I mercati sono tranquilli

25/11/2019 14:56

I mercati sono tranquilli

I mercati sono tranquilli

By Peter Rosenstreich

Venerdì l’azionario globale è riuscito a recuperare le perdite della scorsa settimana e oggi ha aperto in rialzo. I titoli del Tesoro USA a scadenza breve sono rimbalzati sulla sorpresa positiva generata dai dati su manifatturiero e sentiment dei consumatori.
È diminuito il flusso di notizie per cui i mercati hanno pochi driver. Nel complesso, gli ultimi dati suggeriscono che il manifatturiero globale ha toccato il fondo, anche se le tensioni commerciali ostacolano gli “spiriti animali”. I negoziati commerciali fra USA e Cina sembrano procedere in modo positivo (anche se le informazioni rimangono vaghe), ma l’approvazione della legge a favore della democrazia a Hong Kong potrebbe provocare tensioni diplomatiche.

Al momento le tensioni commerciali, le proteste a Hong Kong e gli aggiornamenti sulle elezioni nel Regno Unito non influiscono granché sul mercato. Secondo noi, in assenza di informazioni negative, la politica monetaria continua a sostenere la propensione al rischio. I verbali, pubblicati la scorsa settimana, della riunione del FOMC di ottobre non hanno riservato sorprese.
La decisione di fornire un altro taglio di 25 punti base come assicurazione è stata motivata dal fatto che l’incertezza permane e che vi erano solo “timidi segnali” di un allentamento delle tensioni commerciali. Il FOMC mantiene una visione generalmente ottimista sulle prospettive economiche, con l’inflazione sotto la soglia del 2% e la crescita in linea con la tendenza.

I membri hanno sottolineato la preoccupazione per la crescita dell’occupazione, probabilmente rientrata dopo i dati sull’occupazione di ottobre, che hanno mostrato una revisione al rialzo significativa rispetto al dato precedente. Dal nostro punto di vista, il comitato è leggermente accomodante, ma un ulteriore allentamento della politica avverrebbe solo se i dati provocassero un “cambiamento concreto” delle prospettive economiche.
Continuiamo a credere che i banchieri ipotizzino un esito positivo dei negoziati fra USA e Cina e ricadute più ampie sull’economia reale. Vista la destrezza di Trump nel manipolare il flusso di notizie e il suo desiderio di tassi d’interesse più bassi, l’incertezza sul fronte commerciale non diminuirà nel prossimo futuro.

Ecco perché il FOMC manterrà un’impostazione da colomba. Visto il contesto, rimaniamo costruttivi sulle valute dei mercati emergenti.

I mercati sono impassibili alle notizie commerciali

By Vincent Mivelaz

A parte le notizie positive riguardanti gli sforzi della Cina per assicurare pene più severe contro le violazioni della proprietà intellettuale, sembra che un accordo commerciale provvisorio non sia più nell’agenda per l’anno in corso, sebbene venerdì il presidente USA Donald Trump abbia affermato che un accordo con la Cina è “molto vicino”.

A nostro avviso, l’accordo dovrebbe essere usato come leva nella campagna elettorale del 2020, per assicurarsi il supporto cruciale degli elettori delle zone rurali al momento giusto, anche se la portata dell’accordo commerciale per la “fase uno” probabilmente sarà limitata.
Le possibilità di riprendere i colloqui su argomenti chiave quali la proprietà intellettuale, al transfer tecnologico e al meccanismo d’implementazione per le riforme strutturali in Cina, al centro di discussioni nel marzo 2019 e parte essenziale dell’accordo per la “fase due”, probabilmente sono finite nel dimenticatoio perché i negoziatori cinesi dovrebbero attendere i risultati delle elezioni USA, in programma il 3 novembre 2020, prima di riprendere i negoziati.

Dovrebbe dunque persistere la domanda di beni rifugio, mentre l’amministrazione USA dovrebbe firmare la legge Hong Kong Human Rights Democracy Act approvata la scorsa settimana dal Congresso USA.

Nonostante il cauto ottimismo segnalato dai partecipanti al mercato sulla scia dei PMI positivi pubblicati venerdì, che segnalano un recupero dell’attività delle imprese, con i PMI manifatturiero e servizi attestatisi a 52,2 (precedente: 51,3) e 51,6 (precedente: 50,6) negli USA, la reazione tende a considerare che il rallentamento economico degli ultimi dieci mesi sia diminuito in modo significativo.

La situazione, però, non è cambiata in modo sostanziale, giacché entro il 15 dicembre 2019 potrebbero entrare in vigore i dazi USA, e anche la legge sui Diritti Umani a Hong Kong potrebbe pesare sui negoziati. Propendiamo dunque per un atteggiamento più cauto e ci aspettiamo che le discussioni proseguano il prossimo anno, anche le minacce sui dazi dovrebbero essere rimandate di conseguenza, mentre sul tavolo rimangono le discussioni sugli acquisti di prodotti agricolo USA e sul ritiro dei dazi.

Autore: Swissquote Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

Condividi

Argomenti

Cina Economy Mercati Usa

Strumenti

Hong kong 50

Google News Siamo su Google News!

Rimani sempre aggiornato, clicca sul link qui sotto, e nella pagina che si apre non dimenticarti di cliccare il bottone "Segui".

Traderlink Google News »