L'euro si rafforza leggermente nei confronti del dollaro

10/12/2018 08:00

L'euro si rafforza leggermente nei confronti del dollaro

Ecco la view di Canegrati Senior Analyst a BP PRIME.

L'euro si rafforza leggermente nei confronti del dollaro, mentre i mercati cominciano a temere che la tregua commerciale non regga.

L’euro è salito a 1,1379 (+0,04%) rispetto al dollaro il 7 dicembre, al termine di una settimana che ha visto nuove tensioni nei mercati azionari internazionali, legati soprattutto ad altri dati macroeconomici non positivi relativi all’economia dell’eurozona, in particolare a quelli del Pil riferito al terzo trimestre, alla forte incertezza che sta caratterizzando il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e al possibile proseguimento della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea è pronto a terminare il programma di alleggerimento quantitativo, a partire da gennaio 2019, dopo una riduzione progressiva di 15 miliardi al mese, iniziata lo scorso ottobre.

L’indice CPI dell’Eurozona è sceso al +2,0% a novembre, dal precedente +2,2%, mentre l’inflazione core è scesa al +1,0%, dal precedente +1,1%. Il Governatore Mario Draghi ha dichiarato che sui tempi di rialzo dei tassi ci potrebbero essere degli slittamenti rispetto al periodo indicato dell’estate 2019, se le prospettive di inflazione dovessero essere riviste al ribasso.
La politica monetaria della BCE rimane così strettamente legata ai dati e pertanto in caso di un calo della liquidità o di un peggioramento dell’outlook dell’inflazione vi potrebbe essere “un aggiustamento del percorso previsto per l’aumento dei tassi”, come dichiarato dallo stesso Draghi.

La Federal Reserve ha mantenuto inalterati i tassi di interesse negli Stati Uniti durante la riunione del FOMC dell’8 novembre scorso ma un ulteriore aumento è previsto già per l’ultimo FOMC dell’anno (19 dicembre).

Dopo la pubblicazione degli ultimi dati macroeconomici, che hanno mostrato lo straordinario aumento del tasso di crescita del PIL trimestrale, un mercato del lavoro estremamente solido, con il tasso di disoccupazione confermato al 3,7% e il tasso di inflazione ancora al di sopra del +2,0% (+2,3% ad ottobre), la posizione monetaria della Fed potrebbe diventare più hawkish, nonostante le recenti correzioni sui mercati azionari, soprattutto hi-tech, e qualche dato macro meno roseo del previsto, sembrano cominciare a convincere i banchieri centrali ad adottare una strategia più attendista, come confermato dallo stesso governatore Jerome Powell nelle sue ultime uscite pubbliche.

L’ultimo rapporto COT su Euro FX, pubblicato dalla Chicago Mercantile Exchange e riferito alle posizioni Futures Only pubblicato il 27 novembre, mostra come i levereged funds abbiano diminuito fortemente le loro posizioni lunghe sul rapporto di cambio EUR/USD, facendo salire la differenza tra posizioni long e short al di sopra delle 100.000 unità, una soglia ritenuta importante per poter determinare l’andamento del rapporto di cambio.

Secondo i dati COT riferiti alla penultima settimana di trading, i levereged funds hanno fortemente diminuito le loro posizioni lunghe di -10.012 unità a 26.502 complessive e hanno aumentato le loro posizioni corte di +1.329 unità a 138.103 complessive, facendo salire la differenza tra posizioni lunghe e corte sopra la soglia delle 100.000 unità e suggerendo così di scommettere su un deprezzamento a breve termine dell’euro nei confronti del dollaro.

I dealers hanno aumentato le loro posizioni lunghe di +164 unità a 37.412 complessive e hanno diminuito le loro posizioni corte di -1.085 unità a 90.395 complessive, suggerendo di scommettere su un apprezzamento a medio/lungo termine dell’euro nei confronti del dollaro.

Infine, gli asset manager hanno aumentato a 291.947 unità le posizioni lunghe (+526), portandole vicine al massimo storico dal 2009, e aumentato a 161.608 unità anche le posizioni corte (+1.462).

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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