La Fed sostiene il rischio

14/06/2019 13:00

La Fed sostiene il rischio

La Fed sostiene il rischio

By Peter Rosenstreich

La propensione al rischio complessiva rimane debole dopo le notizie degli attacchi contro due petroliere nel Golfo dell’Oman. Le borse USA hanno chiuso in positivo sulla scia del rialzo dei titoli energetici; i rendimenti USA sono scesi e c’è stato invece un rimbalzo dei prezzi di petrolio e oro.
Classici flussi verso i rifugi sicuri. Gli USA hanno accusato l’Iran degli attacchi che inaspriscono le tensioni in Medio Oriente. Viviamo, però, in tempi estremi, in cui la naturale determinazione del prezzo dei mercati non è più rilevante. Notizie che avrebbero spedito i mercati su un ottovolante da far drizzare i capelli hanno invece innescato volatilità per il greggio e un incremento solo marginale del prezzo.

Le banche centrali, alle prese negli ultimi mesi con una politica monetaria estrema orientata verso l’espansione, continuano a sostenere il rischio. Fatta questa premessa, consideriamo l’attuale calo degli asset rischiosi un movimento di breve termine. Probabilmente la riunione e la conferenza stampa della Federal Reserve la prossima settimana forniranno ulteriore supporto.

Il FOMC sta preparando le argomentazioni per un taglio dei tassi d’interesse a settembre.
Per la Fed non sarà facile mettere in risalto la flessione, dovuta all’escalation della guerra commerciale, e i dati macroeconomici deboli, senza spaventare il mercato. Questo mutamento annuncerà la svolta della politica monetaria globale. Il mercato ha già messo in conto un taglio di 25 punti base e la probabilità di una recessione nei prossimi 12 mesi si attesta al 30%.

Tuttavia, una volta sentita la Fed, la strategia influirà sui mercati. Probabilmente il risultato netto sarà un indebolimento dell’USD, soprattutto contro le valute dei mercati emergenti, e un ulteriore progresso delle azioni. In prospettiva, sarà interessante vedere se il presidente della Fed Powell riuscirà a evitare che il presidente Trump trascini gli USA nella recessione.
Verosimilmente nei prossimi mesi assisteremo a un testa a testa fra le due istituzioni americane più potenti.

L’NZD scivola dopo il PMI manifatturiero deludente

By Peter Rosenstreich

Il dollaro neozelandese (NZD) ha registrato l’andamento peggiore nel comparto G10 dopo l’inaspettato crollo del PMI manifatturiero.

La coppia NZD/USD ha ceduto fino allo 0,63%, calando a 0,6528, dopo che il PMI manifatturiero si è attestato a 50,2 punti, a fronte dei 53 previsti e dei 52,7 punti del mese precedente. Stando all’ultimo rapporto di BusinessNZ, il PMI manifatturiero è sceso di 2,5 punti a maggio a causa della brusca contrazione delle sottovoci Produzione (-3,7) e Consegne (-3,6).
Solo la componente Prodotti finiti è riuscita a salire marginalmente, di 4 punti, a 56,5. I dettagli, però, rimangono allarmanti: il PMI è sceso ai minimi dal dicembre 2012 e la tendenza è inclinata nettamente al ribasso. La cosa più preoccupante è il brusco calo della produzione, a 46,4 punti, un cattivo presagio per i mesi a venire, soprattutto perché i nuovi ordinativi sono rimasti quasi piatti e le scorte sono in aumento – i prodotti finiti si sono attestati a 56,5 punti.

Considerando il quadro complessivo, i dati neozelandesi suggeriscono una stabilizzazione nel primo trimestre, ma le cose potrebbero decisamente peggiorare nel secondo, poiché i dati dal mercato del lavoro, dai settori servizi e manifatturiero puntano a un’espansione economica più lenta.

Il recente stimolo monetario della RBNZ suggerisce che la banca anticipa un tale scenario. Crediamo, tuttavia, che ci sia spazio per un’ulteriore svalutazione dell’USD, perché i partecipanti al mercato hanno messo in conto più rialzi del tasso dalla Fed. Ora che Powell sta per ingranare la retromarcia, il biglietto verde dovrebbe continuare a ridurre i rialzi, cosa che dovrebbe impedire un ulteriore calo del kiwi.

Autore: Swissquote Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

Condividi

Google News Siamo su Google News!

Rimani sempre aggiornato, clicca sul link qui sotto, e nella pagina che si apre non dimenticarti di cliccare il bottone "Segui".

Traderlink Google News »