Flash sui mercati

Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche - 15/02/2017 11:40

Da seguire:

Stati Uniti

  • Il CPI a gennaio è atteso in rialzo di 0,3% m/m (2,3% a/a); l’indice core dovrebbe aumentare in linea con il trend, con una variazione di 0,2% m/m (2,1% a/a). I dati dovrebbero confermare il trend di moderato aumento di prezzi, in linea con il raggiungimento del 2%per il deflatore core nel corso del 2017.

  • L’indice Empire della NY Fed a febbraio è previsto in rialzo a 10,5, da 6,5 di gennaio.

  • Le vendite al dettaglio a gennaio dovrebbero essere in aumento di 0,1% m/m, sulla scia del rialzo del prezzo della benzina. Al netto delle auto le vendite dovrebbero essere in aumento di 0,4% m/m, alla luce del dato deludente delle vendite di auto a inizio 2017. Al di là della volatilità del settore auto, le vendite dovrebbero confermare il trend di solido rialzo dei consumi, in linea con i fondamentali positivi del mercato del lavoro e della fiducia dei consumatori.

  • La produzione industriale a gennaio dovrebbe essere invariata, dopo +0,8% m/m di dicembre. La stabilità di inizio anno dovrebbe essere dovuta esclusivamente all’ampio calo atteso nelle utility, dopo +6,6% m/m, Il manifatturiero dovrebbe vedere un solido rialzo dell’output (+0,4% m/m).

  • L’audizione di Yellen alla Commissione Servizi Finanziari della Camera dovrebbe ripresentare il testo dell’audizione al Senato del 14 febbraio. Anche qui, come al Senato, il quadro presentato da Yellen dovrebbe essere positivo e il dibattito dovrebbe toccare i temi della politica fiscale e della regolamentazione, senza dare rilevanti novità riguardo alla strategia di politica monetaria.

Ieri sui mercati

Rendimenti dei titoli di stato americani in modesto aumento sulla scia delle dichiarazioni del presidente della Fed, che ha avvisato contro i rischi di attendere troppo per alzare i tassi ufficiali. Tuttavia, la probabilità di rialzo scontata nei futures monetari sale sopra il 50% soltanto fra maggio e giugno. La dinamica delle curve europee è stata invece frenata dai dai più deboli del previsto usciti in Germania. L’euro è calato a 1,058 dollari.

Financial Times e Reuters hanno riportato che il governo italiano starebbe negoziando con le autorità europee una ricapitalizzazione preventiva fino a 5 miliardi di euro di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, secondo il meccanismo già adottato per MPS.

Area euro

Italia. Il PIL è cresciuto di 0,2% t/t nel 4° trimestre 2016, in rallentamento solo lieve rispetto allo 0,3% t/t dei tre mesi precedenti. Il dato è risultato in linea con le nostre aspettative e lievemente inferiore alle attese di consenso. La crescita annua (1,1%) è risultata superiore al previsto. Il 2016 ha chiuso con una crescita dello 0,9% in termini grezzi e dell’1% corretta per i giorni lavorativi. In prospettiva, ci aspettiamo che la crescita possa continuare all’incirca sugli stessi ritmi anche a inizio 2017.

Area euro. La seconda lettura rivede al ribasso di un decimo il PIL nel quarto trimestre a 0,4% t/t da 0,5% t/t (1,7% a/a da 1,8% a/a). La revisione è dovuta al dato tedesco e italiano, non inclusi nella stima flash. Prevediamo che il contributo maggiore sia venuto dal canale estero. In media annua il Pil eurozona è quindi cresciuto di 1,7%, in rallentamento di due decimi da 1,9% del 2015 (0,5% più del potenziale, ultimamente stimato dalla Commissione a 1,2%). Per l’anno in corso e sulla base dei dati finora disponibili ci aspettiamo una crescita di 1,6% (0,5% t/t nel primo quarto).

Area euro. La produzione industriale è calata in linea di -1,6% m/m a dicembre da 1,5% m/m precedente, coerentemente alle variazioni viste sui dati nazionali. I dati di produzione industriale di dicembre non sono però stati coerenti con quanto proveniva dalle varie indagini di fiducia; effetti di calendario potrebbero aver pesato. Ci aspettiamo un rimbalzo a gennaio e un proseguimento del rafforzamento del comparto nel corso dell’anno, spinto dal ciclo globale che mostra la domanda in accelerazione dalla fine dell’estate.

Germania. L’indagine ZEW di febbraio indica una correzione dell’indice delle attese a 10,4 da 16,6, in linea con le attese di consenso. L’indice sulla situazione corrente è sceso a 76,4 da 77,2. L’indice sulla situazione corrente rimane ben al di sopra della media di lungo periodo e suggerisce che la ripresa tedesca sta proseguendo al di sopra del potenziale. Il dato di PIL per il quarto trimestre a 0,4% t/t da 0,1% t/t (rivisto al ribasso da 0,2% t/t) è stato probabilmente dovuto al canale estero e alla debole chiusura d’anno del comparto manifatturiero. Effetti di calendario (2 giorni lavorativi in meno rispetto al 2015) potrebbe aver altresì marginalmente pesato.

Paesi Bassi. Secondo la stima preliminare, il PIL nel quarto trimestre è avanzato di 0,5% t/t da 0,8% t/t, un rallentamento superiore di un decimo alle attese di consenso. Dai dati preliminari, il contributo negativo è quello della domanda interna. Le esportazioni nette invece hanno contribuito. La variazione annua destagionalizzata accelera a 2,7% da 2,5%, con il PIL che in media annua accelera a 2,1% nel 2016 da 2,0% del 2015. Per l’anno in corso ci attendiamo un rallentamento dell’output di un paio di decimi a 1,9%.

Portogallo. Il PIL stupisce al rialzo e avanza di 0,6% t/t da 0,8% t/t. I dettagli saranno disponibili il 1° marzo, ma un vettore di crescita potrebbe essere stato il balzo degli investimenti produttivi dopo un terzo trimestre in contrazione. La variazione annua sale a 1,9% da 1,3%, ai massimi dal 2013. Questo porta la media annua 2016 a 1,3% da 1,6% del 2015. Per il 2017 ci attendiamo una nuova accelerazione attorno a 1,7% a/a.

Grecia. Secondo il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem è impensabile che sia raggiunto un accordo fra il governo ellenico e i creditori entro il 20 gennaio, data della prossima riunione dell’Eurogruppo, e ha ribadito di volere che il FMI rimanga della partita.

Stati Uniti

Il PPI a gennaio sorprende verso l’alto, con una variazione di +0,6% m/m (consenso: +0,3% m/m). L’indice core aumenta di 0,4% m/m (+1,2% a/a). L’indice al netto di energia, alimentarie commercio, meno volatile, aumenta di 0,2% m/m.

L’indice di fiducia delle piccole imprese rilevato dalla National Association of Independent Business a gennaio aumenta marginalmente a 105,9 dal livello già molto elevato di dicembre, 105,8, e tocca il massimo da dicembre 2004

L’audizione di Yellen in Senato non ha fornito sorprese. Lo scenario economico dipinto dal presidente della Fed è positivo, ma soggetto a “considerevole incertezza”, legata alla “politica fiscale e ad altre politiche negli USA, alla crescita della produttività e agli sviluppi all’estero”. Anche riguardo alla politica monetaria non ci sono novità. Yellen ha lasciato aperte le date delle prossime mosse affermando che “alle prossime riunioni” il FOMC valuterà se l’evoluzione economica è in linea con le previsioni, ricordando però che “cambiamenti della politica fiscale o di altre politiche potrebbero modificare lo scenario economico”, e ora è troppo presto per sapere quali cambiamenti saranno attuati e quali saranno i loro effetti. Infine, riguardo alla politica del bilancio, Yellen ha detto solo che il FOMC ha continuato a reinvestire le scadenze del portafoglio, contribuendo a mantenere le condizioni finanziarie accomodanti. Il FOMC non vuole aggiungere altra incertezza aprendo anche questa questione di policy, che probabilmente è rinviata al 2018. In conclusione, Yellen non ha modificato di una virgola il messaggio del FOMC di gennaio, confermando che la politica monetaria è in questa fase un follower rispetto alla politica fiscale. Le prossime mosse dell’Amministrazione, e in particolare il discorso di Trump in Congresso il 28 febbraio saranno più rilevanti per lo scenario dei tassi rispetto alla comunicazione della Fed.

Lockhart (Atlanta Fed) ha detto che non vede un caso cogente per un rialzo a marzo e per ora è incerto fra l’opportunità di due o tre rialzi nel 2017, sottolineando che la riforma tributaria e la deregolamentazione mettono rischi verso l’alto sulla crescita. Kaplan (Dallas Fed), con una posizione meno morbida, ha detto che vede i benefici di proseguire sul sentiero dei rialzi, per evitare di dover alzare i tassi in modo non graduale in caso di surriscaldamento.     

Trump update. L’evoluzione del caso Flynn è al centro dell’attenzione, con potenziali risvolti rilevanti. In particolare, una questione cruciale è quanto Trump sapesse delle conversazioni di Flynn con l’ambasciatore russo e come mai ci sia stata tanta reticenza da parte dell’Amministrazione nel richiedere le dimissioni del National Security Adviser.

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