Borsa italiana sui minimi da inizio anno dopo dazi/Trump: FTSE MIB -2,39%

02/03/2018 18:58

Borsa italiana sui minimi da inizio anno dopo dazi/Trump: FTSE MIB -2,39%

Borsa italiana sui minimi da inizio anno dopo dazi/Trump: FTSE MIB -2,39%.

Mercati azionari europei in forte ribasso. Wall Street incerta: a ridosso della chiusura delle borse europee S&P 500 +0,1%, Nasdaq Composite +0,4%, Dow Jones Industrial -0,6%. A Milano il FTSE MIB ha terminato a -2,39%, il FTSE Italia All-Share a -2,30%, il FTSE Italia Mid Cap a -1,62%, il FTSE Italia STAR a -1,55%.

*Per quanto riguarda i dati macroeconomici della giornata, negli USA è stata rivista al ribasso *la stima preliminare dell'indice (Univ.

Michigan) sulla fiducia dei consumatori del mese di febbraio a 99,7 punti dai 99,9 punti della prima lettura (consensus 99,4). Secondo i risultati preliminari dell'Ufficio federale di statistica (Destatis), nel mese di gennaio in Germania le vendite al dettaglio hanno fatto segnare un incremento del 2,3% su base annuale e in termini reali, contro il +3,5% del consensus e dal -0,2% precedente risultando in crescita del 3,7% in termini nominali.
Su base mensile l'indice ha fatto segnare una flessione pari allo 0,7% dopo un decremento dell'1,1% precedente. Gli analisti avevano previsto un incremento pari allo 0,9%. Nel Regno Unito il CIPS (Chartered Institute of Purchasing & Supply) e Markit Economics hanno reso noto che nel mese di febbraio l'indice IHS Markit/CIPS relativo al settore delle costruzioni e' salito a 51,4 punti da 50,2 di gennaio battendo le attese degli addetti ai lavori fissate su un indice pari a 50,5 punti.

L'Istat ha comunicato che nel quarto trimestre del 2017 PIL dell'Italia ha fatto segnare +0,3% t/t e +1,6% a/a, in linea con la stima preliminare.

*I dazi decisi dall'amministrazione Trump *colpiscono i mercati azionari: gli operatori temono l'avvio di una guerra commerciale con effetti negativi per l'interscambio globale e quindi danni per l'intero sistema economico.
A Milano i titoli più colpiti sono quelli con i maggiori legami con gli USA come CNH Industrial (-4,68%), STMicroelectronics (-2,40%), Leonardo (-2,90%), Buzzi Unicem (-2,34%).

*Male anche gli automobilistici *come Ferrari (-3,69%), Sogefi (-2,70%) e FCA (-5,72%): su quest'ultima in particolare si scaricano anche le vendite innescate dai dati sulle immatricolazioni in Italia a febbraio, dati che evidenziano la netta sottoperformance del Lingotto rispetto al mercato: a fronte di un -1,42% complessivo, FCA ha fatto segnare una flessione del 10,85%, con quota di mercato in calo dal 29,18% a 26,39%.

Si conferma negativa la performance del marchio Fiat (-16,87%), mentre prosegue il successo di Jeep (+79,80%).

Salvatore Ferragamo (-4,52%) arretra pesantemente dopo i progressi delle sedute precedenti in scia alla notizia dell'uscita dell'a.d. Eraldo Poletto, notizia accolta con favore da operatori e investitori.
Il manager era stato nominato nel maggio 2016 al posto di Michele Norsa, ed era entrato in carica nell'agosto dello stesso anno con il compito di rilanciare la storica casa fiorentina. Poletto non è riuscito ad imprimere il cambio di marcia che la famiglia Ferragamo si attendeva, nonostante l'ottimo track record nel suo precedente incarico in Furla.

*Bancari in ribasso: *l'indice FTSE Italia Banche segna -2,20%.

Deboli FinecoBank (-3,42%), Intesa Sanpaolo (-2,16%) e Credito Valtellinese (-5,78%), nell'ultimo giorno utile per la negoziazione di diritti (-93,02%) relativi all'aumento di capitale da 700 milioni di euro (che potranno essere esercitati fino all'8 marzo).

Negativi i petroliferi in scia al calo del greggio sui minimi da metà febbraio.
In rosso Saipem (-3,05%) ed Eni (-1,43%), e cede alle vendite anche Tenaris (-1,92%) dopo il balzo visto in avvio a seguito dell'annuncio del presidente USA Donald Trump relativo ai dazi sull'acciaio: è noto che il gruppo italoargentino potrebbe trarre beneficio dai dazi americani (finalizzati anche a colpire i produttori coreani di OCTG, Oil Country Tubular Goods) grazie all'incremento dei prezzi dei tubi e al fatto che sta producendo negli USA grazie al nuovo impianto di Bay City, Texas.

*Atlantia (-1,41%) *in rosso dopo la pubblicazione dei dati 2017: l'esercizio va in archivio con EBITDA pari a 3.664 milioni di euro, in aumento dell'8% (+6% su base omogenea) e utile di pertinenza del gruppo pari a 1.172 milioni di euro, in aumento del 4% (+6% su base omogenea).

L'indebitamento finanziario netto al scende a 9.496 milioni di euro, -2.181 milioni di euro rispetto a fine 2016, di cui 1.814 milioni a seguito delle cessioni di quote di minoranza di Autostrade per l'Italia e Aéroports de la Côte d'Azur. Atlantia ha anche comunicato di aver raggiunto un accordo per l'acquisizione del 15,49% di Eurotunnel (con il 26,66% dei diritti di voto) dai fondi di Goldman Sachs per 1.056 milioni di euro, diventando il primo azionista.

Pesante flessione per Juventus FC (-7,70% a 0,6350 euro): Banca IMI ha ridotto il target price sul titolo a 0,70 euro da 0,72 euro.

Rating "hold" confermato.

De'Longhi (+3,21% a 23,16 euro) in netta controtendenza rispetto al mercato grazie a Equita. Gli analisti della sim hanno deciso di migliorare la raccomandazione sul titolo da hold a buy, pur con target ridotto da 27,60 a 26,60 euro. Il titolo approfitta del report per rimbalzare dopo il -3,19% di ieri in scia alla pubblicazione dei dati completi relativi all'esercizio 2017, chiuso con un utile pari a 179,7 milioni di euro, in crescita del 7,2% ma sotto i 184 del consensus esposto sul sito del gruppo.

Per il 2018 il management prevede una crescita organica in area "mid-to-high single digit" (tra +5 e +9 per cento, ndr) e un EBITDA in crescita in valore assoluto: questa ultima indicazione è sembrata deludente in quanto il consensus stima una crescita dell'EBITDA dell'8%.

Positiva Amplifon (+1,23% a 13,18 euro): Equita conferma la raccomandazione hold e incrementa il target a 13,10 euro.
A metà settimana il cda ha approvato i dati 2017: ricavi consolidati pari a 1.266,0 milioni di euro, +12,5% a cambi costanti e +11,7% a cambi correnti; EBITDA pari a 217,5 milioni di euro al netto dell'effetto degli oneri non ricorrenti, con un'incidenza sui ricavi pari al 17,2%, in miglioramento di 50 punti base rispetto all'esercizio precedente; risultato netto su base ricorrente pari a 95,0 milioni di euro, in aumento del 34,2% rispetto al 2016.

Danieli & C (invariata) perde terreno nel finale e annulla i progressi visti in precedenza.

Secondo gli analisti di Mediobanca i dazi sull'acciaio potrebbero favorire il gruppo attivo nella costruzione di fonderie e impianti per la produzione del metallo, in quanto i gruppi USA del settore, forti della protezione fornita dai dazi, potrebbero veder crescere la propria attività e quindi effettuare investimenti per incrementare la propria capacità produttiva.

(Simone Ferradini - www.ftaonline.com)

Autore: Financial Trend Analysis Fonte: News Trend Online

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