Borse in rally su rallentamento dei nuovi casi di coronavirus

07/04/2020 12:30

Borse in rally su rallentamento dei nuovi casi di coronavirus

I listini azionari USA hanno aperto la settimana con il botto; i tre indici principali hanno guadagnato più del 7% durante la seduta di lunedì, sulla notizia dell’appiattimento della curva dei casi di coronavirus in alcuni dei focolai principali, fra cui New York, Spagna, Italia e Francia.
Ciò non significa che le misure d’isolamento saranno ritirate a breve, ma consente agli investitori di vedere la luce alla fine del tunnel. Le severe misure per contenere il contagio potrebbero essere prorogate fino alla fine di giugno e addirittura a luglio, per cui i paesi meridionali dell’Europa che dipendono dal turismo potrebbe perdere le entrate dell’estate 2020, e intanto il debito pubblico di questi paesi sta esplodendo per combattere il forte impatto negativo del virus sulle loro economie.

Nel Regno Unito, le cose si stanno aggravando dopo che Boris Johnson, contagiato dal coronavirus, è stato spostato in terapia intensiva.

Oltre al fatto che il numero di casi nel Regno Unito è previsto in aumento nelle prossime due settimane, anche la sostituzione forzata al vertice del governo potrebbe scuotere la situazione; Dominic Raab, che l’anno scorso aveva perso alle primarie dei conservatori, ora ha l’occasione di dimostrare al paese le sue qualità di leader in una fase di grave crisi sanitaria e difficoltà economiche.
La costituzione britannica non richiede un’elezione ma, ovviamente, a seconda di come evolverà la situazione, la pressione politica potrebbe portare a un’altra tornata elettorale, sebbene questo scenario al momento sia poco probabile. Nelle prossime settimane, Raab dovrà prendere decisioni urgenti per il Regno Unito, riguardanti, fra l’altro, la durata del lockdown, gli investimenti nelle attrezzature mediche, gli aiuti statali per chi ha perso la propria fonte di reddito o il posto di lavoro e così via.

L’aggravamento delle condizioni di salute di Johnson non ha avuto ripercussioni significative sulla sterlina; la sua assenza non ha pertanto generato una crisi di leadership in Gran Bretagna.

Questa è una notizia positiva. Ma, se la situazione peggiorasse, la sterlina potrebbe subire degli scossoni in entrambe le direzioni. L’assenza, probabilmente prolungata, di Johnson provocherà sicuramente un rinvio dei negoziati sulla Brexit, e di conseguenza un’ulteriore fase di incertezza per il Regno Unito.
Ma la proroga permetterà anche al paese di guadagnare tempo per fronteggiare il rallentamento economico dovuto al coronavirus, prima di iniziare a fare i conti con lo shock economico provocato dal divorzio dall’UE. Nello scenario, poco probabile, di un cambio duraturo al vertice, un leader più morbido sulla Brexit potrebbe dare uno stimolo positivo anche alla sterlina, devastata dalle apprensioni per un divorzio troppo rapido e disordinato dall’UE.

Per quanto riguarda i mercati azionari, il FTSE ha chiuso la seduta di lunedì in rialzo del 3%, poco meno delle altre borse europee, con i titoli energetici che sono rimasti indietro per il calo dei prezzi del petrolio e il crollo della distribuzione.

Sainsbury ha ceduto il 3,42% perché, con il peggioramento della crisi del coronavirus nel Regno Unito, le principali catene di negozi britannici dovranno aumentare gli sforzi per passare al business online e assumere migliaia di persone per le consegne degli ordini a domicilio. Anche se la grande distribuzione non dovrà chiudere i battenti.

Invece i titoli energetici stanno accusando il colpo dovuto alla correzione ribassista dei prezzi del petrolio dopo che la riunione in programma fra Arabia Saudita e Russia è stata spostata a giovedì.

L’attesa di un taglio pari a 10-15 milioni di barili al giorno ora è quasi del tutto scontata intorno al livello dei $30. Flessioni del prezzo potrebbero quindi offrire interessanti opportunità di acquisto sui minimi ai trader del petrolio, in vista della riunione del gruppo OPEC+.
Tuttavia, se i due paesi non sorprenderanno il mercato con un taglio della produzione più consistente, il prezzo del WTI potrebbe stabilizzarsi intorno o sotto il manico dei $30 al barile finché non vi sarà una ripresa della domanda di petrolio. E ciò probabilmente non avverrà prima della fase compresa fra la prima settimana di giugno e l’ultima di luglio.

Sui mercati valutari, l’AUD/USD ha superato quota 0,6150 dopo che, all’odierna riunione di politica monetaria, la banca centrale australiana (Reserve Bank of Australia, RBA) ha mantenuto i tassi d’interesse invariati al minimo storico pari allo 0,25%.

L’EUR/USD ha oscillato all’interno di una fascia di 30 pip, intorno al livello a 1,08.

A febbraio, gli ordini industriali tedeschi sono scesi meno del previsto, mentre la produzione industriale nello stesso mese ha mostrato una resilienza inaspettata, attestandosi allo 0,3%, a fronte del -0,9% previsto dagli analisti. In Italia, i dati sulle vendite al dettaglio di febbraio dovrebbero fornire una prima indicazione sulla gravità dell’impatto dell’epidemia da coronavirus sull’attività dei consumatori.
Gli analisti prevedono una flessione dello 0,4%, ma questa cifra potrebbe essere superata agevolmente al ribasso.

In Asia gran parte delle borse ha guadagnato, fatta eccezione per Sydney, trascinata al ribasso dai titoli del comparto energetico ed estrattivo.

L’oro ha superato i $1670 l’oncia, infatti ieri il metallo prezioso ha guadagnato di pari passo con gli asset rischiosi.

Discrete offerte dovrebbero arginare il potenziale rialzista vicino alla resistenza a $1700.

L’attività sui futures del FTSE (+0,13%) indica un avvio in lieve rialzo, ma l’indice ad alto tasso di titoli energetici potrebbe risentire della correzione ribassista dei prezzi petroliferi e delle crescenti incertezze sulla capacità di Arabia Saudita e Russia di giungere a un accordo su una riduzione consistente della produzione.

By Ipek Ozkardeskaya

Autore: Swissquote Fonte: News Trend Online

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