Ma non chiamatelo Quantitative Easing...

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 04/10/2019 13:50

Lo S&P500 è passato da una perdita intraday superiore al punto percentuale, ad una chiusura in ampio territorio positivo. Cosa anticipa questo comportamento per le settimane a venire? e come giudicare il conseguito ipervenduto?

Ammirevole l’elasticità mentale manifestata ieri dagli investitori americani: che prima hanno spinto lo S&P500 in ribasso in misura superiore al punto percentuale, in concomitanza con l’infelice dato di settembre sull’attività non manifatturiera (ISM Servizi); ma poi si sono precipitati a comprare, nella fondata convinzione che il rallentamento di un settore fino ad ora immune dai venti gelidi del rallentamento globale, possa indurre la Federal Reserve ad agire con maggiore risolutezza sul fronte degli stimoli.

Torneremo in mattinata sulle implicazioni per Wall Street del dato macro citato. Sta di fatto che le probabilità di un taglio del Fed Funds rate alla fine del mese, sono schizzate ora a quasi il 90%. La misura dovrebbe affiancarsi alla strutturazione delle “POMO”: operazioni di mercato aperto, da parte della banca centrale americana, di frequenza permanente e non più solo occasionale, basate su titoli di Stato a breve periodo e con cui il bilancio dell’istituto di emissione dovrebbe crescere di almeno 300 miliardi di dollari fino alla prossima primavera. Ma non chiamatelo Quantitative Easing...

Alla fine della fiera, si parla di un’escursione intraday da meno del -1% a più dello 0.75% in sede di chiusura. Un fenomeno non così infrequente, visto che è stato registrato ben 46 volte soltanto negli ultimi vent’anni. Interessante rilevare il comportamento tipico del mercato azionario in simili circostanze: perché collima con le proiezioni già formulate per le prossime settimane. Ne parliamo nel Rapporto Giornaliero di oggi, assieme al conseguimento di una condizione di ipervenduto da parte del McClellan Oscillator; calcolato opportunamente sulle società dello S&P500.


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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