UN CERTIFICATO ADATTO A UN CROLLO

Stefano Fanton Stefano Fanton - 14/11/2015 12:25

Venerdì 13 si è tenuta l’edizione Romana di Investing, evento dedicato al trading in tutte le sue sfaccettature. La manifestazione è stata una interessante occasione per discutere ed approfondire tematiche inerenti al trading e alla gestione del rischio, elemento che non può assolutamente considerarsi avulso da ogni strategia tesa a sopravvivere e prosperare nei mercati finanziari.

Inevitabilmente la riflessione si è spostata sullo stop loss e sulla gestione dello stesso. Inaspettatamente (per il pubblico) è emerso un concetto abbastanza trasversale tra i trader professionisti che può essere riassunto più o meno così: “chi inizia deve assolutamente utilizzare lo stop loss, ma io non lo uso”.

Questa affermazione, molto provocatoria, serve in realtà come spunto di riflessione perché uno stop troppo stretto è la principale rovina dei traders sottocapitalizzati. Inevitabilmente.
E dunque il dibattito si è animato con comprensibile foga, stop loss si o stop loss no?

In realtà si tratta di una comprensione fallata dall’esperienza che ogni traders riversa nelle proprie scelte operative e negli strumenti finanziari che utilizza. Quello che è evidente, almeno a chi opera nei mercati finanziari da sufficiente tempo da averle viste quasi tutte, è che lo stop limitato a un’entità fissa, scollegato dalla volatilità dello strumento finanziario, è inadeguato a riflettere i mutamenti del sottostante. Perdere uno 0,35 in una singola barra o in 15 è, in altri termini ben diverso.

Ma non è facile comprendere i risvolti nascosti nel mutamento qualitativo dei prezzi avversi, si pensa al vil denaro e non a come lo si sta perdendo. E tuttavia un trader professionista lo stop loss non lo usa, semplicemente chiude la posizione quando e se deve farlo, stabilendo aprioristicamente solo l’entità della perdita massima anomala, non l’entità dello stop loss.

Anche i trading system, patria indiscussa nell’immaginario collettivo degli stop loss fissi, possono (preferibilmente) essere progettati per misurare la volatilità del sottostante e poi per sparare il relativo stop loss in funzione della volatilità che ha reato il segnale. E per mutarlo al mutare delle condizioni, sempre all’interno del massimo rischio accettabile, vero calderone dei vari stop loss.

E’ un mondo difficile quello del trading, poche certezze e tante verità che contengono internamente la loro negazione. I concetti appaiono parzialmente veri o parzialmente falsi, tutto è vero e tutto è opinabile.

Nemmeno lo stop loss ne è esente.

D’altronde nei numeri scorsi di questa rubrica vi avevo promesso di avvisarvi quando il trading system “La Via del Prezzo” avrebbe generato il nuovo segnale long per poter testare il segnale anche con dei certificati. Il rischio massimo del sistema di trading è del 6% a trade, quasi un’eresia, quasi come non avere lo stop loss. Una perdita ingente su un future, pari quasi a una piccola utilitaria di primissimo prezzo. Poco ci manca.

Stop che peraltro è saltato 6 volte negli ultimi 10 anni.

Segnale attuale del sistema sull'indice FTSE MIB
 
E ora? Pare che dovrò attendere qualche altra settimana prima di comunicarvi il tanto ricercato cambio qualitativo del mercato. Il mio sistema lo cerca, lo misura ma, ancora, non lo trova. Prima o poi lo troverà, siatene certi, ma il suo giudizio è imparziale, è il bello del trading sistematico, come diceva un samurai qualche anno fa al suo allievo occidentale…. “NO MENTE”.

 
UN CERTIFICATO ADATTO A UN CROLLO
Le considerazioni sullo stop loss trovano terreno fertile proprio nel mondo dei certificati. Quando chiudere una posizione in sofferenza?

Come comportarsi con un certificato che muta pelle, che genera profili di rischio inattesi?

La mia personalissima opinione è che debba essere mantenuto all’interno di un portafoglio ben impostato e portato, quasi sempre, a scadenza. In particolare per Top Bonus ma anche per Bonus Cap dove al tocco della barriera il danno è quasi tutto scontato dai prezzi.

Credo porti più danni che benefici utilizzare stop canonici nei certificati dato lo spread e la particolare struttura in opzioni digitali che caratterizza molti di questi strumenti.

Un trader, nel costruire un portafoglio in certificati, dovrebbe ipotizzare uno scenario atteso e impostare i propri acquisti tentando di gestire anche eventi avversi inattesi, crolli o esplosioni delle quotazioni. E, soprattutto, imparare a comprare durante gli eccessi, in una direzione o nell’altra.

Ecco quindi alcuni certificati da osservare con grade attenzione proprio in caso di movimenti anomali che, si ipotizza, verranno riassorbiti nel corso delle settimane.

Occorre essere preparati al mutamento e alle anomalie.
Il primo certificato, molto interessante in caso di un ulteriore calo delle quotazioni del nostro indice FTSE MIB è un TOP BONUS proprio sul FTSE MIB.

Il codice è DE000HV4AS18 e ha queste caratteristiche:
Barriera: 19627
Strike: 23091
Bonus: 109
Prezzo: 96,15
Scadenza: 16-12-2016

Dunque un rendimento del 14% circa a fronte di una barriera del 10,43%, un TOP BONUS con barriera a scadenza, mi piace immaginare un crollo dell’indice in prossimità di 20.000, proprio a ridosso della barriera (ora quota 21842) per acquistare questo prodotto sul panico e con un rendimento atteso del 20% e oltre.

Bello vero? Direi spettacolare. Ovviamente se l’indice si dovesse trovare, tra poco più di un anno, sotto 19627, addio bonus e performance negativa replicata. Ma è molto interessante proprio in caso di crollo e di uno scenario di ripresa ipotizzato.

 
 L’ANGOLO ZEN
Pagina Tradepedia Zen su Facebook: https://www.facebook.com/Lo-Zen-e-la-Via-del-Trader-Samurai-1507943786185653/?ref=hl
 
Angolo Zen, parabola Zen:
Uno studente di Zen andò da Bankei e gli espose un suo problema: “Maestro, io ho certe collere irrefrenabili. Come posso guarirne”? “Hai qualcosa di molto strano davvero” disse Bankei. Fammi dunque vedere di che si tratta”.
”Bè, così su due piedi non posso fartelo vedere”rispose l’altro.
“Quando potrai farmelo vedere?” domandò Bankei.
”Salta fuori quando meno me lo aspetto”rispose lo studente.”
Allora,” concluse Bankei “non dev’essere la tua vera natura. Se lo fosse, potresti mostrarmelo in qualunque momento. Quando sei nato non l’avevi, e non te l’hanno dato i tuoi genitori. Pensaci un po’ sopra”
(tratto da “101 storie zen”, Adelphi editore)

Commento:
Molte attinenze con il mondo del trading. Spiegarla sarebbe troppo. Non dire nulla sarebbe troppo poco.
 
VARIE
1) Il gruppo FB che amministro, Traderpedia - Gruppo di discussione sul trading è stato creato per discutere di analisi tecnica e di questa rubrica. Iscrivetevi se volete aggiornamenti della rubrica in real time o se semplicemente volete discutere di analisi tecnica, siamo già 4.069 https://www.facebook.com/groups/traderpedia/
 
Potete contattarmi alla mail: stefano.fanton@traderpedia.it o scrivendomi sul mio profilo facebook.

2) Mi ha scritto qualche trader dicendomi che il mio libro Lo Zen e la Via del Trader Samurai in edizione cartacea è introvabile. La versione e-book è disponibile su Amazon.

Visualizzabile anche su pc. http://www.amazon.it/s?_encoding=UTF8&field-author=Stefano%20Fanton&search-alias=digital-text
 
A breve sarà nuovamente disponibile la versione cartacea. Per informazioni scrivetemi.
 

 
 
 
 
 

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