EUR/USD in balia di forze opposte: scenari e strategie nel breve

17/01/2019 17:00

EUR/USD in balia di forze opposte: scenari e strategie nel breve

Queste prime giornate del 2019 sono state vissute all'insegna di una forte volatilità dal cambio euro-dollaro che ha provato a fuoriuscire dal trading range in atto da ottobre scorso, fallendo però nel suo intento.
A inizio mese il cross si è mosso da poco oltre quota 1,13, spingendosi la scorsa settimana ad un passo da area 1,157, da cui però è tornato a perdere terreno.

In linea con quanto accaduto ieri, l'andamento odierno dell'euro-dollaro non sta riservando alcuna sorpresa, con una sostanziale stabilità dei corsi a ridosso di area 1,14. Negli ultimi minuti la moneta unica viaggia appena sotto la parità contro il biglietto verde, a 1,1392, senza essere condizionato dall'aggiornamento odierno sull'inflazione in Europa, dove a dicembre si è avuta una frenata rispetto a dicembre, ma in linea con le aspettative.


Non hanno avuto impatto sul cross neanche i dati macro diffusi in America, dove le richieste di sussidi di disoccupazione sono scese più del previsto, mentre l'indice Philadelphia Fed è balzato in avanti ben oltre le stime.
Con riferimento al netto rialzo messo a segno dall'euro la scorsa settimana, rientrato nelle sedute successive, gi analisti di ING hanno spiegato che lo stesso potrebbe essere il risultato di uno short squeeze sulla moneta unica, ossia un improvviso aumento del prezzo di un asset che si verifica quando la sua domanda è di gran lunga superiore all'offerta.


La casa olandese evidenzia che quando ciò accade i venditori allo scoperto ricoprono molto velocemente le loro posizioni.
L'ascesa dell'euro è stata favorita anche dai toni da colomba usati dal presidente della Fed, Powell, e da altri membri del Board da lui guidato, secondo cui la Banca Centrale americana può essere più paziente nel percorso di rialzo dei tassi di interesse.

Intanto l'euro è tornato a perdere terreno nei giorni scorsi, appesantito anche dalle dichiarazioni del presidente Draghi che tre giorni fa ha riconosciuto che la recente crescita economica dell'area euro è stata più debole del previsto, aggiungendo che la frenata potrebbe durare a lungo.


Gli analisti di Mitsubishi UFJ Financial Group fanno notare però che anche la congiuntura a stelle e strisce è in rallentamento e di conseguenza la moneta unica non dovrebbe deprezzarsi molto rispetto al biglietto verde, ricordando che l'euro è la valuta G10 che ha performato meglio dall'inizio dell'amministrazione Trump.

Anche i colleghi di Rabobank riconoscono che l'economia sia in una fase di rallentamento, ma al contempo ritengono che i fondamentali dell'euro siano peggiorati.
Gli analisti restano così scettici sulle prospettive nel breve per la moneta unica, il cui rialzo a loro dire non ha basi nei fondamentali.  
Non diversa la view degli strategist di Unicredit, secondo cui il cross si manterrà intorno ai livelli attuali per ora.

Gli esperti affermano che i differenziali dei tassi di interesse rimangono favorevoli al dollaro e questo renderà particolarmente difficile per gli investitori spingere ulteriormente al rialzo le quotazioni dell'euro.
Per Unicredit l'andamento del crosso sembra dipendere da due fattori contrastanti: da una parte troviamo una Fed più paziente su ulteriori rialzi dei tassi di interesse e questo potrebbe favorire un ascesa dell'euro-dollaro.

Dall'altra però il rallentamento economico dell'Eurozona è un ostacolo per nuove salite della moneta unica. Secondo gli analisti fino a quando queste due forze continueranno a dominare la scena sul cambio euro-dollaro e fino a quando nessuna delle due avrà la meglio, difficilmente si potrà assistere ad un uscita del cross dal range compreso tra 1,135 e 1,145.


Uno dei prossimi catalizzatori per l'euro potrebbe essere rappresentato dall'appuntamento in agenda esattamente tra un mese. Il 17 febbraio il Dipartimento del Commercio Usa pubblicherà il rapporto sulle importazioni di auto negli Stati Uniti.
Secondo gli analisti di Mitsubishi UFJ Financial Group, dal report si capirà se l'import di automobili è considerato strategicamente importante e se quindi potrebbe essere una minaccia alla sicurezza nazionale degli Usa.


Conferme in tal senso potrebbero indurre all'imposizione di dati sulle importazioni di auto dal Giappone e dall'Unione europea e questo secondo gli analisti avrebbe ripercussioni negative sull'euro.
Quest'ultimo a detta di Deutsche Bank difficilmente potrà apprezzarsi più di tanto nel corso del 2019, quando il biglietto verde dovrebbe mostrare nel complesso una buona tenuta.

Un sostegno alla valuta Usa arriverà dalla crescita del PIL Usa e dai differenziali dei tassi di interesse, anche se la stretta monetaria da parte della BCE non è più così lontana come in passato.

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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