Il bazooka del grande manipolatore

23/01/2015 10:10

Il bazooka del grande manipolatore

Il Bazooka di Draghi ha sparato ed i mercati ringraziano.
L’annuncio ufficiale del QE da parte di Draghi non ha deluso.
In estrema sintesi la manovra avrà queste caratteristiche:
1) Obiettivo: portare l’inflazione di eurozona al 2%;
1) Inizio a marzo;
2) Entità di 60 miliardi di euro al mese almeno fino a settembre 2016 (totale 1.140 miliardi);
3) Acquisto di titoli statali e sovranazionali di tutti i paesi Eurozona con rating almeno investment grade o sotto programmi di protezione troika: quindi no ai titoli greci fino al rinnovo del programma;
4) 20% del rischio sulla BCE, l’80% sulle banche centrali dei singoli stati che compreranno i titoli in base alle quote di partecipazione al capitale BCE.
Rispetto alle attese rilevo un ammontare significativamente superiore.

Inoltre viene lasciata aperta la possibilità di continuare oltre settembre 2016 se l’obiettivo non fosse raggiunto. Anche stavolta si conferma la strana teoria che è stata già messa in atto varie altre volte dalla FED: se una misura non funziona si insiste a qualsiasi costo, fino a quando non si vedrà un barlume di risultato.
Corollario: le Banche Centrali, per definizione, non sbagliano mai.
La generosità oltre le attese è controbilanciata da una bassa condivisione del rischio, assai più esigua delle attese. E’ la concessione che Draghi ha dovuto fare alla Bundesbank per zittirla e ottenere la non belligeranza.

In questo modo ogni paese si becca quasi tutto il rischio sui propri titoli di stato.
Il risultato combinato è quello che chi ha più bisogno di aiuto, ne avrà meno. Chi è invece più forte (guarda caso, la Germania) e non ha problemi a piazzare i propri bond, che già oggi vanno a ruba sui mercati, avrà un consistente aiuto dagli acquisti aggiuntivi che farà la propria banca centrale.

Detto per inciso, l’esclusione della Grecia dal programma è il contributo alla campagna elettorale greca dato dalla BCE.
Tutto ciò dovrebbe tradursi alla lunga in una accentuazione degli squilibri esistenti oggi nell’eurozona.

Lo spread tra i virtuosi e le cicale dovrebbe salire, e questo dovrebbe essere rilevato dai mercati, se svolgessero ancora il loro compito.
Ora però i mercati non funzionano più, perché queste manipolazioni (questo sono gli interventi delle banche centrali, se vogliamo chiamarli col loro vero nome) nel stanno distruggendo la principale funzione, come vedremo sotto.
I media insistono a presentare la misura come un salvagente per l’eurozona contro la crisi.
Curiosamente, nello stesso momento in cui Draghi ipnotizzava il mondo, a Davos un gruppo consistente di economisti ed ex banchieri centrali (tra cui King, ex BOE, e Greenspan, ex FED) concordavano sulla scarsissima utilità del QE per l’economia reale, come hanno dimostrato tutte le esperienze fatte finora da FED, BOE, BOJ.

E’ curioso il ruolo degli ex banchieri centrali. Quando sono al potere fanno le manipolazioni, quando scendono dalla poltrona ammettono che queste pratiche non servono e creano più danni che vantaggi. Concordavano anche sui notevoli effetti di creazione di inflazione finanziaria, che è un modo elegante per definire le bolle speculative sui mercati, come dimostra l’appiattimento verso lo zero di quasi tutti i rendimenti oggi esistenti al mondo sul mercato obbligazionario e la perdita di ogni contatto con valutazioni equilibrate da parte dei principali indici azionari.
Per questo ieri i mercati hanno esteso la festa, continuando a schiacciare i rendimenti, specialmente sui paesi a spread più alto.

Ieri il rendimento sul decennale tedesco è sceso a 0,44%, che significa, tolte le tasse e l’inflazione, rendimento zero, il BTP ha raggiunto 1,57% ed i bonos spagnoli 1,46%. Lo spread BTP-Bund si è stabilizzato a 116, anche se nel pomeriggio ha toccato addirittura quota 101. Prepariamoci a vedere la discesa sotto i 100 punti.

Renzi che ieri ha fatto anche la guida turistica, portando la Merkel a spasso per Firenze tra imponenti, ma discrete, misure di sicurezza ed offrendole un sontuoso banchetto, ovviamente tutto a spese nostre, avrà raccontato alla leader teutonica che il merito è delle sue riforme e del patto del Nazareno.
In realtà si sta compiendo l’assurda operazione di sganciare i prezzi dei mercati obbligazionari dal rischio che corrono gli acquirenti ed il QE di Draghi darà un’altra notevole spinta in tal senso.
Questo programma nel breve-medio periodo non può che generare altra miseria sui rendimenti, annientare la liquidità sul mercato obbligazionario, che perderà ulteriormente la poca capacità rimasta di esprimere una seria valutazione dei rischi.

La festa sull’azionario dovrebbe continuare ancora un po’, spinta dalla necessità di cercare rendimento da qualche altra parte, ed anche qui chi se ne frega del rischio. Ne è già una lampante dimostrazione il fatto che nell’imminenza delle elezioni greche, che in teoria avrebbero dovuto spaventare almeno un po’ i mercati, si continui un rally che ha già fatto molta strada sull’azionario e moltissima sull’obbligazionario.
Il rischio Grecia sembra scomparso dai radar dei mercati. E’ sparito perché non esiste più? Se il rischio non esiste, perché allora la BCE non se lo accolla? Oppure sono i radar che stano funzionando male?
Sarà il tempo a rivelarcelo. Come il tempo ci consentirà di verificare se la scarsa condivisione del rischio sui titoli acquistati dalle Banche Centrali, che la BCE ha deciso per accontentare i tedeschi, sarà un fattore trascurabile, come Draghi, spazientito dalle domande sul tema, ieri ha bruscamente affermato, oppure è un virus, iniettato nel sistema dagli apprendisti stregoni della BCE, che potrebbe sviluppare nuovi squilibri e, finita la sbornia dell’entusiasmo acritico, quando il pompaggio sarà prossimo alla fine (perché prima o poi dovrà pur finire, oppure pensiamo di aver trovato la macchina della felicità che produce ricchezza con la fotocopiatrice?) far ripartire la giostra degli spread, a danno dei paesi maggiormente indebitati.

Ora però occorre volgere lo sguardo alle elezioni greche di domenica prossima.

Interessano ancora a qualcuno?

Autore: Borsaprof Gerbino Fonte: News Trend Online

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