Telecom sui minimi da 5 anni. Non aiutano i giudizi dei broker

13/07/2018 15:40

Telecom sui minimi da 5 anni. Non aiutano i giudizi dei broker

I ribassisti non accennano in alcun modo a mollare la presa su Telecom Italia che anche oggi sta scivolando verso il basso, con un movimento in controtendenza rispetto al mercato. Il titolo non solo non riesce a sintonizzarsi con l'andamento positivo del Ftse Mib, ma non è in grado di porre un freno alla sua discesa, perdendo terreno per la quinta seduta consecutiva.

Dopo aver archiviato la giornata di ieri con un affondo di quasi il 3%, Telecom Italia oggi scivola nelle ultime posizioni tra le blue chips, con un calo al momento dello 0,68% a 0,6104, già in recuperi dai minimi intraday, e oltre 87 milioni di azioni transitate sul mercato fino ad ora, rispetto alla media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 117 milioni di pezzi.


Il titolo ha violato così i minimi dell'anno segnati nell'intraday del 27 giugno scorso a 0,615 euro, spingendosi su valori che non si vedevano ormai da inizio ottobre 2013.
Telecom Italia non riesce in alcun modo a sfruttare le indicazioni positive offerte dal mercato, con riferimento non solo alla sessione odierna, continuando a perdere terreno in vista dei conti del secondo trimestre che dovrebbero rivelarsi deboli.

Stando a quanto argomentato nelle sale operative però il titolo però viene colpito dai ribassisti senza particolari motivi, considerando che diversi analisti ritengono già scontate dal mercato le indicazioni poco brillanti attese dalla trimestrale.
Di certo non aiutato i giudizi espressi da alcune banche d'affari, a partire da quello di UBS che oggi è tornato ad occuparsi del titolo.

Non più tardi di tre giorni fa la banca elvetica ha bocciato Telecom Italia, con un cambio di strategia da "neutral" a "sell" e un prezzo obiettivo ridotto da 0,83 a 0,59 euro.
Gli analisti si aspettano revisioni al ribasso delle stime per Telecom Italia, visto che il consenso a loro dire non coglie la realtà industriale del gruppo.

A detta di UBS il taglio delle spese per investimenti è la principale leva rimasta al management del gruppo telefonico per limitare la pressione sul cash flow, ma è in chiara contraddizione con l'obiettivo di mantenere la leadership nella rete. La riduzione delle spese per investimenti potrebbe inoltre rivelarsi controproducente, considerando il momento di crescita di Open Fiber nello sviluppo della fibra.


Alla base della view negativa della banca elvetica c'è anche l'ingresso di Iliad in Italia e il fatto che il miglioramento registrato sul fronte domestico da Telecom Italia negli ultimi due anni, è stato legato a strategie di prezzo e azioni sui costi, ma secondo gli analisti queste mosse non sono sostenibili nell'immediato futuro.


Meno severo, ma in ogni caso improntato alla cautela, il giudizio di Barclays che non più tardi di due giorni fa ha reiterato il rating "equalweight" su Telecom Italia, con un target price ridotto da 0,9 a 0,83 euro per le azioni ordinarie e da 0,78 a 0,72 euro per quelle della categoria di risparmio.


Questa mossa riflette una sforbiciata delle attese sull'utile per azione di quest'anno nell'ordine di circa il 14%.
Con riferimento ai conti del secondo trimestre, gli analisti di Barclays prevedono un peggioramento sia per i ricavi che per i margini, visto che il gruppo risentirà dell'arrivo di Iliad nel nostro Paese, mentre a pesare in Brasile saranno la frenata dell'economia e l'impatto negativo dei cambi.

Nel dettaglio dalla trimestrale di Telecom Italia Barclays si aspetta ricavi in flessione da 4,9 a 4,8 miliardi di euro, mentre per l'ebitda è atteso un calo del 7% a 1,8 miliardi di euro.

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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