate all’offerta: la tendenza è spiegata nel primo caso dal progresso tecnologico nel settore, nel caso dei trasporti e delle spese per la casa dal fatto che permane un deciso calo su base annua dei prezzi energetici (che dovrebbe venire meno tra fine 2015 e inizio 2016).

L’inflazione “di fondo” (al netto di energetici e alimentari) è salita a 0,8% da 0,6% a/a precedente. Viceversa, l’inflazione sui beni a più alta frequenza di acquisto (importante per le sue conseguenze sull’inflazione percepita e attesa dalle famiglie) è tornata in territorio negativo, a -0,1% da +0,2% a/a precedente.

Confermiamo la nostra idea che l’inflazione possa risultare poco variata (rimanendo in un intorno dello zero) nei prossimi mesi, per poi salire ma solo in misura modesta (restando al di sotto dell’1%) negli ultimi mesi dell’anno, per via principalmente del rientro dell’effetto statistico favorevole sull’energia. Per la media di quest’anno la nostra stima è 0,1% sull’indice nazionale (0,3% sull’armonizzato). Per il 2016 stimiamo in media un CPI solo di poco superiore all’1% (1,1% nazionale, 1,3% armonizzato). Tuttavia, il recente calo dei prezzi delle commodities segnala che i rischi su questo scenario sono al ribasso.

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