Petrolio: cause del crollo e previsioni. I titoli oil ancora buy

14/11/2018 15:52

Petrolio: cause del crollo e previsioni. I titoli oil ancora buy

Gli investitori continuano a guardare con molta attenzione all'andamento dei prezzi del petrolio che stanno vivendo una fase estremamente negativa come non la si vedeva da tempo. Quest'oggi le quotazioni dell'oro nero danno vita ad un rimbalzo, passando di mano negli ultimi minuti a 56,65 dollari, con un progresso dell'1,76%.
Il mercato attende di conoscere l'aggiornamento sulle scorte strategiche Usa che sarà diffuso nel pomeriggio, da seguire con attenzione dopo che nelle ultime settimana si è registrata una crescita superiore alle aspettative.

Greggio in recupero dopo 12 sedute in caduta libera

Non più tardi di ieri il greggio ha vissuto una seduta estremamente pesante, scendendo per la dodicesima sessione consecutiva.

La giornata si è conclusa con un affondo del 7,1% a 55,67 dollari, il peggior calo da quasi due anni a questa parte.

Le quotazioni si sono così riportate sul livello più basso da quasi un anno e precisamente da dicembre 2017,  con una flessione di quasi il 30% dal picco di inizio ottobre.

L'Opec taglia le stime di crescita della domanda e dell'offerta

A far crollare ieri le quotazioni del petrolio hanno contribuito le indicazioni arrivate dall'Opec che ha rivisto al ribasso le stime di crescita della domanda di petrolio sul 2019.


Quest'ultima è vista per quest'anno a 1,5 milioni di barili al giorno, per arrivare ad una domanda totale di 98,79 milioni di barili giornalieri. Per il 2019 la previsione di crescita e? pari a 1,29 milioni di barili al giorno, 70mila in meno rispetto alla stima precedente, rivista in seguito a minori consumi in Medio Oriente e, in misura minore, in Cina.

Nel 2019 l’OPEC prevede inoltre una crescita dell’offerta di greggio dai Paesi non-OPEC pari a 2,1 milioni di barili al giorno, 120mila in più rispetto alla stima precedente, segnalando che la maggior parte della crescita proviene dagli Stati Uniti.

Allo studio un taglio della produzione?

Per fare in modo che le scorte rimangano stabili nel corso del 2019, l’OPEC dovrebbe tagliare la produzione di circa 1 milione di barili giorno dal livello record di 32,9 milioni.

C'è da dire che l’amministrazione americana e? fortemente contraria ad un taglio OPEC, indebolendo la volonta? di riduzione dei Sauditi alla prossima riunione del Cartello in agenda il 6 dicembre.

Stando ad alcune indiscrezioni riportate in queste ore da Reuters, i Paesi dell'Opec e altri al di fuori della stessa stanno valutando una riduzione dell'offerta fino a 1,4 milioni di barili al giorno.

I motivi che hanno mutato l'equilibrio sul mercato del petrolio

Intanto, come spiegato in un report diffuso questa mattina, gli analisti di Equita SIM evidenziano che in poche settimane l'equilibrio sul mercato del petrolio si è modificato per vari motivi, provocando un forte calo delle quotazioni.

Gli esperti fanno riferimento alla temporanea esenzione dell’embargo all’IRAN per gli 8 maggiori importatori di greggio da quel paese.

A ciò si aggiunge la riduzione delle prospettive di crescita della domanda nel 2019 per un outlook macoeconomico piu? incerto.

Da segnalare anche la maggior produzione degli Stati Uniti e dei Paesi OPEC nel periodo di riferimento, con la Libia che ha recuperato circa 660.000 barili al giorno in due mesi.
Da non dimenticare infine la crescita delle scorte di greggio e benzina negli Stati Uniti nelle ultime settimane.

Le previsioni di Equita SIM sul Brent e i titoli oil da preferire ora

Gli analisti di Equita SIM fanno sapere che la loro stima sul prezzo del Brent e? pari a 77,5 dollari al barile per il 2019 e a 80 80 dollari per il 2020.


La SIM milanese ritiene che l’equilibrio tra domanda e offerta di greggio nel medio termine sia piu? favorevole ad un rialzo dei prezzi per il periodo di bassi investimenti dell’industria tra il 2014-2018.

Il consensus di Bloomberg sul prezzo del Brent nel 2019 e? pari a 76,4 dollari al barile, un livello da cui gli analisti ritengono ragionevole una riduzione di circa 5 dollari al barile nei prossimi mesi.

Nel 2019 il tema dell’incertezza sulla domanda sara? dominante rispetto ai rischi legati all’offerta, ma, senza ulteriori revisioni al ribasso della domanda, gli analisti restano positivi sul settore oil.

All’interno di quest'ultimo i titoli preferiti da Equita SIM sono ENI e Repsol, tra le societa? integrate, Saipem nel settore servizi e Saras nel mid- downstream.

Mediobanca conferma stime di lungo sul greggio.

I titoli buy

Mediobanca Securities invece è più cauta su Saipem, tanto da mantenere invariata la raccomandazione "neutral", Gli analisti segnalano infatti che in caso di ulteriore correzione dei prezzi del petrolio, non si materializzeranno i piani delle spese da investimento delle major petrolifere attesi per il prossimo anno.

Bullish invece la view su ENI, per il quale viene ribadito il rating "outperform", segnalando che a fare da supporto al titolo sono le stime di Mediobanca sul prezzo del petrolio nel lungo termine.


Queste ultime restano invariate a 65 dollari al barile, anche se gli analisti nel breve prevedono ancora volatilità per le quotazioni dell'oro nero.

Secondo Mediobanca Securities, una buona scommessa è offerta da Saras, coperto con una raccomandazione "outperform". La società più di altre potra beneficiare del prezzo del petrolio più basso, in quanto ciò potrebbe tradursi in un aumento dei margini di raffinazione.

Ubp prevede una stabilizzazione del petrolio: strategie sui titoli oil

A credere in un recupero dei titoli del settore oil sono gli analisti di Ubp, i quali dopo il recente crollo del petrolio si aspettano una stabilizzazione delle quotazioni tra i 65 e i 70 dollari al barile nei prossimi mesi, a poca distanza dai livelli raggiunti prima dell'annuncio della nuova imposizione delle sanzioni contro l'Iran a maggio scorso.

Gli esperti di Ubp fanno notare che le azioni del settore energetico scambiano a poco più di 1,5 volte il loro book value.

Storicamente, le valutazioni al di sotto di questo livello hanno fornito un buon punto di ingresso per gli investitori.

Confermata la preferenza per le società energetiche integrate europee che fino ad ora hanno ottenuto risultati nettamente superiori a quelli del settore e  dovrebbero continuare a farlo anche nel 2019.

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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