Debolezza duratura dell’USD improbabile

02/10/2019 15:30

Debolezza duratura dell’USD improbabile

I mercati tendono a reagire in modo eccessivo ai dati sul manifatturiero. Ciò si riflette anche nell’attuale andamento del prezzo sui mercati dei capitali, dove i rendimenti dei titoli di Stato e le azioni sono tutti in rosso, mentre il mercato forex continua a favorire il biglietto verde, nonostante un leggero calo martedì, come mostra l’indice del dollaro, che si attesta sui massimi da 29 mesi.
Inoltre, le cifre contraddittorie riferite alle attività manifatturiere negli USA a settembre, fornite da Markit e dall’Istituto per la Gestione delle forniture (ISM), dovrebbero mitigare i segnali di una potenziale recessione economica negli USA.

Nonostante la dura reazione, in seguito alla pubblicazione dei dati, del presidente USA Donald Trump, che ha incolpato Jerome Powell e la Fed per il “dollaro troppo forte” causato da “tassi d’interesse troppo elevati”, nel rapporto si esprime preoccupazione per l’attuale guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina, che rimane la questione più importante e ha danneggiato la fiducia delle imprese.

A settembre, l’indice ISM si è attestato a 47,8 punti (precedente: 49,1), in territorio di contrazione per la seconda volta di fila quest’anno, ma pare che il dato debba essere preso con le pinze, perché un indicatore simile, misurato da Markit, ha toccato i 51,1 punti (precedente: 50,3), livello più elevato da cinque mesi a questa parte, grazie a un aumento della produzione indotta dalla domanda più forte della clientela.
Non è poi la prima volta che il barometro ISM sul manifatturiero segnala che è in arrivo una recessione, dopo la crisi, infatti, l’indice è sceso in quella fascia almeno quattro volte, fra il 2012 e il 2016, senza che ci sia stata una recessione. L’indice ISM non manifatturiero, che sarà diffuso domani, fornirà pertanto un quadro migliore della salute dell’economia USA.

I partecipanti al mercato sembrano scommettere su un terzo taglio del tasso della Fed alla riunione di politica monetaria del 20 ottobre 2019, con probabilità implicite salite dal 39,80% di lunedì al 61,50% successivo alla pubblicazione dei dati. Noi tendiamo a relativizzare la prospettiva di un altro taglio del tasso, considerando le divergenze fra i 17 banchieri della Fed: solo sette hanno preso in considerazione un terzo taglio del tasso nel 2019, cinque vogliono mantenerlo sui livelli attuali e altri cinque si sono espressi contro un taglio del tasso a settembre.

Anche un peggioramento delle condizioni sul mercato del lavoro - oggi sarà pubblicato il rapporto ADP e venerdì seguirà il dato NFP - dovrebbe pesare sulle attese di un eventuale ulteriore allentamento della Fed.

Nel breve termine, la direzione dell’EUR/USD, che al momento scambia a 1,0912, dovrebbe dipendere dalle cifre ADP sulla variazione nell’occupazione in uscita oggi.

By Vincent Mivelaz

Autore: Swissquote Fonte: News Trend Online

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