L'Italia potrebbe dover pagare 42 miliardi. Se non di più

25/04/2015 08:00

L'Italia potrebbe dover pagare 42 miliardi. Se non di più

Cosa spinge una nazione a compiere una serie di operazioni finanziarie azzardate, necessarie e potenzialmente utili e a trovarsi poi a dover sborsare, forse, oltre 40 miliardi?

Tutti abbiamo gli occhi puntati sulla Grecia, buco nero dell’eurozona, punto interrogativo sul futuro della moneta unica.
Ma non ci accorgiamo che noi stessi, in quanto Italia, abbiamo a nostra volta un conto ben più salato, impegnativo e insidioso da pagare: 42 miliardi. E per giunta ancora non ascribibili sui conti di stato perchè frutto di operazioni finanziarie da saldare al momento della scadenza. Nel frattempo navigheremo a vista.

E nell’incertezza.

Di cosa stiamo parlando?

Tutto parte dal primo e più grande problema dei conti italiani, quel debito pubblico che da tempo immemorabile ci accompagna come nostro inseparabile “amico”, tanto inseparabile da diventare un elemento caratteristico del folklore locale, al pari della pizza o della moda.
A fine 2014 è arrivato a toccare la cifra record di 2.135 miliardi di euro, non certo spiccioli, ma una montagna di soldi (da restituire) che ogni governo serio avrebbe difficoltà a gestire. Figuriamoci il nostro.

Non ci siamo abituati

Fino a qualche anno fa è stato gestito, si potrebbe dire, “all’italiana” con il trucchetto della svalutazione della lira (da tutti sempre criticato con sdegno, salvo poi applicare la stessa strategia all’euro…) ma anche con l’idea di poter sfruttare strumenti non convenzionali.

Nello specifico, secondo quanto reso noto dal Sole24Ore, si tratta di tre swaption cioè opzioni a entrare in swap, che rientrano in una più ampia strategia messa in atto per riuscire a proteggersi da un improvviso aumento dei tassi. Insomma, operazioni di copertura contro un rischio di cui finora l’Italia ha sempre sofferto e che, se usate con prudenza, si sarebbero potuti rilevare veramente opportuni.
O quasi.

Una scommessa persa

Si perchè da tempo, Bce docet, i tassi invece che salire, sono scesi, rendendo di fatto l’assicurazione un salato balzello da pagare alle banche statunitensi, strumenti complicati che si basano su delle opzioni: in altre parole lo stato italiano ha venduto alle banche la possibilità di esercitare un diritto, entrando in gioco qualora quel diritto si verifichi e sia per la controparte conveniente.

Per molti questo si chiama "scommessa" ed in effetti di azzardo ce n'è molto, soprattutto se si considerano i rischi ipotecati sul futuro, rischi che spesso risultano sbilanciati in rapporto ai premi incassati: attualmente gli swap in questione, quelli citati dal Sole24Ore, vedono un mark to market, cioè una loro valutazione in funzione dei prezzi correnti di mercato, che arriva al 45% del loro valore totale.
Ancora fresco il ricordo di quei 3,1 miliardi che l’Italia, nel pieno nel panico da spread, ha dovuto pagare all’istante a Morgan Stanley e a quanto pare non saranno gli unici visto che da adesso ed entro il 2018 altre due banche chiederanno il pagamento di altri 2,6 miliardi.

L’interrogativo resta inevaso

Per quale motivo la volontà di stabilizzare il debito, contenere la spesa ed evitare oscillazioni pericolose (oscllazioni che peraltro su cifre come quelle del debito italiano sarebbero distruttive a livello nazionale) ha ottenuto un risultato assolutamente controproducente e forse anche peggiore del pericolo che volevano evitare?

Perchè si è scommesso contro qualcosa che per molti era impensabile:il repentino crollo dei tassi che da un 5% sul trentennale nel 1998 adesso non arriva a toccare lo 0,8%.

Non solo, ma una scelta di questo tipo e che ha portato a una serie di aggravi così importanti per il contribuente italiano che ha dovuto pagare qualcosa di cui non era minimamente a conoscenza e che per legge non aveva nemmeno diritto di averla, non è stata presa in carico ed esaminata da nessuno dei numerosi (e in Italia è proprio vero) ministri dell’Economia.

In altre parole: nessuno ha fatto niente. Tranne il popolo italiano che dovrà pagare 42 miliardi, non si sa perchè.

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

Condividi

Google News Siamo su Google News!

Rimani sempre aggiornato, clicca sul link qui sotto, e nella pagina che si apre non dimenticarti di cliccare il bottone "Segui".

Traderlink Google News »