Crolla l’AUD, EUR disperato

01/10/2019 14:15

Crolla l’AUD, EUR disperato

L’AUD crolla dopo l’ulteriore allentamento della RBA

By Arnaud Masset

In seguito alla decisione della banca centrale australiana (Reserve Bank of Australia, RBA) di tagliare di 25 punti base l’obiettivo del suo tasso di riferimento, sceso ora al minimo storico pari allo 0,75%, martedì mattina il dollaro australiano è fra le valute che mostrano l’andamento peggiore.
Il taglio di per sé non è stato una sorpresa, gran parte degli economisti aveva infatti previsto l’intervento; il linguaggio, però, è stato molto più accomodante del previsto. L’aussie ha ceduto lo 0,65% contro il biglietto verde ed è sceso a $0,6701 durante la seduta asiatica, per poi stabilizzarsi intorno a 0,6705.

Il governatore Philip Lowe non ha escluso, in caso di necessità, un ulteriore allentamento monetario. Per questo motivo, alla luce del deterioramento sul mercato del lavoro e delle prospettive cupe per la crescita, molto probabilmente la RBA abbasserà il tasso allo 0,5% prima della fine dell’anno.

Dal punto di vista dell’analisi tecnica, l’AUD/USD si sta avvicinando all’area di supporto chiave a 0,6680, testata tre volte dall’inizio di agosto.

Una violazione al ribasso di quest’area spianerebbe la strada verso 0,66 (livello psicologico e base del canale ribassista). Visti il rallentamento dell’economia cinese – a cui l’Australia è fortemente esposta, dal momento che alla Cina è destinato circa il 40% delle sue esportazioni – e la guerra commerciale in corso, prevediamo ulteriori difficoltà in arrivo per l’Aussie.

EUR disperato sulla scia dell’indebolimento dei dati

By Vincent Mivelaz

La recente serie di dati negativi ha colpito duramente la moneta unica, che scambia nella fascia del maggio 2017 contro il biglietto verde, con una flessione su base trimestrale superiore al -4%.

Non solo il limitato margine di manovra sul fronte dell’allentamento monetario della Banca Centrale Europea, ma anche la pubblicazione, la settimana scorsa, di PMI manifatturieri deboli, nonché i timori di una recessione economica in Germania, giocano un ruolo determinante in questa tendenza.
L’attenzione degli investitori è puntata sull’indice d’inflazione nell’Eurozona e sulla decisione dell’OMC circa i sussidi all’industria aeronautica UE; entrambi dovrebbero rafforzare il declino dell’EUR.

Alle improvvise dimissioni del membro del Comitato esecutivo e del Consiglio direttivo della BCE Sabine Lautenschlaeger, in seguito all’annuncio di una ripresa del programma di acquisto asset, sono già stati dedicati molti titoli in prima pagina, perché confermano le divergenze esistenti all’interno del consiglio della BCE in materia di politica monetaria, infatti un terzo dei diciannove membri che lo compongono avevano votato contro alla riunione del 12 settembre.

Inoltre, gli shock commerciali in Germania restano un forte ostacolo, come dimostra la pubblicazione del PMI manifatturiero tedesco di settembre, sceso a un minimo storico pari 41,7 punti, e anche l’inflazione è calata all’1,20% (precedente: 1,40%) sebbene il mercato del lavoro sembri, a prima vista, vivace; in effetti, il barometro sull’occupazione dell’IFO indica un dinamismo piuttosto fiacco del mercato occupazionale a settembre.
Dopo la diffusione dei dati sull’IPC di settembre per l’Eurozona, si stima che indice primario e di fondo si attesteranno rispettivamente allo 0,90% (precedente: 1%) e all’1% (precedente: 0,90%), l’EUR dovrebbe rimanere sotto pressione nel corso della settimana, visto che anche i dati su prezzi alla produzione e vendite al dettaglio, in uscita giovedì, dovrebbero deludere le attese.

Nel frattempo, una decisione dell’OMC attesa questa settimana, che darebbe alle autorità USA una ragione per imporre dazi fino a $11 miliardi su merci UE, non farebbe ben sperare, perché probabilmente ci sarebbero delle reazioni, che spianerebbero la strada a un’altra spirale di ritorsioni commerciali.

Al momento l’EUR/USD scambia a 1,0896 (-5% nell’anno in corso), dopo aver archiviato la maggiore flessione trimestrale dal T2 del 2018.
Nel breve termine si avvicinerà a 1,0880.

Autore: Swissquote Fonte: News Trend Online

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