Flash sui mercati

Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche - 16/05/2018 12:18

Da seguire:

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Eurozona. Le seconde stime dovrebbe confermare il calo dell’inflazione a 1,2% da un precedente 1,3% nella media area euro, con la dinamica dell’inflazione core in discesa a 0,7% da un precedente 1,0%. Il rallentamento dell’inflazione Eurozona dovrebbe essere un fenomeno temporaneo legato alla dinamica dei prezzi dei servizi che hanno risentito della cadenza anticipata della Pasqua, come indicato da Praet la scorsa settimana.

In Italia, i prezzi al consumo dovrebbero essere confermati in aumento di 0,6% m/m sulla misura armonizzata e di 0,1% m/m sull’indice nazionale. La dinamica annua è attesa a 0,5% da 0,8% sulla misura nazionale e a 0,6% da 0,9% sull’indice armonizzato. La discesa dell’inflazione in Italia è in larga misura spiegata dalla frenata dei prezzi dell’energia. Aprile dovrebbe segnare il minimo per la dinamica inflazionistica dal momento che dal mese di maggio il rialzo del prezzo del greggio dovrebbe spingere l’inflazione complessiva in Italia, Germania e media area euro. Per un rialzo più deciso della dinamica sottostante bisognerà attendere la fine di quest’anno o l’inizio del prossimo.
 
Stati Uniti. I nuovi cantieri residenziali sono previsti in aumento a 1330 mila, da 1319 mila a febbraio. Gli occupati nel settore delle costruzioni sono aumentati a un ritmo solido ad aprile e puntano a una moderata espansione nel settore residenziale. I nuovi cantieri dovrebbero essere spinti dal segmento unifamiliare dopo il calo di febbraio, mentre nel comparto multifamiliare si dovrebbe registrare una flessione fisiologica dopo +14,4% m/m di febbraio. Le licenze dovrebbero correggere a 1340 mila, da 1379 mila di marzo (rivisto da 1354 mila).

Stati Uniti. La produzione industriale ad aprile è prevista in aumento di 0,8% m/m, dopo +0,5% m/m a marzo. Il manifatturiero dovrebbe vedere un ampio rialzo, intorno a +1% m/m, dopo il modesto +0,1% m/m di febbraio (dovuto anche al clima avverso), sulla base dell’incremento solido di occupati e ore lavorate nel settore riportato dall’employment report. Anche l’estrattivo dovrebbe segnare una variazione ampia, vicina all’1% m/m di marzo, proseguendo sul trend forte spinto dall’aumento del prezzo del petrolio. Le utility dovrebbero essere in moderato calo per via del clima molto mite, ma senza intaccare la performance della produzione complessiva.


Ieri sui mercati
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Italia. La bozza di contratto di governo circolata ieri non contiene alcun dettaglio sulla riforma dell’imposta sui redditi, ma conferma l’intenzione di reintrodurre flessibilità sul pensionamento (stanziamento: 5 miliardi) e di introdurre il reddito di cittadinanza (stanziamento: 17 miliardi, più il dirottamento di risorse del Fondo Sociale Europeo). Ci sono anche proposte per una nuova Banca degli Investimenti (pubblica) e per l’uso di CDP come veicolo per una operazione di “valorizzazione” del patrimonio pubblico finalizzata alla riduzione del debito. Il documento include anche richieste di cancellazione del debito pubblico detenuto dall’Eurosistema e di radicali riforme dei Trattati, che però non hanno alcuna chance di trovare riscontro positivo.

Area euro – rallentamento dell’euro zona? Pensiamo ancora che sia temporaneo. La seconda stima per la crescita del PIL euro zona a inizio 2018, conferma che l'attività economica è rallentata a 0,4% tt da 0,6% tt. Sull'anno, la crescita del PIL si è attestata al 2,5% dal precedente 2,8%. Confermiamo la nostra stima di crescita per il 2018 al 2,1% di crescita dal 2,5% del 2017. I dati nazionali suggeriscono che il rallentamento del PIL è dovuta a una frenata dell’export delle esportazioni e ad una pausa dei consumi privati. Si avranno maggiori indicazioni il prossimo 7 giugno con la pubblicazione della 3° stima. Continuiamo a pensare che la decelerazione della crescita del PIL sia dovuta al recupero degli eccezionali tassi di crescita alla fine del 2017. Nel complesso, il livello degli indici di fiducia rimane coerente con ritmi di espansione del PIL area euro leggermente al di sopra del potenziale nella restante parte di quest’anno. Il picco di questo ciclo è però chiaramente alle spalle.

Area Euro.  I dati di produzione industriale di marzo sono stati in parte deludenti, l’aumento a marzo (0,5% mm) è stato più debole delle attese e segue tre mesi di continui cali. Nel 1° trimestre, la produzione è calata di 0,6% tt dopo aumenti in media di 1,6% tt nei due trimestri precedenti. Il comparto dei beni capitali è frenato nei mesi invernali, ma le indagini di fiducia suggeriscono che la domanda rimane su livelli elevati e dunque dovrebbe trattarsi di un fenomeno temporaneo. Dato il calo di valore aggiunto nel manifatturiero, la crescita del PIL nel 1° trimestre è stata sostenuta da servizi e costruzioni.

Germania. L’indice ZEW sulle attese si è stabilizzato a -8,2 dopo tre mesi in calo. L’indice sulla situazione corrente è scivolato ancora da livelli elevate, ma data la volatilità della serie si può considerare circa invariato. L’indice ZEW suggerisce un possibile recupero dell’IFO a 104 da 102,1 il prossimo 25 maggio.

BCE. Smets ha dichiarato che rimane fiducioso che l’espansione euro zona possa proseguire a ritmi ancora sostenuti nonostante il rallentamento recente dai dati. Smets ha ribadito che la BCE monitorerà attentamente gli sviluppi ciclici.

Stati Uniti. L’indice Empire della NY Fed a maggio sale a 20,1, da 15,8 di aprile. Lo spaccato dell’indagine è positivo, con rialzi degli ordini (a 16 da 9), delle consegne (a 19,1 da 17,5), degli ordini inevasi (a 5 da 3,7) e degli occupati (a 8,7 da 6). Sul fronte dei prezzi, il trend verso l’alto degli indici prosegue, con i prezzi pagati a 54 (sui massimi dal 2011) da 47,4 e quelli ricevuti a 23 da 20,7. Gli indici a 6 mesi sono in ripresa dopo il crollo di aprile, ma restano sui minimi da due anni, in gran parte per i timori relativi agli annunci sui dazi. L’indagine dà indicazioni di stabilizzazione del ritmo di crescita del settore nella parte centrale dell’anno.

Stati Uniti. Le vendite al dettaglio ad aprile aumentano meno del previsto, con una variazione di 0,3% m/m, ma il dato di marzo è rivisto verso l’alto a +0,8% m/m. Anche al netto delle auto la variazione è di 0,3% m/m, dopo +0,4% m/m. Le vendite di benzina aumentano di 0,8% m/m, in parte spinte dal rialzo dei prezzi. Fra le altre voci si riscontra notevole varianza: auto, +0,1% m/m, arredamento +0,8% m/m, materiali da costruzione +0,4% m/m, sanità e cura della persona -0,4% m/m, abbigliamento +1,4%, vendite online +0,6% m/m, ristoranti e bar -0,3% m/m. L’aggregato che entra direttamente nella definizione dei consumi (“control group”, cioè vendite al netto di auto, benzina, materiali da costruzione alimentari) è in rialzo di 0,4% m/m, dopo +0,5% m/m a marzo e segnala una elevata probabilità di significativa ripresa della dinamica dei consumi nel 2° trimestre dopo il rallentamento di inizio anno e di crescita solida del PIL, intorno a 2,9% t/t ann.

Stati Uniti. Williams (San Francisco Fed) ha ribadito la sua opinione secondo cui nel 2018 ci potranno essere tre o quattro rialzi dei tassi, a seconda dell’evoluzione delle pressioni inflazionistiche. Comunque anche uno sforamento di qualche decimo dell’inflazione al di sopra dell’obiettivo non darebbe luogo a una risposta da parte della Fed Williams ha ribadito che comunque il tasso neutrale dovrebbe restare baso per un periodo prolungato, limitando il sentiero dei rialzi dei tassi. Le audizioni di Bowman e Clarida alla Commissione Bancaria del Senato per la nomina a membri del Board della Fed non hanno dato informazioni rilevanti per la politica monetaria; entrambi hanno indicato che è appropriato normalizzare il bilancio e hanno assicurato la loro indipendenza rispetto a eventuali pressioni politiche.

Giappone. Il PIL nel 1° trimestre cala di -0,2% t/t, contro attese di consenso per una stagnazione, e segna il primo dato negativo in poco più di due anni; la crescita del 4° trimestre è rivista verso il basso di 3 decimi, da +0,4% t/t a +0,1% t/t. La correzione di inizio anno è dovuta alla domanda domestica, in calo di -0,2% t/t, e debolezza diffusa a tutte le componenti: consumi invariati, investimenti residenziali -2,1% t/t e investimenti fissi non residenziali -0,1% t/t. I contributi del canale estero e delle scorte sono rispettivamente di +0,1 pp e -0,1 pp. La debolezza della crescita del 1° trimestre è da attribuire in larga misura ai consumi, che sono stati frenati dal maltempo, e al rallentamento delle esportazioni. I consumi dovrebbero riprendere a crescere a un ritmo modesto, in linea con il 2017, dal 2° trimestre. Gli investimenti fissi delle imprese potrebbero essere rivisti verso l’alto nella seconda stima, alla luce delle informazioni relativamente positive che emergono dalle indagini e dall’attività nel manifatturiero. Per ora manteniamo uno scenario piuttosto positivo per la crescita nel 2018. La frenata del 1° trimestre porterà la BoJ a mantenere una comunicazione molto accomodante: ieri Kuroda ha sottolineato che non è il momento di modificare l’obiettivo sul rendimento a 10 anni, visto che l’inflazione è ancora lontana dall’obiettivo.

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