Bitcoin nuovamente sotto 4.000 dollari, cosa dice l’analisi tecnica?

MONEY.IT MONEY.IT - 26/02/2019 14:55

Non tutti gli strumenti che consentono di investire sul Bitcoin offrono le stesse condizioni di negoziazione. Vediamo quali sono e che impatti hanno le diverse soluzioni grazie agli strumenti offerti dall’analisi tecnica.

Seduta all’insegna delle vendite sul Bitcoin, che nel suo cambio contro il Dollaro Usa si riporta violentemente sotto la soglia psicologica dei 4.000 punti.


Xbt/Usd, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg


Lo scorso 18 febbraio i prezzi erano riusciti ad uscire dalla zona di compressione triangolare evidenziata nel grafico. Il breakout però è proseguito senza troppa partecipazione delle forze rialziste, che sono riuscite a formare solamente delle candele a range ristretto fino alla soglia psicologica dei 4.000 Dollari.

Appare ancora presto per affermare che una ripresa delle quotazioni sia prossima. Servirebbe infatti una violazione decisa della resistenza psicologica menzionata prima. La debolezza del quadro tecnico resta ancora elevata, come testimoniato anche dall’ampiezza delle barre, che per la maggior parte del tempo compongono doji, segnale di forte incertezza degli operatori.

Al momento, è ragionevole attendersi un ritorno in area 3.400 Dollari, dove transita la trendline ottenuta collegando i minimi del 14 dicembre 2018 a quelli dell’8 febbraio
 

Come investire in Bitcoin?

L’investimento nelle criptovalute non è così immediato: sebbene alcuni broker italiani si stiano attrezzando con i cambi spot, essi sono ancora caratterizzati da un ampio spread che penalizza gli operatori.

Un’altra via, meno immediata, è quella di utilizzare le piattaforme specializzate in valute virtuali, i cosiddetti exchange, ma anche in questo caso potrebbero sorgere problematiche relative alla difficoltà di aprirsi un account.

Si potrebbe quindi utilizzare l’ETN quotato sul mercato svedese: anche in questo caso però pochi intermediari italiani consentono di scambiarlo. Un’alternativa più costosa sono i futures quotati sul Chicago Board Options Exchange e del Chicago Mercantile Exchange.
 

I futures sul Bitcoin: l’analisi dell’open interest


Bitcoin Future, contratto generico scambiato al CBOE. Fonte: Bloomberg


Per quanto riguarda il derivato del CBOE, dalla data di quotazione i prezzi non hanno fatto altro che scendere: dall’11 dicembre 2017 i corsi si son deprezzati del 79,72%. Un altro elemento che ha è risultato in costante flessione è l’open interest, ossia la somma tra le posizioni aperte in un determinato istante.

Questo indicatore registra costanti picchi decrescenti, sintomo di una progressiva diminuzione dell’attività di trading su questo contratto. In questo caso sembra che gli operatori stiano perdendo interessesull’investimento nella maggiore criptovaluta per capitalizzazione. Vediamo il parente più stretto di questo strumento, ossia il future scambiato sul CME e quotato sempre a dicembre 2017, qualche giorno dopo quello sul CBOE.
 


Bitcoin Future, contratto generico scambiato sul CME. Fonte: Bloomberg


Interessante divergenza sulle posizioni aperte sullo strumento derivato quotato al CME. Dalla data di inizio di contrattazioni, il 15 dicembre 2017, anche in questo caso le quotazioni si sono costantemente indebolite, fino a perdere oltre l’80% di valore.

Una divergenza interessante con il future quotato al CBOE è però quella con le posizioni aperte, che qui registra picchi crescenti. Questo “gap” è dovuto ad una sostanziale differenza tra i due contratti: il primo rappresenta un singolo Bitcoin, mentre il secondo ne considera cinque. Un’altra difformità tra i due contratti sta nella disparità sulla compensazione: il Chicago Board Options Exchange utilizza il sistema di scambio dell’exchange Gemini, mentre il Chicago Mercantile Exchange usa un proprio tasso di riferimento. Oltre a questo, il margine richiesto per il contratto CBOE è del 40%, mentre quello sul CME è pari al 35%, leggermente più conveniente.

Queste differenze potrebbero quindi spiegare le divergenze nei volumi tra i due derivati. Il 19 febbraio 2019 poi, il CME ha rilasciato un comunicato nella quale afferma che è stato raggiunto un record di 91.690 bitcoin tradati (18.338 contratti) e che il 2019 è partito con una buona spinta. Le posizioni aperte sono aumentate del 21,5% rispetto all’ultimo trimestre del 2018.


Fonte: www.money.it

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