Flash sui mercati

Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche - 30/10/2017 14:31

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Da seguire:
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Germania. Le vendite al dettaglio a settembre sono cresciute di 0,5% m/m dopo un calo di 0,2% m/m del mese precedente, rivisto al rialzo da -0,4%. Il dato di settembre lascia le vendite in calo di 0,1% t/t nei mesi estivi si tratta di una correzione dopo la forte dinamica die mesi primaverili ma le indicazioni per il comparto rimangono ampiamente incoraggianti e suggeriscono un recupero delle vendite e consumo di beni nei mesi finali di quest’anno.

Area euro. L’indice di fiducia economica ESI elaborato dalla Commissione Europea è atteso in ulteriore lieve aumento a ottobre a 113,3 da 113 precedente.

Area euro - Inflazione. In Germania, ad ottobre, la stima flash dai Länder dovrebbe indicare che i prezzi al consumo sono cresciuti di 0,2% m/m, su spinta dell’energia. L’inflazione dovrebbe, quindi, rimanere stabile a 1,8% sia sulla misura nazionale sia su quella armonizzata. In Spagna, una stagionalità positiva della componente core potrebbe portare i prezzi al consumo a balzare dell’1,1% m/m da 0,2% m/m sulla misura nazionale (e a 0,7% m/m da 0,6% m/m su quella armonizzata); per un’inflazione anche qui in allentamento di un decimo all’1,7% da 1,8% (e stabile all’1,8% sulla misura nazionale).

Area euro - PIL. La stima preliminare dovrebbe indicare che il PIL della Spagna è avanzato di 0,7% t/t nel 3° trimestre in rallentamento da 0,9% t/t; sull’anno il PIL aumenterebbe quindi del 3,1%, stesso ritmo del trimestre precedente (crescita acquisita a 2,9%). In Belgio, la prima lettura dovrebbe indicare che il PIL ha continuato a crescere al ritmo di 0,4% t/t anche nel 3° trimestre, per una variazione annua in accelerazione all’1,8% dall’1,5% di giugno, principalmente su impulso della domanda interna.

Stati Uniti. La spesa personale a settembre è prevista in aumento di 0,8% m/m, dopo +0,1% m/m di agosto, con il sostegno della componente beni (soprattutto auto, come indicato dalle vendite al dettaglio) e, in minor misura, dei servizi, oltre che dai prezzi della benzina. Il reddito personale dovrebbe aumentare di 0,4% m/m, come ad agosto. Il deflatore dei consumi dovrebbe aumentare di 0,4% m/m (1,6% a/a). Il deflatore core è previsto in rialzo di 0,1% m/m, come nei tre mesi precedenti. Su base annua la variazione dovrebbe essere ancora stabile a 1,3% m/m.

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I market mover della settimana
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Nella zona euro i dati in uscita forniranno ulteriori indicazioni sull’andamento del ciclo. La stima flash per i mesi estivi dovrebbe mostrare un lieve rallentamento del PIL Eurozona a 0,6% t/t da 0,7%t/t. Tra i primi a pubblicare le stime preliminari saranno la Francia (0,5% t/t), la Spagna (0,7% t/t) e il Belgio (0,4% t/t). L’indice composito della Commissione UE dovrebbe essere ancora in lieve aumento a ottobre a 113,3 da 113 precedente, trainato dall’industria. Le stime preliminari di ottobre dovrebbero mostrare l’inflazione armonizzata in aumento in Germania (1,8%), in Francia (a 1,2%), in Italia (a 1,6%) e nella media area euro all’1,6% da 1,5%. A inizio 2017, l’inflazione è attesa calare per un effetto base sfavorevole dalla componente energia. L’inflazione Eurozona è attesa risalire più stabilmente verso l’1,7% solo nel 2019. Infine, i dati di disoccupazione potrebbero evidenziare un calo di un decimo sia nell’Eurozona che in Italia (rispettivamente a 9% e 11,1%) e una stabilità in Germania (a 5,6%).

La settimana è densa di dati ed eventi negli Stati Uniti. La riunione del FOMC dovrebbe concludersi senza novità, con una valutazione congiunturale positiva e indicazioni di probabile proseguimento dei graduali rialzi dei tassi. È attesa anche la scelta del candidato alla presidenza della Fed. Sul fronte dei dati, per ottobre, l’employment report dovrebbe mostrare un ampio rimbalzo dell’occupazione post-uragano, e un tasso di disoccupazione sempre al di sotto della stima del tasso neutrale; gli indici ISM dovrebbero restare su livelli ampiamente espansivi e le vendite di auto dovrebbero correggere una parte del boom di settembre. Fra i dati di settembre, la spesa e il reddito personale dovrebbero essere in solido aumento, il deflatore core dovrebbe di nuovo aumentare di solo 0,1% m/m, e la spesa in costruzioni dovrebbe correggere per via degli uragani.

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Venerdì sui mercati
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Italia. A sorpresa, S&P ha rivisto il rating a lungo termine dell’Italia da BBB- a BBB, con outlook stabile.

Spagna. Venerdì il parlamento regionale catalano ha approvato a maggioranza una dichiarazione di indipendenza, atto dopo il quale il governo spagnolo ha destituito i vertici del governo locale, commissariandolo, e ha annunciato elezioni provinciali anticipate il 21 dicembre. Le notizie di venerdì hanno portato a un modesto allargamento di alcuni punti base dei premi al rischio sul debito spagnolo e a una chiusura negativa degli indici azionari.

BCE Coeuré (Comitato Esecutivo) in un’intervista di venerdì scorso ha dichiarato che la decisione di dimezzare gli acquisti di titoli è giustificata dalla solidità della ripresa eurozona ma che in ogni caso la politica monetaria è attesa rimanere ampiamente accomodante per sostenere il ritorno dell’inflazione verso il 2%. Coeuré ha spiegato che l’estensione della fase di stimolo monetario eccezionale non è accompagnata da indicazioni di surriscaldamento dei prezzi di alcun asset.

Stati Uniti. La stima advance del PIL del 3° trimestre sorprende verso l’alto, con una variazione di 3% t/t ann. (consenso: 2,6% t/t ann.), circa in linea con quella del 2° (3,1% t/t ann.). Lo spaccato della crescita risente degli effetti degli uragani e non rappresenta i “veri” trend di diverse sotto-componenti, tuttavia i segnali di fondo di consumi e investimenti fissi delle imprese restano positivi e dovrebbero proseguire nei prossimi trimestri. Nel complesso i dati non modificano il quadro positivo dell’economia USA, nonostante gli effetti degli uragani. Lo scenario di crescita intorno a 2,4-2,5% nel 2018, spinta anche da qualche decimo di stimolo fiscale, a nostro avviso resta valido.

Stati Uniti. La fiducia dei consumatori rilevata dall’University of Michigan a ottobre (finale) a 100,7 è poco variato rispetto alla lettura preliminare e resta ampiamente al di sopra del dato di settembre (95,1), e sui massimi da inizio 2004.

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