E domani la Bce con un occhio alla Fed e uno alla PBoC

02/09/2015 16:39

E domani la Bce con un occhio alla Fed e uno alla PBoC

Fed e Bce: la prima lascia (forse) la seconda raddoppia (forse). Domani la riunione del board della Bce, una riunione dal tono interrogativo visto che si dovrà monitorare una situazione globale sulla quale è difficile prendere decisioni data la continua evoluzione e soprattutto le diverse incognite. 

Partiamo dai problemi in casa

Chi si ricorda la Grecia? Sembrava essere l’incarnazione dell’Apocalisse e invece, grave o meno che fosse la situazione, adesso è ridotta a una nota sull’agenda nonostante l’arrivo delle elezioni anticipate dopo le dimissioni del primo ministro Alexis Tsipras.

Il governo, fino ad oggi, è riuscito, complice l’appoggio delle opposizioni, a far approvare a tempo record la maggior parte delle riforme richieste dalla Troika, indiscussa vincitrice della battaglia che si era aperta. una scelta difficile ma che potrebbe dare ad Atene il lasciapassare per la deroga che la Bce gli aveva concesso ovvero sfruttare i titoli di stato ellenici come pegno che le banche di Atene potevano dare alla Bce nonostante il loro rating fosse ben al di sotto del minimo indispensabile.

 

Spostiamoci ora più in là

 

Andando invece oltre e per la precisione al di là dell’oceano è impossibile non guardare alla Federal Reserve e alle conseguenze che la sua decisione sul rialzo dei tassi di interesse avrà su più di un’area.
Prima di tutto sugli emergenti a loro volta chiusi nella morsa della Cina e del suo calo indifferenziato, un calo che dalle materie prime coinvolge direttamente anche la più sicura Germania particolarmente esposta con l’industria pesante. Ma le conseguenze arrivano anche sul fronte valutario: l’azione di indebolimento della Bce voluta da Draghi potrebbe essere inficiata dal ritardo potenziale della Fed sul rialzo dei tassi, ritardo a sua volta causato proprio dall’instabilità creata dalla Banca Centrale Cinese con la svalutazione dello yuan dell’11 agosto.

Il tutto mentre i rendimenti dei bond europei, per quanto bassi, risentono del clima di incertezza presente sui mercati. Effettivamente più che scelte vere e proprie ritardate dalla necessità di capire come e quanto incide sull’inflazione il calo delle materie prime e del petrolio, si tratterebbe di avere da Mario Draghi, governatore della Bce, una serie di indicazioni circa le strategie della Bce e soprattutto le interpretazioni che la Banca Centrale Europea ha dato e sta dando a quanto accaduto sui mercati, prospettive comprese. 

nnFonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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