Flash sui mercati

Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche - 26/08/2015 16:05

Da seguire:

Stati Uniti

Gli ordini di beni durevoli a luglio dovrebbero essere in calo di -0,5% m/m, dopo l’ampio aumento di giugno (+3,4% m/m). Al netto dei trasporti, gli ordini sono attesi in crescita di 0,3% m/m. Le informazioni sugli ordini alla Boeing sono di modesta correzione e implicano un calo della componente relativa all’aeronautica civile. Anche nel settore auto si dovrebbero vedere una temporanea debolezza, dopo il forte aumento visto con la produzione industriale di luglio. Le indicazioni sugli ordini dalle indagini sono solo modestamente positive e continuano a indicare che l’espansione nel settore manifatturiero rimane frenata da dollaro e settore estrattivo, e deve la sua modesta crescita essenzialmente al settore trasporti. 


Ieri sui mercati

La volatilità continua a regnare sovrana sui mercati. Ieri, dopo un’altra seduta brutalmente negativa in Cina (-7,6%), la banca centrale cinese è intervenuta con misure espansive: riduzione dei tassi sui prestiti di 25pb a 4,6%, taglio del coefficiente di riserva obbligatoria di 50pb, con una liberazione di liquidità per circa 500 mld di yuan. L’intervento ha fermato (almeno temporaneamente) le correzioni sui mercati azionari europei, che hanno chiuso tutti in ampio rialzo (fra il 3 e il 5%). Ma negli USA la volatilità intra-giornaliera è stata massiccia, con una chiusura ampiamente negativa che ha cancellato significativi rialzi visti nel corso della giornata, e con volumi solidi. 

Questa mattina il Shanghai Composite Index ha aperto positivamente, ma poi ha eliminato i rialzi nel corso della seduta e verso la chiusura mostra timidi segni di ripresa, che per ora riportano l’indice vicino ai livelli di ieri. Il Nikkei è in solido rialzo (+3,25%). Le aspettative per le aperture in Europa sono comunque negative, sulla scia del calo di Wall Street. La giornata di oggi non ha dati o informazioni di particolare rilievo: i mercati aspetteranno qualche informazione da Jackson Hole nel week end, soprattutto da parte di Fischer riguardo agli effetti della crisi cinese sulle decisioni del FOMC di metà settembre. 

Sui mercati obbligazionari, i rendimenti sono stati in rialzo. Per i titoli di Stato italiani, l’aumento dei rendimenti è stato di qualche pb, soprattutto sul segmento lungo ed extra-lungo della curva. Il due anni scambia marginalmente sopra lo 0,15% mentre il decennale torna in area 1,95%. I governativi domestici si muovono in linea con il resto dei periferici, mentre il comparto core mette a segno una performance decisamente più pesante, con tassi in rialzo di oltre 10pb sulle scadenze dai 10 ai 30 anni. Di conseguenza si registra una contrazione degli spread rispetto ai titoli tedeschi, fino a 124pb (-6pb). Il contesto resta comunque caratterizzato da una volatilità molto elevata. 

Si prepara ora la tornata d'aste italiana di fine mese che dovrebbe vedere il lancio del nuovo decennale di riferimento dicembre 2025, mentre domani verrà offerto il nuovo CTZ, per 2,5-3 miliardi (è stata invece cancellata l'asta di indicizzati). 


Area euro

BCE. Il Vicepresidente della BCE Constancio ha detto che le misure di politica monetaria non convenzionali dovrebbero contribuire a riportare l’inflazione verso l’obiettivo BCE per fine 2017 ma che il Consiglio “rimane pronto ad usare tutte le misure disponibili per rispondere ad un cambiamento significativo dello scenario di inflazione di medio periodo, e ha indicato che il programma di acquisto titoli PSPP è, difatti, open ended”. Constancio ha indicato che “è troppo presto per valutare gli effetti di quello che si sta verificando sui mercati finanziari.

La disinflazione causata dalla svalutazione della Cina dovrebbe essere temporanea mentre l’effetto del calo del prezzo del greggio potrebbe essere più duraturo, con un impatto sull’inflazione headline. Il calo recente delle attese di inflazione di mercato è da ricondursi al movimento del prezzo del greggio.” E’ probabile che la prossima settimana la BCE riveda al ribasso le stime di crescita e inflazione per il 2015 2016, alla luce degli sviluppi recenti sulla domanda globale, cambio e calo dei prezzi delle materie prime.


Stati Uniti

Le vendite di case nuove a luglio aumentano a 507mila, da 481mila di giugno (+5,4% m/m). Lo stock di case in vendita è poco variato a 5,2 mesi da 5,3 mesi di giugno. Anche le case in vendita continuano ad aumentare, mentre si accorcia il tempo in cui le unità restano sul mercato prima di essere vendute (numero mediano di mesi a 3,6, da 4 nei tre mesi precedenti). L’indagine di fiducia dei costruttori è stata positiva ad agosto, con un aumento a 61, con indicazioni espansive sia per le vendite correnti sia per quelle future. Il settore dell’edilizia residenziale continuerà a dare un contributo positivo alla crescita del PIL anche nella seconda metà del 2015. 

La fiducia dei consumatori ad agosto aumenta a 101,5 da 91 di luglio, tornando su livelli che non si vedevano da marzo. Il rialzo è diffuso sia alla componente coincidente (115,1 da 104) sia alle aspettative (92,5 da 82,3). Le indicazioni relative al mercato del lavoro sono positive, con il differenziale “jobs plentiful-jobs hard to get” finalmente azzerato dopo anni in territorio negativo. Questo segnala ulteriori correzioni del tasso di disoccupazione nei prossimi mesi. Le aspettative di inflazione a 12 mesi correggono a 4,9% da 5,7% di luglio, sulla scia della correzione del prezzo della benzina. I dati confermano il dilemma della Fed, che vede ulteriore miglioramento dell’economia reale a fronte di freno all’inflazione.  

  
Focus: L’IFO tiene meglio del previsto ma il calo delle attese nel manifatturiero suggerisce cautela

L’indice IFO ad agosto è salito a 108,3 da un precedente 108,0 contrariamente alle attese di calo a 107,6. L’indice sulla situazione corrente è salito per il secondo mese consecutivo a 114,8 da 113,9. L’indice sulle attese è circa stabile 102,2 da 102,3 rivisto al ribasso da 102,4. 
Lo spaccato settoriale mostra un peggioramento di fiducia nel manifatturiero a 11,0 da 11,4, principalmente sul calo delle attese per i prossimi mesi (0,3 da +3,0) e nonostante il miglioramento della situazione corrente (22,2 da 20,10). La fiducia è migliorata sensibilmente nel commercio al dettaglio (10,8 da 4) e in minor misura nei servizi (31 a 27,6) e nelle costruzioni (-2,9 da -4,4). Il quadro nel commercio all’ingrosso è in lieve peggioramento 13,2 da 14,1.

Dopo il recupero di luglio e agosto l’indice IFO è pressoché sullo stesso livello dei mesi primaverili ed è quindi coerente con una crescita del PIL di 0,4% t/t stesso ritmo del 2° trimestre ma un decimo al di sotto delle nostre stime ufficiali. L’indice sulla situazione corrente (114,4 nei mesi estivi da 113,9 nel 2° trimestre) suggerirebbe un andamento migliore dell’economia tedesca, probabilmente grazie ad un recupero della domanda interna. Il calo delle attese nei mesi estivi (in media 102.3 da 102.9 nel 2° trimestre) ed in particolare la correzione in agosto delle attese nel manifatturiero suggeriscono che l’industria tedesca potrebbe aver risentito del rallentamento dell’economia globale.

Molto probabilmente l’indagine non incorpora la forte correzione dei mercati azionari e l’ultima gamba di apprezzamento del cambio EUR innescatasi a seguito del crollo della borsa cinese. (Il PMI manifatturiero aveva tracciato un quadro più positivo ma l’indagine era antecedente alla correzione dei mercati e le indicazioni di possibile brusco rallentamento dell’economia cinese). Il calo dell’indice di fiducia elaborato dalla Banca del Belgio (-5,1 da -4,1 media di lungo termine -7,7) ed in particolare il crollo delle attese sugli ordini all’estero nel manifatturiero (-11,4 da +13,4) suggerisce un’ulteriore nota di cautela.

Pensiamo che il calo dei prezzi delle materie prime offrirà supporto all’attività per fine anno ma controbilancerà solo in parte l’effetto di rallentamento della domanda mondiale. Nel complesso riteniamo che l’accelerazione dell’economia tedesca, e di riflesso area euro, a 0,5% t/t nella seconda metà di quest’anno sia soggetta a rischi verso il basso. In questo contesto la politica monetaria rimarrà ampiamente accomodante come del resto segnalato dal Vicepresidente della BCE (v. sopra)

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