Ecco perchè la riunificazione di Cipro deve qualcosa anche a Eni

12/01/2017 14:05

Con la sua scoperta nel 2015 del più promettente giacimento di gas naturale degli ultimi anni, il gigantesco campo di Zohr al largo dell'Egitto, Eni potrebbe indirettamente aver giocato un ruolo chiave nella soluzione di uno dei più spinosi nodi geopolitici dell'area mediterranea degli ultimi quarant'anni: la lacerazione etnica che divide Cipro dal 1974, quando la Turchia invase la parte nord dell'isola in risposta a un colpo di Stato che puntava ad annetterla alla Grecia dei Colonnelli. 

Il successo delle esplorazioni condotte del colosso petrolifero guidato da Descalzi, che hanno dato i loro frutti migliori proprio nei fondali contigui all'offshore cipriota, stanno infatti costringendo i governi della regione, a cominciare dalla Turchia di Erdogan, a ripensare profondamente le loro strategie di approvvigionamento energetico. E adesso l'interesse per il potenziale di riserve di gas e petrolio nascoste sotto il Mediterraneo orientale potrebbe dunque rappresentare uno dei fattori chiave nel percorso di riunificazione tra le due comunità - da un lato una Repubblica greco-cipriota parte dell'Unione Europea, dall'altro l'entità non riconosciuta della minoranza turca, autoproclamatasi Repubblica nel 1983 - protagoniste di un negoziato che sembra proprio in questi giorni giunto a una svolta decisiva.

I negoziati a una svolta decisiva

I vertici delle due comunità rivali, sotto la guida del Presidente greco-cipriota Nicos Anasastaides e del leader della minoranza turca Mustafa Akinci, hanno tracciato una linea comune definitiva di trattativa e sono insieme a Ginevra da lunedì scorso per discutere i dettagli di un'intesa per la prima volta davvero credibile sulla restaurazione dell'unità dell'isola.

Ieri i due leader si sono scambiati delle mappe con la tracciatura delle zone che la comunità greca e quella turca dovrebbero controllare nella futura entità federata, e nelle quali la divergenza sulla parte da assegnare alla componente turca riguarda appena l'1% del territorio di Cipro.

Un passo avanti mai fatto prima in decenni di negoziati.

I ciprioti discuteranno di pari passo con quello della divisione territoriale anche il tema della gestione della sicurezza post-unificazione, nella quale un ruolo chiave avranno le tre nazioni garanti dei negoziati: Grecia, Turchia e Regno Unito, fino al 1959 potenza colonizzatrice dell'isola.
E anche se le trattative per fondere le due bozze d'intesa in un unico accordo di compromesso non si svolgeranno adesso, le dichiarazioni di entrambe le parti lasciano intendere che se le cose dovessero mettersi per il verso giusto un referendum per la nascita di una nuova Cipro unita potrebbe svolgersi già l'estate prossima. 

Cosa c'entra Eni

Da quando Eni ha scoperto il giacimento di Zohr, quasi al confine con l'offshore cipriota, molte compagnie petrolifere hanno dovuto rivedere le loro strategie nell'area del Mediterraneo Orientale.

Come afferma un recente report della società di ricerca e analisi IHS Markit, la qualità e la quantità delle riserve scoperte da Eni "ha costretto le compagnie energetiche a ripensare il potenziale delle riserve di gas e a dare uno sguardo più approfondito alla geologia" della regione.
 

Il rapporto mette in evidenza che il panorama della competizione nella zona è già in via di trasformazione, di pari passo con la prime monetizzazione da parte di Eni dei risultati ottenuti in Egitto. A novembre scorso, i britannici di British Petroleum hanno acquisito per oltre 500 milioni di dollari una partecipazione del 10% nel blocco di Shorouk, un accordo conferma la posizione di forza di BP nell'area del Delta del Nilo insieme alla stessa Eni e a Shell.

Ma anche altri attori si stanno facendo largo, come dimostrano gli oltre 1,5 miliardi pagati a Eni dai russi di Rosneft per una quota di concessione del 30%, e, soprattutto, il nuovo ruolo che si appresta a giocare la francese Total proprio a Cipro.

Un nuovo giacimento in vista?

Il mese scorso le autorità cipriote hanno affidato a Eni, a Exxon Mobile e a Total nuove licenze in diversi blocchi esplorativi.
E gli analisti di IHS Markit sono adesso convinti che proprio da uno dei pozzi gestiti dai francesi potrebbe arrivare una delle più grosse novità per l'industria delle esplorazioni nel 2017.

Si tratta del blocco 11, appena a nord del confine tra l'area di esplorazione egiziana e quella cipriota. "Se il bacino di Zohr si estende in direzione nord, c'è il potenziale per una significativa scoperta" in quest'area gestita da Total, che potrebbe modificare profondamente il panorama della competizione nel settore degli idrocarburi in quest'area del Mediterraneo. 

Un nuovo giacimento di grosse dimensioni entrerebbe in competizione con i campi estrattivi israeliani ed egiziani, e all'interno del complicato puzzle di offerta e domanda di gas nei corridoi di transito del Mediterraneo orientale, l'emergere di nuove riserve aumenterebbe l'interesse per importazioni da quest'area verso la Turchia. 

Il ruolo della Turchia

Le evoluzioni dell'ultimo periodo non lasciano infatti indifferente Instanbul, che, priva di rapporti ufficiali con il Governo greco-cipriota, rischia di essere tagliata fuori dalle nuove rotte energetiche create con le nuove scoperte.“ La Turchia vuole ridurre la sua dipendenza energetica dalla Russia.

E come aveva detto lo stesso Presidente cipriota in un'intervista al quotidiano Kathimerini a fine dicembre, il suo bisogno di rifornirsi di gas da Israele e dalla stessa Cipro potrebbe rappresentare un fattore determinante nel processo di riunificazione di Nicosia con i turco-ciprioti del nord. "La Turchia potrebbe mostrare interesse per l'acquisto di gas naturale da Cipro," diveva Anastasiades, confermando che la rotta aperta da Eni porta, per vie contorte, dritto all'obiettivo. 

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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