Salari reali maggiori dell'inflazione in UK

17/10/2018 10:55

Salari reali maggiori dell'inflazione in UK

La sterlina ha avuto una giornata buona ieri dopo che la crescita dei salari, esclusi i bonus, si è rivelata al livello più alto da gennaio 2009, al 3,1%. A differenza del 2009, il divario con l'inflazione al consumo era più ampio con lo 0,4% di crescita dei salari reali, mentre la disoccupazione, anziché scendere, era in aumento verso punte superiori all'8%.
Questa è è una buona notizia per un'economia che continua ad essere assillata dalle preoccupazioni per lo stato attuale dei negoziati sulla Brexit. I numeri dell'inflazione appena usciti fanno celebrare il ritorno alla crescita dei salari reali che abbiamo visto per tutto il 2015 e il 2016 con un tasso di crescita significativamente più alto dell'inflazione, infatti dal picco di agosto al 2,7 % si è tornati a settembre al 2,4 %, la stessa percentuale di luglio.

Circa i negoziati Brexit, è altamente improbabile che il Primo Ministro May possa mettere insieme le differenti volontà sulla prosecuzione dei dialoghi con i vertici europei Il blocco dei confini irlandesi continua ad essere oggetto di notevoli discussioni e con ogni probabilità farà naufragare qualsiasi prospettiva di un possibile accordo questa settimana.

Le divisioni sono troppo grandi, data la situazione del partito e l'aritmetica parlamentare. Notizia di oggi è che la Gran Bretagna avrebbe bisogno di prolungare il periodo di transizione post Brexit, che scatterà il prossimo 29 marzo, così da avere più tempo per negoziare un accordo di libero scambio con l’Unione europea.
Secondo il Financial Times, il commissario europeo Michel Barnier, responsabile dei negoziati sulla Brexit per l’Ue, sarebbe disponibile a prolungare addirittura di un anno questo periodo di transizione, quindi fino a dicembre 2021.

GBPUSD - Ha rimbalzato dalla media mobile a 100 periodi che ha fatto da supporto a 1,3080 dopo aver fallito il test della scorsa settimana del livello di 1,3260.

La tendenza rimane rialzista dai minimi di agosto a 1,2660. Dobbiamo recuperare il livello 1.3200 per ridurre al minimo la prospettiva di un ritorno all'area 1.3080 e di ulteriore debolezza verso l'area 1.2980 e la media mobile a 50 giorni.

Sembrerebbe che i mercati ritengano che tutto ciò faccia parte del gioco delle parti e una volta raggiunta una scadenza, come un miraggio nel deserto, un'altra ne prenderà il  posto.
Dato che non è stato concordato nulla fino a quando tutti i dettagli non vengano concordati, i mercati possono muoversi solo sulla base di ciò che sanno con certezza. Così i salari britannici di ieri ai massimi livelli da gennaio 2009 al 3,1% hanno alimentato le aspettative che il mercato del lavoro britannico, già in fase di rafforzamento, stia iniziando a spingere i salari a un tasso di crescita significativamente più veloce dell'inflazione.

Lo scorso mese l'inflazione dei prezzial consumo  ha registrato un balzo indesiderato dal 2,5% al 2,7% determinato da prezzi più alti della bolletta energetica, dell’abbigliamento e altri costi di trasporto e ricreativi.

Sarebbe quindi estremamente utile se il picco dell'inflazione di agosto fosse proprio questo, un picco temporaneo e i prezzi tornino sui minimi di quest'anno. Le aspettative per l'indice dei prezzi al consumo di settembre sono per una crescita pari al 2,6%.

Ancora più preoccupante, abbiamo visto un forte balzo dei prezzi core a settembre saliti dall'1,9% al 2,1%, quindi anche in questo caso la speranza è che assisteremo a un simile ammorbidimento della pressione sui prezzi con aspettative di una modesta frenata al 2%.  I prezzi al dettaglio dovrebbero rimanere stabili al 3,5%.

Negli ultimi mesi l'inflazione dell'UE è stata leggermente inferiore, a differenza del balzo dei prezzi a cui abbiamo assistito nel Regno Unito e si prevede che la storia si ripeta con i numeri di settembre di oggi.

L'indice dei prezzi al consumo generale dovrebbe vedere un aumento del 2.1%, mentre per i prezzi core l’aumento dovrebbe essere dello 0.9%.

La Gran Bretagna avrebbe bisogno di prolungare il periodo di transizione post Brexit, che scatterà il prossimo 29 marzo, così da avere più tempo per negoziare un accordo di libero scambio con l’Unione europea.
Lo riporta il Times, citando una fonte anonima vicino al governo inglese. Attualmente è previsto che il periodo di transizione, durante il quale le regole comunitarie continuerebbero ad essere applicate anche alla Gran Bretagna, scatti con l’uscita di Londra dall’Unione europea (quindi il 29 marzo) e si prolunghi per 21 mesi, quindi fino a dicembre 2020.

Secondo l’indiscrezione, il primo ministro Theresa May sarebbe stata invitata da alcuni ministri a chiedere una estensione di qualche mese del periodo di transizione, così da evitare l’impasse dei negoziati sulla Brexit. Secondo il Financial Times, il commissario europeo Michel Barnier, responsabile dei negoziati sulla Brexit per l’Ue, sarebbe disponibile a prolungare addirittura di un anno questo periodo di transizione, quindi fino a dicembre 2021.

Di Mauro Masoni

Autore: CMC Markets Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

Condividi

Google News Siamo su Google News!

Rimani sempre aggiornato, clicca sul link qui sotto, e nella pagina che si apre non dimenticarti di cliccare il bottone "Segui".

Traderlink Google News »