Flash sui mercati

Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche - 23/06/2016 15:30

Da seguire:

Regno Unito


Gli elettori del Regno Unito votano sul quesito referendario relativo alla partecipazione all’Unione Europea. I seggi chiuderanno alle ore 22:30 ora locale, e lo spoglio inizierà immediatamente. Il risultato ufficiale della consultazione, che non prevede nessun quorum minimo di partecipazione, sarà comunicato venerdì 24 giugno. Il voto postale non può comportare ritardi perché le schede devono arrivare entro le ore 22:00 del 23/6. Entro l’alba del 24 giugno, perciò, ci dovrebbe essere già un’idea abbastanza chiara del risultato, se non già la certezza assoluta; la proclamazione ufficiale dovrebbe avvenire “intorno a ora di colazione”.

Il referendum ha natura consultiva, e di per sé non basta per avviare la procedura di recesso; inoltre, l’atto che ha indetto il referendum non prescrive alcun passo successivo, lasciando il seguito nella più completa indeterminatezza. Nel caso in cui prevalga il voto contro l’UE, opinione comune è che sia comunque necessario un voto del Parlamento prima che il governo invii all’UE la lettera con la quale chiederà l’attivazione della procedura di recesso prevista dall’art. 50 del Trattato sull’Unione Europea, e tale passaggio non è una mera formalità, non avendo il referendum valore legale. Considerando che nel frattempo il Partito Conservatore potrebbe organizzare un voto interno per sostituire Cameron, è improbabile che la richiesta di recesso sarebbe trasmessa all’Unione Europea prima dell’autunno. Per il negoziato con l’Unione Europea i Trattati prevedono una scadenza di due anni, prorogabile con il consenso unanime delle parti.

I sondaggi non offrono indicazioni chiare sull’esito della consultazione. Dei 4 sondaggi pubblicati il 22/6, due (YouGov e ComeRes) mostrano una prevalenza di ‘Remain’, due una prevalenza di ‘Leave’. Considerando l’unicità dell’evento, è possibile che il margine di errore dei sondaggi sia più ampio del solito. Gli incerti sono ancora abbastanza numerosi da determinare l’esito finale. Il dettaglio di alcuni sondaggi sembra confermare che gli incerti, se si recheranno a votare, hanno una maggiore probabilità di scegliere ‘Remain’.

Nel corso dell’ultima settimana gli investitori si sono nettamente riposizionati sullo scenario di permanenza nell’UE, come testimonia il rimbalzo della sterlina a 1,4754 contro dollaro e a 0,7680 contro euro. Anche il movimento di ribasso dei differenziali sovrani nell’Eurozona riflette la convinzione che gli elettori britannici opteranno per l’UE. D’altro canto, questo significa che in caso di voto contro l’UE la reazione sarà molto più intensa di quella che ci si sarebbe potuti attendere dieci giorni fa.


Area Euro

Francia. L’indice di fiducia INSEE presso le imprese manifatturiere potrebbe rimanere stabile a giugno a 104 su livello del mese precedente. Sebbene la lunga ondata di scioperi possa aver intaccato il morale delle aziende nel mese, il clima rimane positivamente orientato e ci aspettiamo un miglioramento del livello medio per il trimestre in corso rispetto al precedente (a 104,5 da 103,0).

Belgio. L’indice BNB di fiducia presso le imprese potrebbe recuperare a giugno parte del calo del mese precedente risalendo a -2,6 da -2,8. Il livello medio dell’indice ha deluso nel primo trimestre (-4,6), ma nel trimestre in corso si sta vedendo una risalita, nonostante il rallentamento della componente manifatturiera. L’indice rimane al di sopra della media di lungo periodo.

Area euro. La stima flash dovrebbe vedere il PMI composito stabile a giugno a 53,1, per il secondo mese consecutivo. L’incertezza sull’esito del referendum inglese potrebbe aver influenzato negativamente il morale. Il PMI manifatturiero è atteso in recupero a 51,8 da 51,5 ma ci aspettiamo una flessione dell’indice per i servizi a 53,1. Se confermato, il dato di giugno lascerebbe la media del PMI composito a 53,1, al di sotto del 53,6 osservato in media nel 1° trimestre.

Grecia – La BCE ha annunciato con decorrenza 29 giugno il ripristino dell’eccezione sulla stanziabilità dei titoli di stato ellenici, o garantiti dallo Stato.



Stati Uniti

Le vendite di case nuove a maggio sono previste in calo a 590 mila da 619 mila di aprile. Il trend delle vendite rimane positivo, ma una correzione a maggio è fisiologica dopo il balzo di +16,6% m/m di aprile. Le unità immobiliari completate ad aprile sono risultate in calo, e le scorte di case invendute sono relativamente basse: le vendite sono limitate anche da un fattore di offerta. L’indice di fiducia dei costruttori a maggio era rimasto stabile a 58, con indicazioni di stabilità per le vendite correnti, ma di accelerazione attesa per le vendite future. Lo scenario del settore immobiliare residenziale resta ampiamente positivo.


Ieri sui mercati

Giappone -
La stima preliminare del PMI manifatturiero a giugno è poco variata a 47,7, da 47,8 di maggio. Le informazioni dell’indagini e sono in linea con quelle del mese precedente: gli ordini restano ampiamente sotto 50 (ordini totali a 44,7, ordini all’export 44,6, da livelli modestamente più alti per entrambi gli indici), l’output cala a 46,3 da 47,8; l’unica informazione positiva viene dalla componente occupazione, a 51,4. L’indagine segnala che il 2° trimestre potrebbe registrare un altro rallentamento della crescita verso lo 0, dopo +0,5% t/t del 1° trimestre.

Stati Uniti - Le vendite di case esistenti a maggio aumentano a 5,53 mln di unità ann. (massimo da febbraio 2007), da 5,43 mln di aprile (+1,8% m/m, +4,5% a/a). L’incremento riguarda sia le case unifamiliari (+1,9% m/m), sia quelle multi-familiari (+1,6% m/m).

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