L'ipotesi di un secondo referendum risolleva la sterlina

18/01/2019 08:00

L'ipotesi di un secondo referendum risolleva la sterlina

La bocciatura del piano May sulla Brexit ha prodotto effetti benefici sulla sterlina, che anche nella giornata di ieri si è apprezzata costantemente nei confronti sia dell’euro che del dollaro. Contro la valuta unica, il pound è salito sopra quota 1,1411, ai massimi da fine novembre 2018, mentre nei confronti del biglietto verde è salita fino a 1,3002, ai massimi da metà novembre 2018.
A spingere al rialzo la valuta britannica, il possibile aumento delle aspettative da parte dei traders di un possibile secondo referendum sulla Brexit, dopo che il leader del partito laburista Jeremy Corbyn ha pubblicamente affermato che una tale evenienza potrebbe essere necessaria. Una possibilità divenuta meno improbabile proprio dopo la bocciatura del piano May e nonostante il primo ministro sia riuscita comunque ad ottenere la fiducia da parte della sua maggioranza.

Il fatto che la premier abbia conservato il suo posto non significa comunque che la situazione per lei, e per i Tories in generale, sia buona.

Il partito conservatore esce infatti sconfitto in ogni caso, avendo dimostrato ancora una volta di essere estremamente spaccato al suo interno e di non essere in grado di produrre un piano che possa soddisfare sia la sua anima politica che la Commissione Europea. Se questa incapacità di produrre un piano alternativo nel breve periodo, in grado di piacere anche a Bruxelles, dovesse perdurare, l’ipotesi di nuove elezioni potrebbe presto tornare alla ribalta, dal momento che, in assenza di tale piano, l’alternativa sarebbe quella di un no-deal.

Anche l’ipotesi di rinviare la data ufficiale dell’uscita del Regno Unito dal blocco, prevista per il 29 marzo, dovrebbe trovare l’approvazione della Commissione che ha già subordinato tale possibilità alla presentazione, nuovamente, di un piano. Il cerino, alla fine, rischia appunto di rimanere nelle mani della May, obbligandola ad abbandonare il suo posto.
Da qui l’indizione di nuove consultazioni con una probabile vittoria dei Labour e con la possibilità di lanciare un secondo referendum.

Siamo ovviamente nel campo del probabile ed, ovviamente, il tutto è subordinato ad una serie di condizioni che dovrebbero concatenarsi.

Eppure, è proprio quello che i trader si aspettano, dal momento che hanno reagito puntando sul “long”. Sempre pronti, nel caso, ad invertire il segno, nel caso, invece, l’ipotesi del ‘no-deal’ si dovesse concretizzare. A quel punto è prevedibile un nuovo crollo del pound.

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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