Flash sui mercati

Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche - 28/06/2018 16:53

Da seguire:

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Inflazione. I dati dei Laender dovrebbero essere coerenti con un aumento dei prezzi al consumo in Germania a giugno di 0,2% m/m, ancora per effetto del rincaro del greggio ma anche per una stagionalità positiva dai prezzi interni. L’inflazione è vista stabile al 2,2%, sulla misura nazionale ma potrebbe retrocedere di un decimo al 2,1% su quella armonizzata. In Spagna, la stima flash dovrebbe mostrare l’inflazione ancora in aumento a giugno al 2,4% da un precedente 2,1% sulla misura nazionale e di due decimi al 2,3%, sull’indice armonizzato. La spinta viene ancora dal rincaro del prezzo del greggio. Nei prossimi mesi l’inflazione rimarrà al di sopra del 2% sia in Germania che Spagna per poi calare all’1,7% a inizio 2019 al venir meno dal confronto annuale del rialzo del prezzo del greggio.

Italia. L’inflazione è vista in salita per il secondo mese a giugno, a 1,4% da 1% a/a precedente secondo entrambi gli indici (i prezzi sono attesi in aumento di tre decimi sul NIC e di quattro decimi sull’IPCA). Le maggiori pressioni al rialzo arriveranno dai trasporti, dagli alimentari e dai servizi ricettivi e di ristorazione. I prezzi core dovrebbero aumentare meno dell’indice headline visti i rincari dei trasporti, tuttavia anche l’inflazione di fondo è attesa in aumento su base annua, a 0,9% da 0,8% precedente.

Area euro. L’indice di fiducia economica elaborato dalla Commissione UE è atteso in calo per il sesto mese consecutivo a giugno, a 112,2 da 112,5 di maggio. Il morale delle famiglie dovrebbe essere confermato in calo a -0,5 da +0,2 precedente, è attesa in flessione anche la fiducia delle imprese, più nell’industria (a 6,5 da 6,8 precedente) che nei servizi (a 14,1 da 14,3). Il livello dell’ESI resta coerente con una prosecuzione del ciclo espansivo, ma su ritmi meno vivaci che nel 2017.

Area euro. Il consiglio europeo che si svolge oggi e domani si occuperà di gestione del flusso migratorio, ma anche di Brexit e riforma dell’unione economica e monetaria. Gli ultimi due temi sono in agenda domani, il secondo nell’ambito di uno Euro Summit allargato a 27 paesi. Su Brexit, il Consiglio si limiterà a prendere atto dei progressi raggiunti, ma lancerà anche un monito per il rischio di arrivare a una no deal Brexit. Riguardo alla riforma dell’Eurozona, le posizioni appaiono distanti su molti temi, con vari paesi che si oppongono al rafforzamento dei meccanismi di condivisione e che premono invece per un’accelerazione sul fronte della riduzione dei rischi.

Stati Uniti. La terza stima del PIL del 1° trimestre dovrebbe registrare una variazione di 2,2% t/t ann., in linea con la seconda stima.


Ieri sui mercati

Italia. La fiducia delle imprese e soprattutto quella delle famiglie sono tornate a salire a giugno dopo il calo dei mesi precedenti. L’indice composito di morale delle aziende diffuso dall’Istat è aumentato dopo tre mesi di calo, trainato dai servizi e dal commercio; nelle costruzioni l’indice è sceso, ma resta vicino ai recenti massimi decennali; nel manifatturiero, il clima è calato (come peraltro da attese), ai minimi da febbraio 2017, trascinato da valutazioni correnti meno positive sulla produzione. La fiducia dei consumatori è rimbalzata a sorpresa a giugno, recuperando quasi interamente la flessione del mese precedente. Il rimbalzo è dovuto alle componenti che spiegavano il calo di maggio e cioè il clima economico nazionale e le aspettative per il futuro; in netto calo le preoccupazioni sulla disoccupazione e in risalita decisa le attese sulla situazione economica dell’Italia. In sintesi, le indagini suggeriscono che gli agenti economici abbiano assorbito positivamente il succedersi di capovolgimenti sul fronte politico e sui mercati finanziari visto tra fine maggio e inizio giugno. Tuttavia, la situazione resta fluida, e i rischi sullo scenario appaiono oggi verso il basso (anche se pensiamo siano di entità contenuta sulla crescita 2018).

Italia. I prezzi alla produzione nell’industria sono aumentati di 0,7% m/m a maggio, dopo il calo di -0,3% m/m registrato ad aprile. La variazione annua è salita da 1,4% a 2,4%, un massimo da sei mesi. La salita dei prezzi nel mese è dovuta al mercato interno (+1% m/m, +2,7% a/a). Al netto dell’energia, si registra una stabilità dei prezzi domestici (appena +1% sull’anno). Il dato conferma che le pressioni a monte della catena produttiva restano contenute.

Italia. I dati sul commercio estero coi Paesi extra-Ue a maggio mostrano una contrazione congiunturale per entrambi i flussi, più marcata per le esportazioni (-3% m/m) che per le importazioni (-0,8% m/m). Di conseguenza l’avanzo commerciale (in termini destagionalizzati) è calato a 2,2 miliardi dai 2,6 mld del mese prima (il picco era stato raggiunto a 4,1 mld lo scorso settembre). Il dato conferma che il commercio estero è quest’anno decisamente meno vivace che nel 2017.

Francia. L’indice di fiducia dei consumatori a giugno stupisce al ribasso con un calo di due punti a 97 da 99, un minimo da agosto 2016. L’indagine di giugno segna la prima correzione rilevante nel morale delle famiglie da agosto scorso e porta la media trimestrale dell’indice a 99 da 101. La correzione di giugno non appare innescata da eventi specifici a differenza che in passate occasioni (scioperi) ma probabilmente riflette una congiuntura di fattori tra i quali i primi impatti delle riforme dei trasporti, del mercato del lavoro e delle professioni volute dal governo.

Stati Uniti. L’Amministrazione Trump ha fatto marcia indietro sulle minacce di introdurre nuove misure per bloccare gli investimenti cinesi in imprese americane operanti nel settore tecnologico e limitare le esportazioni di prodotti tecnologici verso la Cina. Per ora, la Casa Bianca ha deciso di muoversi sul fronte della tecnologia con gli strumenti disponibili e ha richiesto al dipartimento del Commercio di analizzare “questioni legate a trasferimento o esportazione di tecnologie”, senza indicare scadenze esplicite.

Stati Uniti. J. Bullard (St Louis Fed) ha detto che a suo avviso il tasso di interesse neutrale è intorno al 2% e il FOMC rischi a di muovere i tassi “troppo lontano, troppo in fretta”. A suo avviso, la Fed potrebbe stimare non correttamente il tasso neutrale, e per questo è opportuno essere molto cauti e agire in modo graduale. 

Stati Uniti. Gli ordini di beni durevoli (stima prel.) a maggio calano di -0,6% m/m, mentre il dato di aprile è rivisto verso l’alto a -1% m/m da -1,6% m/m. Gli ordini al netto dei trasporti sono deboli, e correggono di -0,3% m/m, dopo tre mesi consecutivi molto solidi; il dato di aprile è rivisto ampiamente verso l’alto (+1,9% m/m da +0,9% m/m). Gli ordini di beni capitali al netto di difesa e aerei flettono di -o,2% m/m, dopo +2,3% m/m, ma la variazione media a 3 mesi ann., a +4,6%, rimane forte. Le consegne calano di -0,1% m/m e salgono di 0,2% m/m al netto dei trasporti. Le consegne di beni capitali al netto di difesa e aerei sono in calo di -0,1% m/m, dopo +1% m/m. I dati delle consegne danno indicazioni di crescita degli investimenti fissi non residenziali intorno al 5% t/t ann., in linea con il ritmo visto nel 1° trimestre. Le scorte all’ingrosso a maggio aumentano di 0,5% m/m e quelle al dettaglio di 0,4% m/m, indicando un probabile ampio contributo positivo alla crescita del PIL nel 2° trimestre, vicino a 0,5 pp.

Stati Uniti. Il deficit commerciale dei beni (stima prel.) sorprendentemente si chiude a maggio, calando a –64,8 mld di dollari, da -67,3 mld di aprile, contro attese di consenso per un allargamento a -69 mld. Le importazioni aumentano di 0,2% m/m, mentre le esportazioni balzano di 2,1% m/m. Le importazioni registrano incrementi particolarmente forti negli alimentari, e segnano variazioni positive sia per i beni capitali sia per quelli di consumo. I dati spingono verso l’alto il contributo previsto del canale estero (intorno a 0,8 pp) alla crescita del 2° trimestre.

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