Ftse Mib ad un punto critico

25/04/2019 20:22

Ftse Mib ad un punto critico

Versione con grafici disponibile all'indirizzo http://ftaonline.com/blog/ftse-mib-ad-un-punto-critico

Ftse Mib ad un punto critico. Le ultime sedute, dal top del 17 aprile a 22053 punti, hanno visto il Ftse Mib cedente fino a violare un importante supporto, la base del canale crescente che contiene le oscillazioni dai minimi di fine 2018.
E' possibile che parte della responsabilita' di questa debolezza sia ascrivibile allo scontro tra leghisti e pentastellati in vista delle elezioni europee di maggio, una rivalita' che tuttavia per il momento non pare avere messo seriamente in crisi la tenuta del governo, ma probabilmente la prudenza dei mercati ha motivazioni diverse.

Il bollettino mensile Bce uscito di recente ha confermato che la perdita di slancio dell'espansione economica proseguirà nell'anno in corso. I rischi per le prospettive di crescita nell'area dell'euro restano orientati al ribasso per effetto delle persistenti incertezze connesse a fattori geopolitici, alla minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti.
Al tempo stesso, gli ulteriori incrementi dell'occupazione e l'aumento delle retribuzioni continuano a sostenere la capacità di tenuta dell'economia interna e il graduale intensificarsi di spinte inflazionistiche verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento nel medio termine.

Mettendo insieme gli esiti dell'analisi economica e le indicazioni derivanti dall'analisi monetaria, il Consiglio direttivo ha concluso che un ampio grado di accomodamento monetario è ancora necessario affinché l'inflazione continui a convergere stabilmente su livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento nel medio termine.

Il vicepresidente della Banca centrale europea, Luis De Guindos, nel corso di un evento a New York, ha comunque osservato che sia probabile una accelerazione della crescita nella seconda metà del 2019.

Secondo il vicepresidente, la Germania ha abbastanza margine fiscale per rispondere a una eventuale recessione economica, inoltre la BCE può sempre tornare sui propri passi e aumentare il grado di accomodamento monetario se necessario.
L'impressione e' che la Bce non prenda in considerazione una nuova drastica frenata della crescita, ma piuttosto preveda una sua stabilizzazione. Con queste prospettive Mario Draghi troverà notevoli ostacoli ad un nuovo importante piano di stimoli annunciati.

I mercati stanno iniziando a pensare che il governatore possa riuscire ad ottenere solo un intervento moderato, compatibile con uno scenario debole ma non di vera e proprio recessione, una prospettiva che di certo non avvantaggia l'Italia, che invece ha bisogno di una grossa boccata di ossigeno per rimettersi in moto.

Il bollettino della Bce ha segnalato infatti anche che alcuni paesi della zona euro gravati da un elevato debito, tra i quali anche l'Italia, non sono riusciti a ridurre il disavanzo strutturale.

Non e' un caso che lo spread con il Bund sia risalito recentemente in area 270 punti base. Tutte le volte che lo spread sale le banche italiane soffrono, hanno infatti molti bond in pancia, e dato l'elevato peso specifico del comparto bancario all'interno del nostro listino, le loro difficolta' pesano sull'intera borsa.

Una idea della gravita' della situazione viene fornita dallo spread tra il debito italiano e quello greco con scadenza a 10 anni, che si e' ridotto recentemente a 65 punti base circa, ai minimi degli ultimi 10 anni circa. Il debito italiano, ormai a 2320 miliardi di euro, vale da solo 1/4 circa di quello dell'intera area euro, e' quasi il doppio di quello spagnolo (1173 miliardi), e in rapporto al Pil e' al 132,2% contro il 61% della Germania e il 100% circa di Francia e Spagna.

Queste differenze sul peso del debito si riflettono chiaramente anche sull'andamento degli indici: sia il Ftse Mib sia il Dax si sono mossi dai minimi di fine 2018 all'interno di un canale rialzista, ovvero oscillando all'interno di due linee parallele con inclinazione crescente, ma il Ftse Mib nelle ultime sedute e' andato in pressing sul limite inferiore del canale, supporto passante a 21650 punti circa, mentre il Dax si e' portato a testare il limite superiore dell'analogo canale, resistenza in area 12350.

La differenza di comportamento e' evidente anche analizzando le diverse capacita' di reazione dei due indici: il Ftse Mib ha percorso a ritroso solo il 61,8%, importante riferimento di Fibonacci, del ribasso dal top di maggio 2018, resistenza chiave poco al di sopra dei 22000 punti, il Dax ha invece superato in modo netto lo stesso riferimento, posto a 12100 punti, arrivando nelle ultime sedute in area 12350.
Difficile immaginare che le due curve possano avere un andamento divergente, quindi o il Dax si lascera' alle spalle area 12350 salvando il Ftse Mib dalla violazione della base del canale, oppure il Dax andra' incontro ad una correzione e allora anche il Ftse Mib continuera' a scendere.

In questo caso tuttavia, mentre il Dax potra' giocarsi tutta l'ampiezza del canale, con base a 11700 punti circa, non distante dalla base del gap del 3 aprile a 11778 circa, una sorta di cuscinetto in grado di assorbire una fase di debolezza senza pregiudicare la tenuta dell'uptrend, il Ftse Mib al di sotto dei 21650 punti segnalerebbe l'inizio di una vera e propria correzione del rialzo dell'ultimo trimestre, con il rischio di discese fino a ricoprire il gap del 25 febbraio a 20290 punti circa.

(AM - www.ftaonline.com)

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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