Borsa italiana in ribasso: FTSE Mib -0,78%. Vendite su bancari e Telecom

28/12/2016 17:53

Borsa italiana in ribasso: FTSE Mib -0,78%. Vendite su bancari e Telecom

Borsa italiana in ribasso: FTSE Mib -0,78%. Vendite su bancari e Telecom.

*Mercati azionari europei incerti. Wall Street in rosso: *alla chiusura delle borse europee S&P 500 -0,3%, Nasdaq Composite -0,3%. A Milano il FTSE Mib ha terminato a -0,78%, il FTSE Italia All-Share a -0,69%, il FTSE Italia Mid Cap a -0,07%, il FTSE Italia Star a +0,60%.

Euro in netto calo contro dollaro: EUR/USD tocca 1,0385, si riavvicina ai minimi dal 2003 a 1,0352 toccati il 20 dicembre.

EUR/USD alla chiusura dei mercati europei segna 1,04 circa.

Mercati obbligazionari eurozona positivi. Il rendimento del Bund decennale si conferma allo 0,21%, quello del BTP scende di 2 bp all'1,84% (-5 bp per il Bono spagnolo all'1,38%). Lo spread scende di 2 bp a 163.

Per quanto riguarda i dati macroeconomici della giornata odierna segnaliamo che negli USA la National Association of Realtors ha reso noto che l'indice Pending Home Sales (vendite di case con contratti ancora in corso) ha evidenziato un calo nel mese di novembre, pari al 2,5% m/m, dopo l'incremento dello 0,1% rilevato a ottobre.

Gli addetti ai lavori avevano stimato una variazione positiva pari allo 0,5% mese su mese. In Spagna a novembre le vendite al dettaglio sono aumentante del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2015, risultando superiori alla lettura precedente fissata al +2,1% (rivisto dal +2,2%). In Italia a dicembre 2016 il clima di fiducia dei consumatori migliora (da 108,1 a 111,1) riportandosi sul livello di luglio 2016; l'indice composito del clima di fiducia delle imprese scende da 101,4 a 100,3.
Lo rivela l'Istat in un comunicato pubblicato stamani.

Settore bancario in flessione con l'indice FTSE Italia Banche a -1,23%, mentre l'EURO STOXX Banks segna -0,7%. Secondo Standard & Poor's i 20 miliardi di euro stanziati dal governo con il provvedimento del 23 dicembre non bastano a sanare il settore bancario nel suo insieme, ma solo a risolvere i problemi di alcune banche.

Per S&P il provvedimento non avrà effetti immediati sul rating del Paese. Molto deboli Banco Popolare (-2,21%) e BP Milano (-2,65%): la fusione dei due istituti in Banco BPM diventerà efficace il 1° gennaio 2017. Secondo MF la nuova banca (la terza più grande d'Italia) dovrà però affrontare subito l'esame della BCE.
Nel prospetto per l'ammissione a quotazione delle nuove azioni si legge infatti che sono in arrivo gli esiti sulle ispezioni della vigilanza dell'Eurotower riguardo alla gestione dei rischi di credito di entrambe le banche.

In forte calo UBI Banca (-3,32%) e Bper Banca (-1,26%). Secondo quanto riferito dal Messaggero, la Banca d'Italia ha chiesto alle banche eventualmente interessate di presentare entro il 31 dicembre le offerte vincolanti per le 4 good bank derivanti dalla risoluzione di Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara.

In base a indiscrezioni circolate negli ultimi mesi, UBI Banca sarebbe interessata alle prime tre, Bper Banca a CariFerrara. Interessante ricordare che stamattina il Sole 24 Ore ha scritto che l'Autorità nazionale di risoluzione ha chiesto altre due annualità di contributi (1,5 miliardi di euro) al Fondo nazionale di risoluzione per il salvataggio di Banca Marche, Popolare Etruria, CariChieti e CariFerrara.

*Sotto la parità anche Intesa Sanpaolo (-0,82%).
*Secondo indiscrezioni di stampa la banca ha selezionato una short list di offerte per un portafoglio di crediti deteriorati da 2,5 miliardi di euro: in gara i fondi Cerberus, Apollo e Christofferson Robb & Company. La scelta tra le tre proposte dovrebbe arrivare nel primo trimestre 2017.

*Banca MPS ancora sospesa dagli scambi.

Moody's ha cambiato la direzione della revisione attualmente in corso relativa allo standalone baseline credit assessment (BCA) *della banca senese da "direzione incerta" a "revisione per upgrade" dopo l'intervento del governo italiano. Secondo indiscrezioni di stampa la BCE potrebbe accettare una ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro (nonostante uno shortfall da 8,8 miliardi) se accompagnata da un piano industriale convincente, soprattutto riguardo alla cessione di crediti deteriorati.

Si parla anche di un esecutivo impegnato nella ricerca di un partner estero: tra i possibili candidati BNP Paribas, Societe Generale, Banco Santander, Bbva e Nordea. Un portavoce del ministero delle finanze tedesco, rispondendo a una domanda sul caso MPS, ha dichiarato a Reuters che BCE e Commissione UE devono controllare che l'Italia si attenga alle regole europee: queste ultime prevedono che azionisti e creditori siano fra i primi a farsi carico delle perdite di una banca.

Mediaset (-0,73%) termina in territorio negativo dopo un avvio promettente in scia all'intervista a La Stampa del ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda.

Quest'ultimo ha paventato il rischio che la scalata di Vivendi (+0,3% a Parigi) possa mettere in stallo la governance del gruppo di Cologno Monzese e ribadito che il governo vede in modo negativo l'iniziativa dei francesi. Questo però non significa, ha precisato Calenda, che l'esecutivo intenda alterare le regole di mercato o effettuare un intervento diretto.

Questa ultima indicazione ha probabilmente determinato la flessione di Telecom Italia (-3,16%).
Nelle ultime sedute il titolo era salito sulle indiscrezioni de La Stampa secondo cui il governo italiano vorrebbe utilizzare la Cdp per salire nel capitale della compagnia telefonica fino a pareggiare la quota di Vivendi (il 24% circa), al fine di impedire al colosso francese di cedere la quota di Telecom a Orange.

*In rialzo i petroliferi *Saipem (+1,05%), Tenaris (+0,17%), mentre Eni (-0,20%) termina poco sotto la parità, grazie al recupero del greggio, sui massimi dall'11/12 dicembre.

Bene il lusso con Tod's (+1,07%), Salvatore Ferragamo (+0,22%), Geox (+1,26%) in scia al dollaro.

In ottima forma DeA Capital (+3,77% a 1,21 euro) che prolunga il rally della seduta precedente e sale a testare gli ostacoli a 1,22/1,23 euro, rappresentati dai massimi allineati visti tra febbraio e maggio.
L'eventuale superamento di questi ultimi riferimenti aprirebbe le porte ad estensioni verso 1,37 almeno, con la prospettiva di lungo periodo di rivedere il picco del 2015 poco sotto 1,53.

(Simone Ferradini)

Autore: Financial Trend Analysis Fonte: News Trend Online

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