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Svolta accomodante anche per la BoE
11/02/2019 15:45

Svolta accomodante anche per la BoE
La Bank of England (BoE) ha seguito le altre banche centrali e si è posta in modo più accomodante. Dopo la Fed e la BCE, la BoE ha indicato che il Regno Unito sta crescendo al tasso più basso degli ultimi 10 anni. Il rallentamento, secondo la BoE, è stato causato dall'incertezza Brexit e dal calo della crescita a livello globale.
Per quanto riguarda le stime di inflazione, la BoE parla di "graduale declino al di sotto del 2%" a causa della "rapida discesa dei prezzi del petrolio". A sostenere l'inflazione rimane la solidità economica e resistenza dell'economia del Regno Unito.
La BoE ha ridotto in modo significativo le stime sulla crescita nel 2019, da 1.7% a 1.2% in soli tre mesi.
I titoli a 10 anni sono scesi al livello minimo da inizio anno, a 1.158%, riflettendo le prospettive di indebolimento segnalate dalla BoE.
In ogni caso, nonostante gli aggiustamenti, il senso del messaggio di Carney & Co. è che se si eviterà la hard Brexit i tassi saliranno.
Infatti, la BoE afferma che “risulta appropriato un graduale restringimento della politica monetaria” Tuttavia, questa posizione rappresenta una scommessa "all-inn" su una soft Brexit o no Brexit. La BoE ha evitato di parlare della Brexit, concentrandosi sugli indicatori macroeconomici, come debole domanda domestica e inflazione in calo, e ciò indica che la banca centrale potrebbe lasciare i tassi invariati fino a fine anno.
Due indicazioni importanti dalla BoE.
Primo, la sterlina potrebbe ulteriormente deprezzarsi contro euro e dollaro. Tuttavia, al momento abbiamo zero chiarezza sulle future relazioni tra UE e UK. Secondo, quando le banche centrali diventano più accomodanti, è il caso di scegliere un'impostazione rialzista sui mercati azionari.
Liquidità a condizioni accomodanti è stato il principale motore degli indici azionari durante gli ultimi 10 anni. Se il 2019 dovesse portare un rallentamento economico, ma condizioni monetarie accomodanti, i mercati azionari saliranno.
La RBI taglia i tassi, ma INR resiste
La Reserve Bank of India (RBI) ha sorpreso i mercati, che si attendevano un approccio neutrale dopo il meeting della Fed.
Invece, la banca centrale ha agito differentemente, tagliando il tasso di 25 punti base a 6.25%, dopo il rialzo di Agosto 2018. Si tratta del primo ribasso da Agosto 2017, e un secondo potrebbe avvenire nel meeting di Aprile 2019.
Infatti, sembra che questa svolta vada a vantaggio del PM Narendra Modi e del partito Bharatiya Janata, le cui promesse elettorali vanno da un maggiore credito alle aree rurali, a ulteriori tagli delle tasse per la classe media.
Le prossime elezioni generali sono in programma nel mese di Maggio 2019. Tale misura dovrebbe permettere al governo di prestare con più facilità e a costi inferiori, anche se il rischio di un ampio deficit potrebbe avere conseguenze negative sulla valuta indiana e sui titoli del tesoro di lungo periodo.
Inoltre, ci si chiede se la RBI è davvero indipendente come dovrebbe, dato che nonostante l'ultimo dato in ribasso sull'inflazione a Dicembre (2.20%, con target 2-6% per la RBI), il dato core che non considera prezzi dei settori alimentare ed energetico rimane elevato al 5.70%. Tuttavia, la banca centrale ha abbassato i tassi.
Nonostante la recente forza dell'INR, che ha chiuso la scorsa settimana in pari, riteniamo probabili nuovi rialzi per USD/INR.
Autore: Swissquote Fonte: News Trend OnlineTAG:
Banca centrale Bull or bear Economia Federal reserve Mercati Tassi
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